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Doro Doc Band

W la Suisse

Ascoltare questo disco della Doro Doc Band, nome d’arte del duo composto da Dorino Righetti, professione muratore e dal noto odontoiatra Lorenzo Vanini, è un po’ come andare al cinema e guardarsi Shrek. Non fraintendetemi, perché se Dorino Righetti non è magari “l’Alain Delon de Lenn” descritto dall’amico comune Davide Van de Sfroos, non è certamente un orco. La similitudine voleva solo mettere in evidenza la duplice valenza dell’intero lavoro. Infatti, ad un ascolto superficiale si ride divertiti delle ironiche se non assurde situazioni (vedi ad esempio La zanzara 1 e 2) raccontate nelle varie canzoni secondo una tradizione che rimanda un po’ ai Gufi o a Walter Valdi, tanto per rendere l’idea, seppur con sonorità più elettriche che sfociano anche nel blues o nel rock and roll. Tuttavia ad un ascolto più approfondito ci si accorge che dietro alla grande ironia ci sono profonde riflessioni sul senso della vita, sul degrado morale e non solo della nostra attuale società.

 

Procediamo per gradi, partendo dalla title-track che vede la partecipazione del già citato Davide Van de Sfroos. Il pezzo è una vera chicca, in cui il sottoscritto da buon laghée vi si ritrova in pieno sin dalla scena iniziale «E quand te pasat la dugana / I gendarmi in fila indiana / Ma induè che al va lù / Gal scià roba in dal baul / Ma gnanca per idea mi sun dree anda’ dumà all’Ikea», magari la loro dogana è quella che conduce ad Arogno e non a Gandria, ma non cambia certo l’atmosfera. Il rischio però dell’utilizzo del dialetto è quello di restare incompresi ai più, agli “extracomunitari”, quelli che non vivono in Val d’Intelvi o nel circondario. E allora? Ecco che i nostri due eroi si sono inventati il doppio disco, quello che riporta una chitarra nella cui buca è raffigurata la croce elvetica con le canzoni in dialetto e quello con un pianoforte dai tasti tricolori con le stesse canzoni però in italiano.

 

È così possibile gustarsi pienamente anche i passaggi più seri come in Al Capone dove Dorino canta il proprio passato remoto fatto anche di errori che gli sono costati la galera, ma i tempi sono cambiati, e canta «se penso alla giustizia, quella che c’è il giorno d’oggi / Loro ti sbattono sui giornali e ti condannano senza prove» e allora “io canto e son felice, perché ora non cerco di più / E se la vita è una corsa, preferisco stare a guardar»; oppure in Pien de nagott dove canta «Gli altri al governo dicon di risparmiare / La crisi è vicina e sacrifici son da fare / Ma un dubbio mi tormenta, vediamo un po’ com’è / Loro mangiano, scopano e cantano alla faccia della povera gente». In Trii amiis invece, altra bella ed emozionante canzone, Dorino e Lorenzo ci raccontano la loro trentennale amicizia «Quante notti a tirar tardi e a cercar quell’emozione / Di trovar quattro accordi per le nostre composizioni”.

Ne è valsa la pena perché grazie alla loro simpatia, all’immancabile goliardia e ad una brancata di ottimi musicisti tra cui Alberto Radius, Francesco D’Auria, Michele Papadia e Anga Galiano Persico ci hanno regalato un disco che si lascia ascoltare, divertendo in maniera spassosa senza mai cadere nel volgare o nel banale. Allora W la Suisse, anzi W la Doro Doc Band.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Doro Doc Band
  • Anno: 2010
  • Durata: 47:49
  • Etichetta: Tarantanius/Many/Venus

Elenco delle tracce

01. W la Suisse

02. Al Capone

03. La Marietina

04. Muraduu

05. Pien de nagott

06. La zanzara 1

07. Trii amiis

08. Al Gall

09. I paesan

10. La zanzara 2

 

Brani migliori

  1. W la Suisse
  2. Pien de nagott
  3. Trii amiis

Musicisti

Dorino Righetti: voce Davide Van de Sfroos: voce (1) Lorenzo Vanini: tastiere (1), pianoforte (2, 3, 4, 5, 7, 9, 10), organo Hammond B3 (3, 4, 5, 9, 10), chitarra acustica (5, 9), piano digitale (6), pianoforte Yamaha C3 (8) Alberto Radius: chitarra acustica (1), chitarra elettrica (2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10) Alessandro Giallombardo: chitarra acustica (1), chitarra elettrica (2, 3, 4, 5, 6, 7) Claudio Allifranchini: sax tenore (1, 2, 5, 8, 9, 10), sax contralto (1, 2, 5, 8, 9, 10), clarinetto (1, 8) Pierino Spagnolo: tromba (1, 2, 5, 8, 9, 10) Giovanni Distefano: trombone (1, 2, 5, 8, 9, 10) Maurizio Consoli (Melisso): basso tuba (1, 10) Simone Peduzzi: fisarmonica Cooperfisa (1, 4, 9), grancassa (1) Matteo Piazza: rullante (1), tamburo (1, 4, 5, 6, 7, 9, 10), charleston (1), batteria (2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10) Francesco D’Auria: percussioni (1, 8, 10), congas (2, 3, 9), spazzole (2, 6), pandeiro (3), temple block (3), claves (3), guiro (3), vibraslap (3), triangolo (3, 4), percussion effects (3), voce (3), tubo sonoro (5, 7), spring drum (5, 7), piatto ride (6), piatto splash (6), cabasa (6), effetti personali (6), cabala (9), caion (9) Carlo Balmelli: arrangiamento banda (1, 10) Carlo Uboldi: pianoforte (2) Pietro Normanno: chitarra elettrica (2), chitarra acustica (3) Marco Bianchi: vibrafono (2) Angelo Quatrale: contrabbasso (2, 3, 4, 6, 7, 8), basso elettrico (5, 9, 10) Cinzia Bavelloni: cori (2, 5, 6, 8, 9, 10) Isabella Tosca: cori (2, 5, 6, 8, 9, 10), voce (9) Big Jonny Pozzi: tastiere (3, 4, 7, 9) Michele Papadia: organo Hammond B3 (3), V piano Roland (8) Margherita Vanini: voce (4) Alessio Lorenzi: chitarra classica (4), chitarra elettrica (9, 10) Serafino Tedesi: primo violino (4, 5, 7, 9) Paolo Costanzo: secondo violino (4, 5, 7, 9) Simone Rossetti Bazzarro: viola (4, 5, 7, 9) Piero Salvatori: violoncello (4, 5, 7, 9) Max Pizio: sax tenore solo (5), sax soprano solo (8), sax tenore (9) Anga Galiano Persico: violino (6) Anna Maria Bergna: chitarra classica (7)