Utopia di un’autopsia è uscito sul finire del 2013 per QB Music come album d’esordio de La linea del pane . Il gruppo milanese nasce qualche anno prima intorno alla figura di Teo Manzo, autore di testi e musica, ”ramingo cantautore”, che completa e riempie lo spazio musicale intorno alla sua chitarra con il basso di Marco Citroni e la batteria di Kevin Every: la sintonia musicale è ottima e ben equilibrata e la voglia di raccontare storie trova un primo sbocco con il singolo Bisogno di una notte di mezza estate che fa da colonna sonora per una graphic novel  “Diego Armando Maradona” (BeccoGiallo, 2012) di Paolo Castaldi, noto fumettista con cui collaborano anche per la loro  produzione successiva  “EP // Volume 1”.

Poi l’incontro con Roberto Rizzi e la QB Music porta i ragazzi di Gallarate in studio nel Giugno 2013 per la realizzazione di un disco, impostato come una pièce teatrale in preludio, tempo primo, tempo secondo ed epilogo, per far immediatamente capire che a monte il principio primo è quello di realizzare un’opera d’arte complessa e strutturata su più livelli di ascolto e lettura, dove anche la copertina del disco è un gradino da cui partire per seguire ed interpretare un lungo racconto.
La trama non è quella di una favola, anche se le sonorità della chitarra possono a volte portarti nella magia di un bosco incantato, bensì di una nebbiosa amarezza che, come cita il titolo, si riassume in un’autopsia che sviscera come personaggi, idee e situazioni arrivano alla propria inesorabile ed ineluttabile fine. L’intento che però vogliono trasmettere è positivo, e come una fenice che rinasce dalle proprie ceneri, ognuno può trarre linfa e forza vitale dai propri errori, dal proprio passato, dai sentieri già percorsi, anche quelli sbagliati.    

I ragazzi de La linea del pane con il sapiente lavoro di mixaggio di QB Music offrono  una canzone d'autore  intensa e mai scanzonata che trasuda serietà artigianale (qui il link che rimanda al bel film/documentario sul making del disco https://www.youtube.com/watch?v=OLN0mjjov5A) e anche nel coinvolgere elementi musicali esterni (come le preziose  incursioni di violino di Martino Pellegrini) non tendono mai ad esagerare a favore di un perfetto equilibrio tra suono, parole ed emozioni.
Unico suggerimento è l'invito ai ragazzi ad osare/usare in futuro in alcuni momenti effetti voce “pesanti” sul cantato così che, come sapientemente mescolano chitarre acustiche ed elettriche anche molto distorte, si possano creare fraseggi a contrasto, che darebbero ancora maggiore profondità all’io narrante.

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