Vi abbiamo raccontato un po’ di tempo fa del terzo album dell’artista romano Valerio Billeri Alberi secolari, ma adesso è nato il nuovo progetto Vintage Radio con animo molto nobile: il disco è prodotto dall’associazione FAIP (Federazione delle Associazioni Italiane Para-Tetraplegici) che ha lo scopo di aggregare e rappresentare a livello nazionale le politiche delle diverse associazioni di persone con lesione midollare. Un progetto politico di auto-rappresentatività, resosi necessario per aumentare nelle persone para-tetraplegiche la consapevolezza che è possibile condurre una vita piena anche a seguito di una lesione midollare. Ebbene, tornando al fine nobile, non è di poco conto sottolineare che l’intero ricavato della vendita del disco sarà devoluto per la ricerca sulle lesioni al midollo spinale.
Ma veniamo al disco, un disco intenso nei testi ma “semplice”, lineare nell’esecuzione musicale: i pezzi, ancora una volta ribadiscono le capacità di questo autore che sa mischiare il background cantautorale con la tradizioni musicali europee ma anche d’oltreoceano.
Non dimentichiamo che tutti i brani (ad eccezione di Trenta Giorni – tradizionale con nuovi testi e nuovo arrangiamento, Sfiorisci bel fiore di Enzo Jannacci e Have I the right - The Honeycombs) sono dipinti con la sua penna, o per meglio dire, con il suo pennello che definire da “impressionista” di altri tempi non è inappropriato.
I passaggi ritmici di alcuni brani, e tra questi sicuramente quello che dà titolo all’album, suonano rock, nel senso di quella musica un po’ Delirium e un po’ Finardi, con toni non solo “vintage”, ma riverniciati, profumati di nuova aria, grazie anche a qualche ospite che rende ancora più solido il sound (la chitarra di Paolo Bonfanti in Trenta giorni).
E poi ecco delle vere ballate come Resta sveglia e La valle dove la melodia riecheggia un Bubola d’annata da Nastro giallo.
I testi, narrativi taluni (La Santa Rossa - da un racconto di John Steinbeck) e poeticamente sensibili altri (Resta sveglia), non fanno altro che confermare la pregevolezza della produzione di Valerio Billeri, un artista da assaporare con l’animo aperto alle suggestioni evocative che riesce a suggerire con le sue parole e le sue chitarre.
Se vogliamo necessariamente far emergere qualche pecca, si potrebbe azzardare una maggiore cura in alcuni arrangiamenti che hanno il difetto di non essere “perfetti”, ma sicuramente perfettibili.
Il progetto è indubbiamente da condividere per le qualità dell’artista, ma in questa occasione ancor di più per il valore aggiunto della solidarietà che reca e di cui non ce n’è mai abbastanza.

 

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