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Villa Ada, Roma

Motta + Paolo Benvegnù

E poi fu (davvero) indie di qualità. Così lo immaginavamo e così è stato lo scorso 25 Luglio  per i 2.500 spettatori accorsi al doppio concerto targato Benvegnù-Motta al Villa Ada- Roma Incontra il Mondo 2017. Una staffetta aspramente criticata nei giorni precedenti, ma poi degna di nota e di abile ingegno: percorso generazionale inverso sotto il segno del talento.

Perché l’ex chitarrista degli Scisma si è prodigato con grande umiltà e tenacia nell’esecuzione di ben 10 pezzi per 40 minuti, senza mai staccarsi da quel microfono che è diventato nel corso degli anni il suo megafono emozionale. Una performance intima e calda, quasi come se si fosse stati in una piccola stanza dove poter riascoltare ininterrottamente i suoi brani tratti dall’ultima fatica H3+. Dall’apertura Nello spazio fino alla suggestione del Mare è bellissimo, c’è stato modo per l’artista milanese di raccontarsi e di ricevere il giusto plauso al termine del suo concerto, prima di spalancare le porte a Francesco Motta.

Entrata in scena tirata leggermente per le lunghe, ma letteralmente straripante per il polistrumentista pisano, sotto le audaci note del chitarrista Giorgio Condemi che ha saputo risvegliare il pubblico dopo un’ora di attesa con un accenno di puro rock. Se continuiamo a correre è il biglietto da visita che immerge il pubblico nella dimensione ‘mottiana’ che lo ha contraddistinto nel suo infinito tour in giro per l’Italia e giunto ora al termine. Tra effetti shocking e pertinenti giochi di luci, l’atmosfera si è riscaldata immediatamente, dando così la possibilità al giovane artista di poter uscire fuori dalle righe. Infatti la sua carica adrenalinica investe sia i presenti che la propria band - la ‘famiglia’ richiamata e abbracciata affettuosamente più volte durante la performance - creando un legame indissolubile nella notte stellata della Capitale, ormai sgombra dalle nubi minacciose del pomeriggio. Una cornice suggestiva che ha riportato alla mente anche il passato da Criminal Jokers attraverso i brani Bestie e Fango.

A fare da padrone però è stato il disco d’esordio La fine dei vent’anni, tanto osannato dalla critica quanto apprezzato effettivamente dal pubblico eterogeneo. Infatti ogni brano è stato inserito tematicamente, schematicamente, come a disegnare un particolare universo nel quale immedesimarsi e uscirne infine come ‘un pesce’ – come ricorda l’ultima frase di Cambio la faccia, sempre dei Criminal Jokers. Dai temi familiari con Mio padre era comunista e Maternità si giunge gradualmente a quello della diversità con Sei bella davvero, perla musicale divenuta simbolo dell’album. Senza poi dimenticare quel velo di malinconia che riveste il brano manifesto La fine dei vent’anni e la poetica realista di Roma stasera.

Un mosaico musicale, arricchito da tratti iconici del cantante toscano che ha concesso parti strumentali alla band, mentre si fumava una sigaretta e sorseggiava un po’ di grappa guardando il suo pubblico romano, fonte di grande ispirazione. E con il quale si è confidato dichiarando l’uscita di nuovi pezzi a breve, senza doversi ‘incontrare tra 10 anni’. Nel frattempo però si è goduto un finale aureo, frutto di un percorso costellato da ‘panini negli autogrill’ e di un implicito sforzo artistico negli studi di registrazione.



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In dettaglio

  • Data: 2017-07-25
  • Luogo: Villa Ada, Roma
  • Artista: Motta + Paolo Benvegnù

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