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Saba Anglana

Ye Katama Hod

La città come organismo complesso, come una sorta di creatura dove il meraviglioso e il terrifico sono elementi cangianti a seconda del favore di luce e d’ombra. La città ancora, come metafora dell’universo, come laboratorio di condivisione e conflitto, di esclusione e inclusione. Crogiolo di esperienze dove le parole, tutte le parole che una città può produrre al cielo, si fondono in una lingua sempre meticcia. Anche da qui parte Ye Katama Hod, il nuovo disco di Saba Anglana, artista eclettica, difficilmente collocabile in un ambito pertinenziale perché a darle linfa sembra sia proprio la negazione dei confini, dell’orizzonte precluso. E quindi Saba Anglana è musicista, con una voce che si fa strumento raro, attrice e scrive e racconta in un vortice in cui nessun gesto è scisso dagli altri. Come capita al palpito della città e di questo potentissimo disco.

Addis Abeba è il punto di partenza e d’attenzione, con il suo procedere tra passato e futuro in un disordine che paga dazio alle contraddizioni, in bilico tra sorrisi e dolore. E qui la storia personale di Saba entra di prepotenza sulle note e sul racconto dando ragione della scelta di cantare, lei di padre italiano e di madre etiope e con una vita giocata tra Africa e Europa, facendole scegliere l’amarico e l’inglese come lingue franche di questo suo mondo. Aggiungiamo, a conferma del respiro nomade di questo disco bellissimo, che questo progetto è stato realizzato in Italia, con il contributo significativo di musicisti italiani, tra cui si segnala Fabio Barovero, fondatore di gruppi come Mau Mau e Banda Jonica e da vent’anni protagonista della scena musicale italiana di qualità, autore delle musiche. La nozione tradizionale di musica italiana mostra la corda e il limite, che il presente enfatizza con questa sua necessaria forma mutante, con le voci che cambiano e i gesti che imparano grammatiche nuove, della consuetudine, dell’abituale. Il tempo mutante è il nostro tempo e non cancella ma arricchisce di nuove forme la memoria e la tradizione con l’attivazione di un confronto che è sofferenza ma anche possibilità di crescita. Questo disco è il formidabile compendio di un presente che è il nostro, a tutte le latitudini. Senza contare che Saba sul palco è una magia che lascia senza respiro. 


 

Foto di Enrico Carpegna

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Fabio Barovero
  • Anno: 2015
  • Durata: 36:22
  • Etichetta: Felmay

Elenco delle tracce

01. Gabriel
02. Tariken
03. Zarraf
04. Markaan Jara
05. Abebech
06. Orod
07. Ma Celin Karo
08. Tizita
09. Roob
 

Brani migliori

  1. Gabriel
  2. Zarraf
  3. Tizita

Musicisti

Saba Anglana – Voce, autrice testi, musica in tutti i brani (eccetto brano 8, testo di Aster Aweke)  -  Fabio Barovero – Autore musiche in tutti i brani, Accordion (brani 1,2,3,5,7,8,9), Piano brani (4,6)  -  Federico Marchesano: Contrabbasso (brai 1,2,3,4,5,7,8,9), Contrabbasso preparato (6) musica (8)  -  Mattia Barbieri – Batteria (1,2,3,5,7,9)  -  Simone Rossetti Bazzaro – Violino (2,6) Viola (6)  -  Fasika Hailu – Krar (brano 3)  -  Asrat Bosena – Masingo (brano 3)  -  Cristian Coccia – chitarra (brani 3,5)