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Extraliscio

È bello perdersi

Fosse uscita a febbraio, questa recensione avrebbe dovuto aprirsi con uno spiegone su chi è il barbuto Mirko Mariani e chi sono gli Extraliscio, ennesima sua creatura, ultima di una lunga sfilza che parte dai Mazapegul (metà anni ’90) fino a Fwora Jorgensen. La fortunata partecipazione al Festival di Sanremo ci esime però da tutto ciò, e quindi andiamo ad ascoltare questo doppio CD edito da Sony Music e prodotto dalla “Betty Wrong” di Elisabetta Sgarbi che dopo le sue felici intuizioni editoriali (quanti scrittori eccezionali ci ha fatto conoscere la storica rivista “Panta”!), si è recentemente innamorata fin nelle ossa di questo atipico ensemble romagnolo (che aveva già tre lavori alle spalle), tanto da dedicargli un film, “EXTRALISCIO – PUNK DA BALERA. Si ballerà finché entra la luce dell’alba”, che è stato presentato in anteprima alle Giornate degli Autori nell’ambito della 77ª Mostra del Cinema di Venezia e al Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Insomma, grandi cose si sono agitate in questi ultimi mesi attorno a Mirko Mariani e i suoi sodali (due leggende del liscio romagnolo come Moreno Il Biondo e Mauro Ferrara).

E’ bello perdersi esce come doppio CD, suddiviso in due parti ben distinte, anche nel titolo. La prima, omonima, nella quale si persegue un’ipotesi di canzone d’autore ballabile, è sostanzialmente ad appannaggio di Mirko Mariani (si potrebbe quasi dire un album solista) che ne è unica voce, nonché autore di tutte le musiche, coadiuvato per i testi dalla stessa Elisabetta Sgarbi e da Pacifico in un paio di pezzi, tra cui la sanremese Bianca luce nera che si avvale anche della voce di Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti. E’ proprio questo il clou del primo dischetto, con quel suo irresistibile ritmo circolare che ha stregato anche i milioni di telespettatori di RAI 1. Ma niente male è anche la ritmata E’ bello perdersi, con una melodia che ti acchiappa subito e non ti lascia più.

Qua e là compaiono anche Le Mystere de Voix Bulgares, che tornano su un italico disco dopo aver contrabbandato il Pippero insieme agli Elio & le Storie Tese, una vita fa. Di ascolto godibile anche gli altri episodi, che tuttavia musicalmente non si distaccano granché da quanto il buon Mariani ci aveva fatto già sentire in altri progetti (specialmente negli ultimi due lavori dei Saluti da Saturno, “Dancing Polonia” e soprattutto “Shaloma Locomotiva”) che già si immergevano abbondantemente nella cultura lisciarola, da “Ciao mare” a “Romagna mia”. Il tutto sia detto con buona pace di Sandro Veronesi che nell’introduzione del booklet di questo primo CD descrive un po’ pomposamente gli Extraliscio come un noumeno mai visto e sentito prima, chiedendosi retoricamente: “dove era prima, questo mondo fantastico?”.
Ecco Sandro, stava nei Saluti da Saturno, un bel po’ di anni fa.

Sicché, chi già amava quel mondo sonoro retrofuturista che già dal 2008 (con lo stupendo “Parlare con Anna”) ci portava su Saturno, se da una parte non faticherà ad apprezzare questi pezzi gentili, che hanno forse il solo torto di apparire un po’ “in vitro”, un po’ addomesticati dal lavoro in studio nel mitico Labotron, dall’altra non avvertirà chissà che inusitata rivoluzione sonora, e soprattutto si chiederà dove diavolo dovrebbe essere il punk in queste canzoni aggraziate che sono lontane anni luce dagli spilloni e dai guinzagli al collo (non si preoccupi, signora massaia di Forlì, può farle ascoltare anche alla sua bambina).

Nel secondo CD (chiamato Si ballerà finché entra la luce dell’alba), introdotto con più sobrietà da un altro scrittore, il “lunatico” Ermanno Cavazzoni, ci si butta più a capofitto nella ragione sociale degli Extraliscio, e maggiormente si sente la presenza degli altri due compagni di avventure. E’ questa la parte che, ci scommettiamo, farà da riempipista nelle mille piazze estive che gli Extraliscio hanno già prenotato, è qui che troviamo le varie mazurche, i valzerini e via dicendo, tra un paio di omaggi al capostipite del liscio, l’indimenticato Secondo Casadei, un brano della tradizione popolare, e altri pezzi che da tempo girano negli immensi repertori delle orchestre romagnole, come “Rosamunda” (anche questa vista a Sanremo) e il “Casatchok” portato al successo da Dori Ghezzi. Non mancano anche un paio di cosette che già avevano trovato collocazione nel recente film di Pupi Avati, “Lei mi parla ancora”, per esempio la versione di “Non partir” di D’Anzi (con la voce senza tempo di Mauro Ferrara in bella evidenza). Il tutto è intervallato da piccoli strumentali perlopiù acustici dello stesso Mirko Mariani, che fanno da curioso contrappunto lirico e, talora, malinconico.

Insomma, un disco nel complesso piacevole, il cui principale obiettivo, ci pare di capire, sia quello di lasciare un documento sonoro da portarsi a casa dopo aver ballato fino all’alba con questi ragazzacci in qualche piazza o megabalera della riviera. 

Foto di Manuel Palmieri

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In dettaglio

  • Produzione artistica:
  • Anno: 2021
  • Etichetta: Sony/Betty Wrong

Elenco delle tracce

Disco 1: È bello perdersi
01. La nave sul monte
02. La ballerina sinuosa
03. Capelli blu
04. Marisa e temporale
05. È bello perdersi
06. Valzer dAfrica
07. Odiarsi
08. Amarsi come una regina
09. Ninna nonna nanna
10. Bianca Luce Nera.

Disco 2: Si ballerà finché entra la luce dell’alba 
01. Il ballo della rosa
02. Mia cara gioventù
03. Il giocoliere
04. Milanesiana di riviera
05. Il ballo e le lucciole in giardino
06. Maggio mese gentile
07. Dolore
08. Interludio
09. Non partir
10. Primavera notturna
11. Medley Rosamunda (Romagna mia- Casatchok-Rosamunda)

07

Brani migliori

  1. Bianca luce nera
  2. Non partir
  3. E’ bello perdersi