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Canzoni&Parole - Festival di musica italiana ...

  di Annalisa Belluco  ‘Canzoni & Parole’ il festival della canzone d’autore italiana organizzato dall’Associazione Musica Italiana Paris che ha esordito nel 2022 è pronto a riaccendere le luci della terza ...

Franco Zanetti-Federico Pistone

Eiar Eiar Alalà – Canzoni alla radio 1924 – 1944

Volume molto interessante che analizza un periodo musicale poco trattato dall’editoria italiana. Un ventennio molto ricco perché oltre alla ascesa e caduta del Fascismo e dell’epica mussoliniana, la radio ha fatto da megafono a molte canzoni composte in quegli anni, dimostratesi nel tempo dei veri e propri evergreen.

Analizzando i brani scelti da Federico Pistone e Franco Zanetti , balza evidente come le canzoni fortemente politicizzate (Inno alla X MAS, Inno al Duce, Faccetta nera, La canzone dei Sommergibilisti, Camerata Richard, Le donne non ci vogliono più bene ed altre) che enfatizzano il credo mussoliniano, rimangono dei documenti per ricordare un triste e ben preciso periodo della Storia italiana mentre i brani più intimisti e romantici sono rimaste nel repertorio di molti artisti e ancora adesso hanno una valenza incredibile nel definire o fotografare quegli anni.

Durante la lettura del libro mi sono sorpreso nel cantare molti motivi presenti nel volume: era un repertorio molto vasto ed io ricordo che mio padre al sabato mattina azionando uno splendente grammofono del Reader’s Digest (che poi io utilizzerò per i 45 giri del periodo beat) riempiva l’aria con brani di operette e classici degli anni Quaranta. E’ stato un piacere ritrovare tra le 130 schede canzoni di cui è stato sufficiente leggere il titolo per cantarle con nostalgia e amore. 
Ecco allora risentire con la memoria le melodie di Abat–Jour, oppure Bambina Innamorata del duo Alfredo Bracchi e Giovanni D’Anzi o Camminando sotto la pioggia (le gocce cadono ma che fa’…) un successo di Macario, o Nostalgico Slow (Oggi il mio cuore è pieno di nostalgia) “un seducente slow fox intriso di malinconia” che ricordo interpretato da Jula De Palma, una cantante che piaceva molto a mio padre, temo non solo per motivi artistici.

Tra i brani prescelti in questa raccolta vi sono poi canzoni che abbiamo conosciuto in epoca più recente quali Portami tante rose riportata al successo dai Camaleonti nel 1967 oppure Un’ora solo ti vorrei che tutti noi ragazzi pensavamo fosse un brano degli Showmen di James Senese oppure Vivere un brano di Cesare Andrea Bixio, uno degli autori più fecondi del periodo, autore di questo brano che divenne un hit internazionale interpretato da Beniamino Gigli (Vivere senza malinconia, Vivere senza più gelosia) ripreso e trasformato da par suo da Enzo Jannacci.
Nonostante il periodo cupo in cui i nostri genitori sono cresciuti non mancavano però le ironie, spesso nascoste tra le liriche delle canzoni che servivano per dileggiare il regime e attenuare le tristezze del mondo come Pippo non lo sa, Maramao perché sei morto? Mamma voglio anch’io la fidanzata del grande Natalino Otto, uno dei primi swinger italiani o andando ancora più indietro nel tempo Tanto pe' cantà di Ettore Petrolini, in seguito portata al successo da Nino Manfredi.

Alcune importanti considerazioni.
Prima di tutto la Radio è un mezzo ancor oggi indispensabile per trasmettere notizie, canzoni ed emozioni. Nel Ventennio analizzato da "Eiar Eiar Alalà", risulta evidente che la Radio, che quest’anno compie cent’anni, è il mezzo primario per trasmettere musica. I dischi, 78 giri, arriveranno in seguito, ma per il costo e per le finanze di molte famiglie italiane non potranno avere l’importanza fondamentale che avrà invece l’invenzione di Marconi.

Altro punto importante sono gli autori delle canzoni: sicuramente oggi molti brani appaiono datati ma alcuni autori oltre a D’Anzi e Bixio, già citati, ricordo Mascheroni, Libero Bovio, Gorni Kramer, E.A. Mario (Tammurriata Nera ripresa poi dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare), Riccardo Morbelli, rivestono un ruolo importante nella storia della musica leggera italiana. Tra gli interpreti mi piace ricordare, oltre a Natalino Otto, Alberto Rabagliati (...Ba ba baciami piccina sulla bo... bo...bocca piccolina) e il Trio Lescano, tre ragazze olandesi che con le loro armonie vocali fecero sognare molti italiani.

Inoltre mi piace sottolineare come molte canzoni napoletane scritte in quel periodo siano rimaste nel repertorio di molti artisti come Dicitencello vuje, ripresa da Alan Sorrenti e in parte anche in Caruso di Lucio Dalla e infine Lacreme napulitane (E’nce costa lacreme st’America a nuje napulitane, paragonabile a Thousands are sailing dei Pogues sulla tragedia dell’emigrazione irlandese al di là dell’Atlantico).
Merita un commento anche il titolo del volume: 'Eia Eia Alalà' era il grido di esultanza creato da Gabriele D’Annunzio (pare saccheggiando le liriche di Giovanni Pascoli) da contrapporre all’odiato anglicismo di Hip Hip Hurrà. Eiar, che va a sostituire il grido del Vate, era invece L’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (la primigenia RAI) e fu per un ventennio la voce del fascismo. Il volume contiene poi una selezione di brani interpretati dal trio vocale Le Sorelle Marinetti e dell’Orchestra Maniscalchi accessibili via QR code. Il libro è impreziosito poi dai contributi di Riccardo Bertoncelli e Vincenzo Mollica e una interessante intervista a Francesco Guccini.

In conclusione un volume ricco di informazioni, curiosità e aneddoti su un periodo della musica leggera italiana con uno sguardo sulla Storia.

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In dettaglio

  • Artista: Franco Zanetti-Federico Pistone
  • Editore: Baldini Castoldi Dalai
  • Pagine: 365
  • Anno: 2024
  • Prezzo: 20.00 €