«I musicisti si compiangono sempre nemmeno io li sopporto più se gli proponi di cambiare le cose si lagnano ancora e non ascoltano. I discografici promettono sempre ed alla fine non mantengono mai. Basta». Basta con la solita musica. Basta come la canzone che apre l’ep Va tutto bene… di una giovane artista genovese chiamata Ila.
Testi ironici, a tratti duri, sicuramente originali che invogliano ad un ascolto ripetuto e continuo senza mai annoiare. La cosa che colpisce ad un primo ascolto è la sensazione che non si è davanti al solito esordio discografico di una ragazza con una bella voce e con canzoni orecchiabili. Sensazione che si tramuta in certezza andando a fondo nelle sei canzoni che compongono l’ep di Ila, la quale non si può definire come una cantante e basta, né come cantautrice genovese giramondo come lei stessa si definisce, ma come artista a trecentosessanta gradi.
Oltre alla produzione artistica, Ila ha infatti curato il progetto grafico dell’ep, scattato le foto, scritto le canzoni, suonato la chitarra acustica, cantato. Ma non finisce qua. Perché questa giovane artista ha curato anche il suo sito che si presenta come un albero di idee attraverso il quale si può continuare a scavare nel suo mondo.
L’ironia è l’elemento che meglio definisce il disco di Ila e che prende piede soprattutto in Basta, Relatività e Niente che non sia reale. Semplicità e suoni scarni sono le altre peculiarità di questo dischetto, suo secondo lavoro dopo l’esordio del 2007 con il disco “Malditesta” che l’ha portata in tour in giro per l’Italia e a SanremOff. Un buon lavoro, con quella giusta dose di creatività che non guasta mai.

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