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Stefano Cinti: Le stelle... mi parlano d'amore è il suo nuovo brano

Ci sono artisti che più di altri sanno unire vita quotidiana e professione. Artisti che hanno una sensibilità speciale che gli consente di non separare mai del tutto le due cose. Uno di questi è Stefano Cinti, cantautore romano con lunghi trascorsi in quel di Bruxelles, che dopo i suoi studi in Agronomia – nello specifico è un fitopatologo – ha creato un circolo vizioso indissolubile tra la sua innata voglia di capire l’ambiente che ci circonda e una capacità compositiva di tutto rispetto. Le parole chiave del suo percorso umano e artistico sono principalmente tre: Musica, Sociale e Ambiente.

Lo avevamo conosciuto qualche anno fa (il suo primo album è del 2017, a cui ne ha fatto seguito un secondo nel 2019) e poi ritrovato l’anno scorso quando uscì il brano/video Io non sono razzista, ma… (clicca qui per il video), testo pungente reso fruibile da una spiccata ironia, arma che Cinti utilizza con sagacia ogni volta che deve toccare argomenti delicati. Video e brano gli sono valsi numerosi riconoscimenti, sia in ambito musicale che cinematografico.
Nel 2023 arrivano poi due nuove produzioni. La prima è stata il singolo Che bell’andè – brano dedicato al mondo della bicicletta e ispirato da una poesia dello scrittore romagnolo Alfredo Oriani – che ha colpito pubblico e critica, consentendogli di arrivare alla fase finale di molti concorsi e di farsi apprezzare in numerosi contesti culturali come festival e rassegne (clicca qui per il video).

Ma l’ultimo progetto, in ordine di tempo, che Cinti ha presentato è Le stelle… mi parlano d’amore. Delicato racconto di un soldato che, consapevole - ma non rassegnato - dell’ineluttabilità della guerra e della sua stupida logica che da sempre regola i conflitti tra gli uomini, lancia il suo sguardo verso il cielo.

Ecco come riassume il testo lo stesso Stefano Cinti: “Ho voluto mettere in versi e musica i pensieri e la rabbia di un soldato ferito a morte, negli ultimi istanti della sua esistenza. La rabbia contro il nemico che lo ha costretto a difendere la sua causa e i suoi ideali, ma anche verso tutto quello che lo ha condotto fino al punto di non ritorno; gli interessi di parte, l’orgoglio, l’indifferenza. E così, in un mondo che è diventato un campo di battaglia, ho immaginato che il soldato morente trovi nella contemplazione del cielo, l’amore e la pace che non ha trovato in terra”.

Musicalmente il brano (clicca qui per l'ascolto) ha un sapore semiacustico, con Cinti che suona le chitarre e l’armonica oltre alle percussioni (mondo sonoro che Stefano ama e utilizza spesso e volentieri nei suoi brani e nei live). Ad accompagnarlo il contrabbasso di Daniele Cappucci, mai invadente o sopra le righe, un mood quasi jazzistico che ben si sposa con le tematiche del testo. Per un lavoro più ampio e completo bisognerà invece aspettare il nuovo anno.

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