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Nagaila

Viaggio di ritorno

Decisamente una proposta ‘fuori dal coro’ quella di Nagaila Calori, in arte solo Nagaila, cantautrice bergamasca giunta al suo quarto lavoro discografico. Ottima pianista e dalla voce particolarissima, è reduce dalla vittoria al BiellaFestival 2012 dove ha portato Terra da scoprire, un brano che racchiudeva tutto il suo modo di intendere la musica, fatta di presenza scenica, suoni avvolgenti e una voce che evoca luoghi magici, un mix che genera un pop adulto di matrice europea. Un brano e una vittoria quindi che la rappresentano in pieno e che trovano riscontro in maniera ancora più completa nelle nove tracce di Viaggio di ritorno, album uscito nell’autunno scorso.

Ad un primo ascolto la voce di Nagaila può “dividere” i giudizi, che possono passare dal magico al tedioso. Punti di vista, naturalmente. Noi optiamo per il primo che, seppur derivativo di alcuni nomi illustri della canzone pop internazionale (Kate Bush su tutti, ma vogliamo parlare di quante voci, più o meno involontariamente, assomigliano a De André, Capossela o alla Consoli?), connota il percorso artistico di Nagaila in maniera assolutamente personale. Quel che invece non convince – almeno per chi scrive – è la gestione grafica del libretto, ma solo per carattere utilizzato più che per la scelta grafica in sé, vista l’eccessiva difficoltà di lettura. Dettagli, inezie. Quel che conta, invece, è che parafrasando una famosa canzone degli anni Ottanta qui “oltre alla voce c’è di più”. Infatti le canzoni di Viaggio di ritorno sono piccole gemme che si lasciano scoprire pian piano e molto del merito va ricercato nella bontà dei suoni e degli arrangiamenti.

D’altronde nulla nasce a caso e, dato a Nagaila quel che è di Nagaila (voce, interpretazione e uso del pianoforte, tutto di ottimo livello), vincente risulta la collaborazione con Fidel Fogaroli, un musicista con una vasta cultura musicale, considerando le molteplici influenze e collaborazioni che da quasi vent’anni attraversano il suo percorso. Dalle sonorità jazzistiche a quelle multietniche vissute con i Dunia a metà anni Novanta, per passare al rock degli Afterhours con cui ha condiviso qualche brano in studio, suonandolo poi anche nei live. Ha messo le mani nel pop più maturo portandolo in giro per l’Europa prima di entrare stabilmente nei Verdena, uno dei gruppi più in vista del decennio scorso, nel lasso di tempo che va dal 2004 al 2007. E via via altre collaborazioni con cantautori italiani di spessore, tra cui ricordiamo almeno Giancarlo Onorato, magnetico personaggio con cui Fidel ha costruito un feeling musicale di tutto rispetto. Ma il suo (ricco) bagaglio musicale è da molti anni che sta condividendolo soprattutto con Nagaila, con cui già nel 2007 aveva realizzato l’album Luce negli occhi.

E nel 2012 arriva Viaggio di ritorno, lavoro in cui la quadratura del cerchio sembra raggiunta, con Nagaila che ha acquisito ancora più sicurezza nella voce e un lavoro di arrangiamenti che non lascia indifferenti. Anzi, se proprio vogliamo trovare un punto di eccellenza nella resa di tutto l’album, come dicevamo prima, l’evidenziatore lo useremmo per i suoni, i dettagli che riempiono e arricchiscono ogni brano. Una grande capacità di utilizzare sintetizzatori, tastiere, eccetera, ma il gusto che traspare poi nel risultato finale ne è il valore aggiunto.

Parlavamo di Fogaroli, ma vincente risulta anche il lavoro di Matteo Milesi alla batteria/percussioni, così come prezioso è il coordinamento dei suoni del fonico Mauro Galbiati che in due giorni ha registrato tutto in presa diretta. Detto questo, per gli amanti del solito – e inutile - gioco “a chi assomiglia?” rimane difficile identificare un “genere”, un mondo a cui far riferimento. In alcune tracce sono evidenti reminiscenze di psichedelia (I cavalli e le sirene, per esempio, forse il brano più bello dell’album) per poi trovarci in mondi più acustici e intimi (Il senso crea, Notte blu) o la riuscita sintesi di questi concetti espressi che troviamo nel singolo Microbo che apre l’album (http://www.youtube.com/watch?v=ZGI9h8AK-fE) fino ad una grintosa chicca “fantasma” nell’ultima traccia, di cui non vogliamo dire nulla per non rovinarvi la sorpresa.

In definitiva un album che mette in evidenza un’artista che merita un posto di rispetto nel novero delle nuove leve del cantautorato nazionale. Nagaila amplia e arricchisce quel gruppo di artisti che stanno spostando (faticosamente) l'imperante modello italiota di intendere la musica leggera, verso un raffinato senso di canzone “pop” nell’accezione più internazionale del termine. La strada è quella giusta.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Nagaila & Fidel Fodaroli, Mauro Galbiati, Matteo Milesi    
  • Anno: 2012
  • Durata: 46:28
  • Etichetta: Ulula Records

Elenco delle tracce

 

01. Microbo

02. Nel posto segreto

03. Notte blu

04. Universo

05. Mal d’Africa

06. I cavalli e le sirene

07. My favorite things (cose preziose) – live

08. Palla di vetro

09. Il senso crea

 

 

 

Brani migliori

  1. I cavalli e le sirene
  2. Microbo
  3. Nel posto segreto

Musicisti

Nagaila: voce, pianoforte  -  Fidel Fogaroli: Rhodes, basso sintetico, sintetizzatori, pianoforte (7)  -  Matteo Milesi: batteria, percussioni