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Andrea Pedrinelli

Lucio Dalla – disperato erotico poetico – Le storie dietro le canzoni

Sono passati ben ottant’anni da quando il 4 marzo 1943 venne alla luce Lucio Dalla, il più grande cantautore italiano, un genio visionario “disperato, erotico e poetico” che sembrava venuto da un altro pianeta e che ha contribuito notevolmente con la sua ricca produzione, a scrivere un pezzo importante di storia della musica del nostro paese. Dalla è tra i pochi artisti di cui è facile ricordare la data di nascita dal momento che la ritroviamo a far da titolo a uno dei suoi più celebri e storici brani. Con la lettura di questa autentica “enciclopedia musicale” (mi si permetta di chiamarla così) di più di 300 pagine, abbiamo la possibilità di scoprire nei dettagli cose che ai più distratti sicuramente suoneranno come novità. Occorre operare, tuttavia, qualche scelta chirurgica nel raccontarlo anche perché è utile dare qualche assaggio per scatenare in ogni lettore un’autentica fame di conoscenza.

Proviamo a fare una panoramica su ciò che è possibile trovare all’interno di Lucio Dalla – disperato erotico poetico – Le storie dietro le canzoni, libro di Andrea Pedrinelli pubblicato da GiuntiEditore nell’ottobre del 2023 che fa parte della collana Bizarre a cura di Riccardo Bertoncelli. La lettura inizia dal prologo “1943-1963. I primi vent’anni di Lucio”, un percorso che ci fa tornare a un contesto storico italiano che era caratterizzato dagli spaventosi venti della guerra e che per molti significava dover anche combattere con la condizione della povertà. La famiglia Melotti-Dalla di Bologna, ossia i genitori di Lucio, vivono al terzo piano di un palazzo di piazza Cavour. Commerciante di olio e direttore del tiro a volo il papà Giuseppe, sarta e “modista” la mamma Iolanda, donna originale e creativa da cui Lucio eredita parte della sua “stranezza” e con cui si trova a vivere la sua infanzia a partire dai sette anni, a seguito della morte del padre avvenuta nel 1950 per una fatale malattia. Al piccolo Lucio piace cantare e a papà Giuseppe, si deve il merito di avergli insegnato Op, Carolla! una canzone filastrocca in bolognese con cui a tre anni sale per la prima volta sul palco di un caffè della sua città e “comincia il canto”.

4/3/1943 come dicevamo (e come sanno tutti coloro che amano la musica di Dalla) è anche il titolo di un suo brano e nel capitolo dedicato, a partire dalla pagina 76, leggiamo che in origine doveva intitolarsi “Gesubambino” tutto attaccato ma che per una serie di motivi di carattere morale, sociale e discografici, questa scelta non fu possibile. A raccontare come andarono le cose è l’autrice del testo Paola Pallottino che disse: “Quando mi trasferii a Bologna telefonai a Dalla e lui senza tante cerimonie accettò di incontrarmi. Poi l’idea di 4/3/1943 nacque chiacchierando, confrontando le opposte esperienze della nostra infanzia…”. La musica di questo brano nacque di getto, Dalla aveva un suo particolare metodo. Contrariamente a quelli che erano gli standard creativi musicali, infatti, lui componeva la musica sui testi già scritti. Il risultato fu una partitura con le caratteristiche semplici della tradizionale canzone popolare ma che assunse un carattere più moderno grazie a una ritmica molto particolare e soprattutto originale per l’epoca.

Lucio Dalla – disperato erotico poetico – le storie dietro le canzoni è una lettura che difficilmente si riesce a fare “tutta di un fiato” ma può essere affrontata con diverse modalità. Per quanto riguarda le canzoni può avvenire giocosamente, per curiosità e desiderio di conoscenza, per rispondere a domande come: “Chi è Anna Bellanna?” o “Quale canzone è stata inserita fra i testi dell’esame di maturità del 2000?” ma anche come una sorta di oracolo da consultare da soli o in compagnia degli amici diventando uno strumento di intrattenimento corale; pensando o sentendo un brano, attraverso l’indice in ordine alfabetico si scorrono i titoli e si può scoprire non tanto il suo significato letterale (per quello forse non basta nemmeno analizzare i testi come è già stato egregiamente fatto da altri autori) ma si apre la possibilità di comprenderne la genesi e i retroscena. Le canzoni sono suddivise per anno e comprendono il periodo dal 1964 al 2011. Troviamo menzionate tutte le cover di Caruso che sono state fatte nel mondo e le moltissime collaborazioni tra Dalla e i colleghi. È inoltre possibile conoscere le opere e il pensiero del primo “Lucio jazzista” e il mondo discografico parallelo che è riuscito ad ispirare con la sua musica in artisti come Ron, Morandi, De Gregori, Stadio, Bersani e altri. E non solo. Lo sapevate, ad esempio, che un giovanissimo Dalla nella fine degli anni’60 condusse un programma televisivo? A pagina 306 è possibile scoprirlo attraverso il box “La televisione secondo Dalla” che racconta le potenzialità e i rischi legati a questo mezzo di comunicazione che è presente nelle vite di tutti e in tutto il mondo. Dalla era anche un grande appassionato di arte figurativa e un vero e proprio cinefilo. Pur non essendo mai stato molto attratto dal cinema in termini attoriali (anche se negli anni’60 e ’70 fu costretto a fare l’attore per campare) disse a Fernanda Pivano che avrebbe fatto volentieri il regista, in particolar modo negli anni della sua vecchiaia e aveva in mente di fare un film. La sua personale collezione di DVD arrivava a contare fino a duecentocinquanta titoli. Pare che non passasse giorno senza guardare una pellicola spaziando tra le opere di Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Fellini ma anche produzioni americane come quelle di John Ford e dei Fratelli Cohen e disse che a suo avviso Matrix era un film “dalla sceneggiatura perfetta”. Anche se il suo contributo più significativo, quello che ha lasciato una importante traccia nel mondo del cinema, lo si deve più che altro alle sue canzoni e alle colonne sonore da lui prodotte. Nell’appendice “Lucio Dalla e il cinema” è possibile scoprire questi e altri particolari. A corredo dell’appendice è presente un esauriente elenco in ordine cronologico, di tutte le pellicole cinematografiche in cui è presente un cameo di Lucio Dalla cantante oppure una o più canzoni o colonne sonore. Un prezioso spunto utile anche per andare a riscoprire film che magari non si ricordano, oppure mai visti finora.

