Baglioni e il 2026. Ci arriverà Atuttocuore.

Eventi, live e performance mai messe in scena per celebrare una carriera unica

Dalla Redazione: "Ci sarà una conferenza stampa sabato, Baglioni vuole dare una notizia prima del concerto al Forum. Vuoi andare tu?"

Dopo aver prenotato al volo treni e albergo, facendo qualche ipotesi bislacca sui motivi di questo incontro, parto per Milano. In testa cominciano ad intromettersi pensieri sulla probabile sua decisione di smettere, ma la mia psicologa mi ha insegnato come riconoscere i pensieri intrusivi e come ignorarli; quindi, metto in atto qualche tecnica pagata profumatamente e mi godo il viaggio. Due posti davanti a me un gruppetto di fan romane con cui scambiare qualche parola. Mi aspetta una Milano fredda ma soleggiata, e il Forum di Assago si raggiunge facilmente con la linea verde. Roma, prendi spunto: si crea un luogo di aggregazione dove si fanno eventi e poi si permette alla gente con facilità di arrivarci. Si sale al secondo piano, qualche volto amico da salutare, il brano A tutto cuore risuona dalle casse, mi siedo. Questa sera, dopo la data zero di Pesaro, riparte il tour, che si chiuderà a Roma, la sua città, il 26 febbraio, ultima data aggiunta da poco. (vedi il trailer di 'Atuttocuore')

Claudio Baglioni (qui sopra in una foto di Angelo Trani) è noto per la sua costante voglia di sperimentare e per l'aver cercato, soprattutto negli ultimi anni e tour, di amalgamare esperienze artistiche differenti, dal teatro alla danza, per offrire al suo pubblico uno spettacolo dove ovviamente la musica fosse sì sempre la protagonista ma si arricchisse ed ampliasse grazie all'incontro con altre forme d'arte.
Ed eccoci a quest'Opera Show dove passato e futuro si rincorrono senza tempo, e il presente è un'esperienza condivisa da attraversare assieme, un luogo che abbiamo l'obbligo di vivere al ritmo unico e irriproducibile del nostro cuore. ‘Atuttocuore’ è il live emblema di quello spettacolo totale a cui il cantautore lavorava già da qualche anno e del quale si può scorgere un embrione già nel tour ‘Da me a te’ del 1998. Canzoni come quadri, cortometraggi, dove l'Artista sul palco è a volte spettatore, a volte attore. Colori, costumi e coreografie nella costruzione, regia e talento di Giuliano Peparini.

Mentre ragiono e prendo qualche appunto, lui entra, sorride, si siede a centro sala nella postazione che gli hanno preparato i tipi di Parole & Dintorni e, visibilmente emozionato, dice qualcosa che suona “vi ho chiamato qui a raccolta per dirvi una cosa che mi dovete aiutare poi a dire al mondo".

Ed ecco che il pensiero intrusivo si fa certezza, incrocio il suo sguardo per un istante, proprio mentre dice "chiamo il mio giro d'onore", e allora mi salgono fino agli occhi gli ultimi trent'anni della mia vita, tutti insieme, tutte le file per comprare i biglietti (quando ancora si usciva di casa per comprare i biglietti dei concerti), le paghette messe da parte, poi le attese, gli incontri fatti grazie alla sua musica; e 30 anni che sono un'infinità, sono quasi tutta la mia vita e metà della sua da artista. Li ricaccio giù a forza, mi perdo qualche parola, poi lo ritrovo mentre ricorda e dice che "…mio padre diceva che dal ring bisogna provare a scendere da vincitori, e non da pugili suonati".

Un desiderio probabilmente già metabolizzato da tempo quello di ‘scendere’ dal palco sul quale è salito per la prima volta, da tredicenne, nel 1964, il bisogno di dirlo in tempo e per tempo, a sé stesso e al suo pubblico, in modo da avere tempo ancora per fare, suonare, scrivere, cantare ma con una data - in mente e nel cuore - fissa lì ad aspettarci: 2026. Questi 1.000 giorni circa saranno riempiti da progetti, tra i quali sicuramente un nuovo album, che saranno tutti perciò singoli atti unici; e da questa loro preannunciata irripetibilità prenderanno sicuramente una rinnovata forza. Quello che è certo è che questo è sicuramente l'ultimo tour nelle arene indoor; facile supporre che ci saranno degli ultimi giri di valzer anche nelle altre venue care al cantautore, teatri e stadi.

Sarà la dimensione live a mancarci di più; tutti i suoi tour, ormai da molti anni, sono stati costruiti per meravigliare, per provare a dare al suo pubblico un'esperienza differente, mai banale. Costruiti nei dettagli, attorno ad un'idea che fosse unica, e che tendesse, almeno negli intenti, alla perfezione. E così gli stadi, ma con più di 100 ballerini e performers, e prima il camion giallo del ritorno con ‘Io sono qui’, poi il palco come una casa che si stratifica in verticale, e prima ancora i colori ad identificarne l'atmosfera, poi da solo al pianoforte, i teatri storici, poi il palco al centro delle Arene, poi con l'Orchestra, Caracalla, e tutti gli ultimi anni di collaborazione con Peparini. Ci si potrebbe scrivere un libro sulla storia dei suoi spettacoli live…

Cosa aspettarsi quindi da qui al 2026?
Forse una cosa manca all'appello e cogliamo l'occasione per suggerirla: un live nel quale i suoi brani siano arrangiati ed eseguiti con il figlio Giovanni (tra i chitarristi acustici più capaci della sua generazione, qui in una foto di repertorio). È già accaduto in qualche sporadica occasione in un passato recente, mai per un intero concerto. Magari solo cinque o sei date, speciali, in luoghi caratteristici e unici. L'Italia ne è piena. Le location quindi non mancherebbero, i "contenuti" neanche...

"Non so come sarà quando si spegnerà la luce, quello che mi rincuora è che non sarà un conto alla rovescia ma un canto alla rovescia".

Torno in albergo per rimettere assieme i pensieri; solo per poco tempo perché è ora di tornare al Forum per il concerto. C'è da saltare sulla vita, una sera ancora. 

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