ultime notizie

Canzoni&Parole - Festival di musica italiana ...

  di Annalisa Belluco  ‘Canzoni & Parole’ il festival della canzone d’autore italiana organizzato dall’Associazione Musica Italiana Paris che ha esordito nel 2022 è pronto a riaccendere le luci della terza ...

Fabrizio Coppola

Waterloo

Che sapore ha la rabbia e il dolore di chi ha negli occhi la sconfitta e nell’animo la spinta propulsiva verso la luce di nuovi futuri? Secco, amaro e profondo forse, come la musica di Fabrizio Coppola, che muove dai sogni schiacciati di una Waterloo per ricostruire.

Senza indugiare in patetismi lacrimosi, il cantautore milanese, al suo terzo album, professa in modo sempre più deciso la sua fede in un rock vivido e vigoroso, che profuma di America. Facile infatti è pensare alla lezione di intensità e militanza di un certo folk e dell’heartland rock, e alle chitarre elettriche calde e nette del classic rock, che qui tra riff e soli descrivono e penetrano grumi densi di sofferenza e insofferenza.

La lodevole passione per il roots rock è d’altronde antica, radicata e ben rodata (l’ha provata tra l’altro anche l’ottimo side-project dei Junkyards); personale è poi lo sguardo sociale fermo e lucido dinnanzi alle sperequazioni di un «progresso immaginario» (Al suolo), all’insensatezza della xenofobia e alla chiusura nella difesa di privilegi e «roba preziosa» (La stupidità), alla mediocrità, o al lavoro da rincorrere lontano a perdere l’amore (La ballata dell’uomoformica).

L’attenzione autenticamente politica alla società attuale è sintomo di maturità di scrittura e riflessione, ma continua ad affinarsi anche un altro sguardo peculiare di Coppola, quell’occhio interiore che qui osserva come va a fondo la lama del dolore: «la delusione è come la morte» (Ancora vivo), eppure la vita «non ti uccide», anche se ne «paghi il prezzo» (L’altalena, già apparsa in un’altra versione nell’ep del 2009 La stupidità).

Resistere, lottare, ricominciare diventa allora quasi un obbligo morale nei confronti di sé stessi sia nella vita privata che in quella sociopolitica: il tappeto delle chitarre acustiche, le ritmiche più decise e il bruciare asciutto delle chitarre elettriche sostengono una stanchezza che non è mai resa, ma si fa voglia di rialzarsi.

La voce di Fabrizio è sicura e imponente, ma come prima, più di prima, sa anche incarnare la fragilità sofferente della solitudine (la lenta, eterea La mia rovina). Tipico il modo in cui mescola luce e buio, quotidiano presente di fatica e freddo e proiezione nel futuro desiderato a suono di glockenspiel La ballata dell’uomoformica, che ricorda per queste caratteristiche Cerco ancora te, mentre la rock-ballad Verso casa canta «fuochi invecchiati» tra le note delicate e nostalgiche del piano, chitarre impetuose e il vento del coro di Elena Taverna.

Non tutti i brani possiedono la stessa forza o riescono a risultare del tutto esenti da qualche forzatura retorica/oratoria, ma questo disco disegna le linee di pensieri e stati d’animo seguendo le vie dell’ispirazione, anziché inseguendo mode o canoni commerciali. Esso si chiude con una sorta di ninna-nanna struggente e insieme rasserenante, Una luce che non spegni mai, che non cerca risposte in un credo religioso, eppure sposta lo sguardo dalla polvere al cielo, nel mistero di un “si dice” popolare, che addita in alto «una stella che brilla per te».

D’altronde «non si può cadere per sempre» (L’altalena).

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Fabrizio Coppola
  • Anno: 2011
  • Durata: 40:40
  • Etichetta: Via Audio Records / Venus

Elenco delle tracce

01. La stupidità (remastered)

02. Respirare lavorare

03. La mia rovina

04. La ballata dell’uomoformica

05. Ancora vivo

06. L’altalena (full band)

07. Ogni cosa è illuminata

08. Al suolo

09. Waterloo

10. Verso casa

11. Una luce che non spegni mai

Brani migliori

  1. La mia rovina
  2. La ballata dell’uomoformica
  3. L’altalena

Musicisti

Fabio Deotto: batteria in 01, 03 Paolo Perego: basso in 01, 02, 03, 09, batteria in 04, 05, 07, 08, 10, percussioni in 08 Diego Galeri: batteria in 02, 06, 09 Simone Chivilò: synth in 01 Lorenzo Corti: chitarre elettriche in 03 Luca Tonani: basso in 06 Elena Taverna: cori in 10 Fabrizio Coppola: tutti gli altri strumenti, testi e musiche