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La band del brasiliano

Vol. 1

Copertina, nome del gruppo, titoli delle canzoni… certo, ad una prima e distratta occhiata, e sicuramente prima di ascoltare le undici tracce contenute nell’album, sorgono spontanee almeno un paio di domande, alle quali ci permettiamo di rispondere, prima ancora che vengano formulate, con un si e con un no: si, l’attenzione su una band come La Band del Brasiliano probabilmente si sarebbe focalizzata molto meno se una band come i Calibro 35 non avesse, in un certo qual modo, aperto la strada alla rivisitazione della musica per film degli anni ’60 e ’70, riproponendone le atmosfere dark-funk; no, l’ensemble toscano non è affatto un clone del quintetto milanese, soprattutto per il fatto di aver allargato il ventaglio delle proposte ad una filmografia parallela a quella del poliziottesco, e di proporre un approccio strumentale differente, sia dal punto di vista degli arrangiamenti che delle sonorità.

Se i Calibro 35 sono una band che focalizza l’attenzione sulle singole scene di un teorico film, La Band del Brasiliano lavora più per colonne sonore complessive, per quelli che vengono definiti, nel gergo, “main titles”, ed è per questo che, dopo aver ascoltato i brani di Vol. 1, si ha netta la sensazione di avere di fronte un lavoro dagli obiettivi differenti.
E, nonostante l’humus storico sia comune, non tragga in inganno l’inizio dell’album, quella Clavinet Gt chase che, in effetti, insieme a Doping 2000, accomunano parecchio i due gruppi con il loro funk martellante, il basso pulsante e la batteria nervosa, perché già dalla successiva Gira gira la voce cristallina di Serena Alessandra Altavilla fa scivolare l’atmosfera dal poliziottesco al noir, ed ancora più in là, verso quei drammoni colmi di tensione che popolavano la filmografia dell’epoca.
Non manca neppure, e ci mancherebbe, uno sguardo sul beat, con le note di La donna dei miei guai, ma è un episodio singolo, perché l’album si dipana poi fra brani originali e cover di classici firmati Stelvio Cipriani, Ennio Morricone, Adriano Fabi, Guido e Maurizio De Angelis e Gerard Damiano.

L’elemento che caratterizza questo lavoro è, senza dubbio, la voce della protagonista femminile, pienamente a suo agio nell’interpretare, vocalmente, una donna che “politicamente” è lontana chilometri da quella odierna, in quanto remissiva, a tratti adorante, una vera e propria “donna del capo”, e in Uno come te, rappresenta comunque uno stereotipo che in quei decenni era, se non consueto, sicuramente accettato ed accettabile; un lavoro interessante ed accurato anche dal punto di vista filologico, dunque, mirato a restituire atmosfere retrò, fumose, alcoliche, notturne tipiche di quegli anni.

C’è, probabilmente, in arrivo un Vol. 2, o per lo meno è auspicabile che venga realizzato, perché il gruppo ha sicuramente la possibilità di accedere a parecchio materiale su cui lavorare per completare un discorso che il debut album lascia assolutamente aperto.



 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Alessio Pepi
  • Anno: 2013
  • Durata: 38:43
  • Etichetta: Cinedelic Records/Audioglobe

Elenco delle tracce

01. Clavinet Gt chase
02. Gira gira
03. La donna dei miei guai
04. Doping 2000
05. Femina ridens
06. Metti una sera a cena
07. Gioventù, droga e violenza: la polizia interviene
08. Drugs and violence
09. Mark
10. Uno come te
11. Goodbye my friend
12. Deep throat
13. Brozzi’s theme

Brani migliori

  1. Gira gira
  2. Metti una sera a cena
  3. Uno come te

Musicisti

Serena Alessandra Altavilla: voce, cori  -  Davide Arnetoli: voce, cori, percussioni  -  Filippo Brilli: sax baritono, tenore, contralto, chitarra ritmica  -  Nicola Cellai: tromba  -  Simon Chiappelli: trombone  -  Lorenzo Ciani: chitarra solista  -  Patrizio Gioffredi: chitarra ritmica, wah  -  Paolo “Peewee” Durante: Clavinet, Hammond, Fender Rhodes  -  Alessio Pepi: basso  -  Alessio “Ciborio” Gioffredi: batteria