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Underfloor

Solitari blu

Le tonalità dell'azzurro e del blu hanno ispirato poeti e musicisti, pittori e animi sensibili. Il blu è il colore della malinconia, del cielo, dell'acqua e dell'elettricità. Un piccolo preambolo cromatico per presentare Solitari Blu, il terzo album degli Underfloor, la band attiva dal 2003 e capitanata da Guido Melis, che ha stabilizzato e ampliato la sua formazione, oggi in forma di quartetto.

Con Solitari Blu gli Underfloor compiono un bel salto in avanti, un rock maturo con una chiave neopsichedelica e un piglio progressive sia per la lunghezza della titletrack e di Angeli di carta sia per la voglia di suonare liberamente che avvolge tutto il progetto. Aprire con un brano di sette minuti può dire molto sul coraggio e sulla direzione stilistica presa dall'ensemble.

Nove brani languidi ed energici, ermetici e ruvidi, viscerali e ancestrali – complice anche la grafica sobriamente policromatica del disco.

Piccoli pianeti che insieme compongono l'universo sonoro di questa intrigante formazione fiorentina. Microstorie, suggestioni tanto romantiche quanto elettriche, che entrano in contatto con la sensibilità dell'ascoltatore accarezzandolo con eleganza e delicatezza.

Il disco si apre con Solitari blu, un piccolo manifesto, «Più distante dal sole/nessun volto da indossare», affascinante la costruzione ritmica e il gioco degli intrecci composti dagli strumenti.  

Riuscito il brano Nell'aria grazie alla grana della voce e alle trame dei violini, del violoncello e di Giulia Nuti alla viola, perfettamente in linea con la canzone d'autore più colta.

Più graffiante Come se fossi miele - “Fiori di plastica/ nascono dentro vasi/vuoti” - vicina per il simbolismo al Mogol ecologista anni '70.

Cenere e Luci di ruggine sono composizioni costruite con frammenti di paesaggio (“Rubo le ombre/ da spiagge deserte”), il tutto sempre in chiave psichedelica. Menzione per Solo un altro sogno, che si distingue per l'uso del sax tenore ad arricchire e dare forma al dialogo tra l'ambiente desertico prima e il clima vorticoso poi.

Gli Underfloor inanellano nove canzoni molto valide, mai noiose, mai ipercostruite che si distaccano dai progetti precedenti e approdano a una proposta equilibrata, insolita e molto personale.

Prodotto dal caro Ernesto De Pascale, uno zampino prezioso il suo, che mancherà a tutti noi.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Ernesto De Pascale
  • Anno: 2011
  • Durata: 37:09
  • Etichetta: Suburban Sky – Il Popolo del Blues

Elenco delle tracce

01. Solitari blu

02. Nell'aria

03. Come se fossi miele

04. Cenere

05. Sulla mia pelle

06. Metà di me

07. Luci di ruggine

08. Solo un altro sogno

09. Angeli di carta

Brani migliori

  1. Solitari Blu
  2. Nell'aria
  3. Solo un altro sogno

Musicisti

Guido Melis: basso elettrico e voce Marco Superti: chitarre elettriche ed acustiche Giulia Nuti: viola e tastiere Lorenzo Desiati: batteria