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E’ uscito ‘È’, l’album d’esordio di Erica Mou, la nuova scommessa in casa Sugar

Nonostante la giovane età, verrebbe da dire “finalmente” esce il primo lavoro ufficiale di Erica Mou. L’avevamo conosciuta un paio d’anni fa, quando ancora diciottenne vinceva concorsi (tra cui anche L’Artista che non c’era organizzato dalla nostra testata. Nella foto qui a fianco la sera della finale). Poi decine e decine di concerti in giro per l’Italia e un unanime apprezzamento da parte della critica. Ora tutto si è concretizzato nel suo primo album, che si intitola semplicemente “È”, in uscita l’8 marzo su etichetta Sugar.

La canzone d’autore italiana con influenze folk-rock nell’album della giovane artista prodotto da Valgeir Sigurðsson e arrangiato da Mattew Ker: 11 brani autobiografici scritti dalla giovane cantautrice di Bisceglie, classe 1990, che mettono in luce le sue grandi qualità compositive e vocali e una bonus track, Don’t Stop, cover dello storico brano dei Fletwood Mac e colonna sonora del nuovo spot istituzionale Eni. Prodotto dall’islandese Valgeir Sigurðsson, già collaboratore di Bjork, e arrangiato da MaJiKer, alias Matthew Ker, “È” racchiude la grande tradizione della canzone d’autore italiana contaminata da influenze folk-rock con una marcata apertura internazionale data proprio dall’intervento di Valgeir Sigurðsson e Mattew Ker.

Oltre ad aver arrangiato i brani, Mattew Ker è riuscito a creare, grazie alla sua voce utilizzata quasi come uno strumento musicale, delle sonorità e delle dinamiche molto particolari che si basano sull’intreccio tra le voci e pochi essenziali strumenti. Prima traccia dell’album è “Oltre”, brano scelto per accompagnare sui titoli di coda il film di Roberta Torre “I baci mai dati”, pellicola accolta con 10 minuti di applausi in sala all’ultima mostra del cinema di Venezia e unico film italiano presente al Sundance Film Festival di Robert Redford. Segue “Giungla”, un pezzo dove è palpabile la rabbia contro tutte le abitudini e le ossessioni che non ci permettono di essere noi stessi e di vivere bene. Il ricordo di un viaggio ormai finito in cui si è assaporata la libertà e il desiderio di poter vivere con la stessa libertà una volta tornati a casa è il tema di “Torno a casa (lasciami guardare)”. E’ un’atmosfera sognante quella di “Vorrei dirti un sacco di cose adesso”, una canzone d’amore, dalla melodia avvolgente. “La neve sul mare” parte dalla descrizione di questo fenomeno raro e singolare, per farsi metafora di tenacia.

“È”, che dà il titolo all’album, invece, può essere considerato il brano-manifesto di Erica, in cui tra le righe racconta del suo legame con la musica. Si prosegue con “Tè”, brano dal titolo semplice, ma che in realtà rimane aperto a mille interpretazioni; e ancora “Epica” che non è solo il nome “Erica” scritto con il T9, il sistema di scrittura intuitivo utilizzato dai cellulari, ma anche il racconto di un viaggio avventuroso dove si è tanto camminato e in cui si arriva alla conclusione che il punto più vulnerabile del corpo è il cuore, e non il tallone come per Achille. Di un arrangiamento minimalista si avvale il dolce brano “Vivere sul tuo collo”: un attrazione fatale per quella parte del corpo, tanto da sognare di poterci vivere sopra. Penultima traccia è “Harem": un attacco a tutti coloro che restano immobili ad aspettare l’occasione giusta, senza essere propositivi.

Chiude l’album “E mi” in cui Erica, nel descrivere un luogo della sua città a lei caro, apre a tutto il sentimento e al legame con la sua terra, la Puglia. La versione digitale di “È” disponibile su iTunes dall’8 marzo, contiene anche il videoclip di “Giungla” diretto da Valentina Be e ispirato al suicidio di Tom Nicon, l’ottavo giovanissimo modello morto negli ultimi due anni.

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