Pagina dopo pagina è possibile immergersi in profondità e nei dettagli nel variegato mondo musicale di Lucio Dalla, grazie a un meticoloso lavoro operato da Andrea Pedrinelli giornalista, autore e storico della canzone che non è nuovo a questo genere di narrazione. Esperto di musica e teatro, collabora con il quotidiano Avvenire e con altre testate e ha scritto di Gaber, Jannacci, Zero, Baglioni, Ron e dei Pooh. Nei suoi libri oltre ai dettagli che riguardano la composizione, per ogni canzone è possibile scoprire molti particolari, aneddoti, testimonianze, curiosità e statistiche. 

E visto che stiamo per entrare nel clima dei giorni dedicati al Festival di Sanremo, terminiamo questa carrellata di ciò che abbiamo potuto incontrare durante la lettura, citando l’ultima partecipazione di Lucio Dalla nel 2012 al fianco di Pierdavide Carone (uscito dalla trasmissione TV “Amici”) che fu coautore del brano Nanì. Ne parliamo anche perché sembra quasi una sorta di chiusura di un cerchio, dato che come raccontò Carone, Dalla paragonava Nanì a 4/3/1943. Pedrinelli scrive che fu Gianni Morandi, allora direttore artistico della kermesse canora, a convincere Lucio a salire sul palco. Dalla, infatti, non ne aveva molta voglia, giudicava Sanremo “una sorta di cloaca per personaggini musicalmente finti creati dai talent show”. Tuttavia, accettò di partecipare in veste di direttore d’orchestra e cantante anche per farsi perdonare questa e altre critiche. Il brano venne eliminato nella seconda serata, per poi essere ripescato al Televoto e posizionarsi in quinta posizione. Questa fu l’ultima apparizione pubblica in Italia di Dalla. La fine del suo percorso terreno, purtroppo, era vicina. Del successivo tour in Svizzera che doveva contare di venti serate in un mese, nonostante fosse stato fortemente sconsigliato dai medici, riuscì a fare solo due date: quella del 27 febbraio a Lucerna e quella del 29 a Montreux. Il 1° Marzo, alle nove di mattina venne stroncato da un infarto all’Hotel Ritz. La sua scomparsa innestò una serie di omaggi e tributi, spesso più commerciali che commemorativi, come racconta Pedrinelli nell’ Epilogo. Solo l’amico Ron gli rese un sincero e qualitativo tributo nel 2018 con la pubblicazione dell’album Lucio! e l’inedito dal titolo Almeno Pensami che portò a Sanremo quell’anno e che si piazzò al quarto posto e vinse il Premio della critica.
Con L’Epilogo e le Appendici, si conclude il viaggio di scoperta tra le storie delle canzoni di Lucio Dalla. Troviamo anche due sue frasi, una che suona come una promessa “profetica” confidata all’amico Gianfranco Baldazzi nell’estate del 2010, l’altra tratta da una intervista rilasciata a una TV tedesca.

Come si evince, questo libro è particolarmente ricco di contenuto e può rappresentare un testo prezioso per ogni appassionato di musica: un sicuro punto di partenza per chi Dalla lo conosce appena, per chi sceglie un percorso di studi in ambito musicale e per chiunque ami approfondire e conoscere quali sono “le storie dietro le canzoni”. Da leggere e rileggere, da regalare e perché no, da regalarsi.

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In dettaglio

  • Artista: Andrea Pedrinelli
  • Editore: Giunti Editore
  • Pagine: 384
  • Anno: 2023
  • Prezzo: 26.00 €

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