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Kinky Atoms

White Noise

L’elettronica è morta, viva l’elettronica. Ma anche no…perché, al di là delle megaproduzioni alla Chemical Brothers, le etichette d’oltreoceano hanno iniziato a percepire che, anche da queste parti, l’humus è tutt’altro che avvizzito, anzi, è in pieno fermento. Ed è così che, per il loro album di debutto, i pugliesi Kinky Atoms si sono appoggiati all’etichetta indipendente californiana Magnatune, già molto attiva nel downloading e nell’utilizzo libero delle licenze dei brani.
Inutile dire che se negli States si muovono per promuovere un prodotto non lo fanno certo a caso, soprattutto in un genere musicale che, da quelle parti, ha una diffusione molto ampia: ed allora vale davvero la pena di addentrarsi fra le dodici tracce di White noise per capire cos’abbia fatto breccia nelle pieghe del music-businness a stelle e strisce.

Già il brano iniziale, Intro non a caso, pur nella sua brevità racconta molto dei due protagonisti di questa avventura: noise e melodia, loop ed arpeggi, armonie pop e sampler…verrebbe da dire che sia quasi l’uovo di Colombo, ma è indubbio che, fatti salvi alcuni non secondari riferimenti ad artisti internazionali di un certo livello, Portishead, Bijork, Radiohead ed Air su tutti, è un fatto che in queste tracce ci sia molto di proprio, tante idee che Fabio Properzi e Roberto Matarrese hanno tradotto in suoni.
Ed ecco perché quel pianoforte quasi soffuso, i suoni di synth mai troppo carichi, le chitarre ed il basso a tratti cupi, ma sempre molto “caldi” nelle sonorità, spazzano via qualunque rischio di “freddezza”, difetto che spesso fa sì che lavori anche pregevoli non arrivino all’ascoltatore per via di una certa qual distanza, magari involontaria, ma inequivocabile.
I Kinky Atoms suonano invece in modo molto “presente” anche in brani molto asciutti ed essenziali come The rainbow man, tant’è che l’elettronica a tratti sembra quasi scappar via lasciando risaltare le tracce melodiche come in Good question, Over way e la successiva Spotlights, in cui il charleston campionato, che in altri contesti sarebbe potuto sembrare addirittura fastidioso, ha invece il suo bel perché, e lega ritmicamente il brano che, in alternativa, potrebbe essere una semplice ballad per pianoforte, voce e basso elettrico…

Questo è fra gli altri uno dei pregi più evidenti di questo lavoro: riuscire a mutare l’aspetto di un brano con piccolissimi accorgimenti, intuizioni minime che lo mutano radicalmente pur lasciando intendere che, volendo, si potrebbe “fare” anche in un altro modo; giocare, quanto volutamente non è dato sapere, fra il brano registrato e la potenziale evoluzione (o mutazione) dello stesso, è affascinante, lascia aperte opzioni alternative ma soprattutto mescola un approccio chiaramente internazionale a sostanziosi innesti nostrani, per cui il passaggio dalla pista da ballo ad un comodo divano, con drink a portata di mano (e viceversa), è più rapido di quanto si possa pensare anzi, quasi naturale…

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Kinky Atoms, Roberto Matarrese
  • Anno: 2013
  • Durata: 42:31
  • Etichetta: Magnatune

Elenco delle tracce

01. Intro

02. Good question

03. Over way

04. Spotlights

05. Slow motion

06. Fall down

07. Ocean breathe

08. It’s no time

09. Greyscale

10. The rainbow man

11. Solid ground

12. Spinning away

Brani migliori

  1. Over way
  2. Spotlights
  3. The rainbow man

Musicisti

Fabio Properzi: voce, chitarra, pianoforte, synth, basso, programming  -  Roberto Matarrese: programming, synth, Rhodes, chitarre  -  Ermal Meta: voce