ultime notizie

Nuovo album per Roberta Giallo, anticipato ...

Quante volte aprendo un giornale, che sia cartaceo oppure online, veniamo travolti da notizie di attualità, cronaca dai toni negativi che ci predispongono a un senso di smarrimento e depressione ...

Una tre giorni di incontri, concerti e interviste

Conclusa la tre giorni del Lilith Festival

Le donne ce la suonano...a Genova

Si è conclusa a Genova domenica 9 giugno la quarta rassegna del Lilith festival. Un appuntamento dedicato al mondo cantautorale femminile che sta davvero crescendo a vista d’occhio. Entusiasmo e voglia di sperimentare. Ma soprattutto l’esigenza di dare spazio a tutte quelle realtà musicali che, purtroppo, nel nostro paese non sempre trovano il giusto spazio. Un plauso davvero alle tre organizzatrici – Valentina Amandolese, Cristina Nicoletta e Sabrina Napoleone -, all’Associazione Lilith Festival. E a tutte le persone – compresi gli sponsor – che si sono prodigati per la riuscita dell’iniziativa.

Quello che segue è la cronaca delle tre serate

Venerdì 7 giugno

Si parte col botto: una serata da brivido tra rock, punk, new wave e blues.
Aprono la kermesse i giovanissimi Technoir (Jennifer Villa alla voce e Alessandro Finizio alla chitarra): un set coinvolgente in cui si spazia tra sonorità lounge, blues e sfumature funky. I due pubblicheranno il loro primo Ep in estate. 
Quindi è la volta di Flavia Ferretti. Un ritorno, il suo, molto atteso: dopo il bellissimo Fuoco veloce (tra i tre migliori dischi usciti nel 2007 per Il Manifesto), Flavia aveva deciso di staccare un poco la spina, un periodo di riflessioni (e ripensamenti?). La ruggine, se mai si fosse depositata, davvero non si vede. Tirata a lucido, propone un set coinvolgente e trascinante in cui rispolvera alcuni vecchi brani (tra cui Emily), una cover di P.j. Harvey e nuovi pezzi che convincono, eccome.
Set pazzesco quello dei Lilith and the Sinnersaint. Lei, Lilith (Rita Oberti), è una delle grande voci dell'underground rock-punk anni Ottanta, loro - i Sinnersaints - una palla di cannone lanciata a tutta velocità. Mezzora di grandissima musica in cui si spazia dal punk al rock, dal dialettale (per la precisione il dialetto di Centenaro) al blues... passando per due brani "noir" che davvero nulla hanno da invidiare alla grande tradizione cantautorale italiana. 
A chiudere la prima serata del Lilith 2014 ecco la "mitica" Lene Lovich (nella foto con Sabrina Napoleone). Personaggio davvero incredibile: sembra una nonnina un po' eccentrica durante l'intervista al Douce Pâtisserie Cafè con Lucia Marchiò – che ha curato tutte le interviste pubbliche delle headliner - per poi trasformarsi in una sorta di dark lady sul palco. La sua carriera è un saliscendi continuo: negli anni Settanta - per dire - viene assunta come urlatrice per il film horror (!); quindi compone i testi in inglese per Cerrone (grande maestro della musica dance) e intanto fa da corista a Chuck Berry (uno dei padri del Rock). Insomma, quanto di più lontano ci sia nel campo musicale. Il grande successo arriva nel 1979 con Lucky Number. Sul palco del Lilith dimostra che la voce e la grinta sono quelle di una volta, accanto ai suoi cavalli di battaglia tira fuori una cover da brividi di Moro perché non moro di Giuni Russo (la Lovich l'aveva incisa nel disco tributo alla cantautrice siciliana del 2006 Unusual). Per lei ci sono fans arrivati da Roma e Bologna. Non vi dico la ressa nei camerini finito lo spettacolo!

Sabato 8 giugno

Serata dai suoni decisamente più acustici, dopo il rock-punk-blues della prima.
In realtà la serata si apre con lo scatenato DjSet di Vamdj (Valentina Amandolese), set che avrebbe dovuto chiudere la serata ma che è stato necessariamente spostato in apertura.
Il concerto vero e proprio inizia la giovanissima Claudia Pisani che, accompagnata alla chitarra da Pierpaolo Ghirelli, alterna brani del suo primo album (in uscita) a sue poesie (nel 2013 ha pubblicato la raccolta Tre punti su di me per Erga Edizioni). 
Quindi è la volta di Nima Marie, monzese di nascita ma ormai ligure di adozione. Nel 2013 ha pubblicato il bel disco Woollen Cap (arrangiato e prodotto da Luca Falomi che l'accompagna sul palco). Nima guarda ad un certo pop-folk anglosassone con grande classe e freschezza. Un lavoro intimistico in cui si parla di piccole cose di tutti i giorni, ma anche di rifugi in mondi agresti lontani dalla caoticità (Country road) per concludersi in una sorta di preghiera finale per ogni piccola gioia provata nella vita (Down in my vain). Un lavoro in cui si spazia da sonorità più pop (ed easy listening) come il singolo You know I do a ritmi decisamente più folk-blues come nel finger style della title-track e sconfinando persino nel fado nella splendida Morning moon. Pezzi che riescono ad essere al tempo stesso fruibili ma mai banali. Gran classe, anche sul palco.
Cambio deciso di sonorità con il set successivo. Francesca Messina ha davvero una storia curiosa: tra il 1999 e il 2001 ottiene un clamoroso successo discografico con lo pseudonimo di Lady Violet nel campo della dance; quindi una svolta a 180 gradi, c'è una gran voglia in lei di sperimentare e di rimettersi in gioco e così si occupa di teatro e approda alla Biennale di Venezia; nel 2008 fonda il gruppo La materia strana quindi nel 2013 pubblica il suo primo disco come Femina Ridens. Un lavoro accolto davvero entusiasticamente dalla critica in cui dimostra uno straordinario uso della voce che diventa forma espressiva al pari della chitarra e di altri suoni più o meno campionati. La sua è una canzone che ha la sua forza nella struttura ritmica più ancora che nell’andamento melodico. 8 tracce ipnotiche, oniriche ma al tempo stesso ancorate (anche a livello testuale) alla realtà più contingente. Femina Ridens è accompagnata sul palco da Massimiliano Lo Sardo.
Alle 23 è poi la volta della seconda madrina della rassegna: Ginevra Di Marco (nella foto con Lucia Marchiò e Francesco Magnelli). Di Marco nasce artisticamente nel 1993 come ospite nel disco dei CSI Ko de mondo, una collaborazione che continuerà fino allo scioglimento del gruppo. Nel 1999 inizia anche la sua carriera come solista con il disco Trama tenue che vince Premio Ciampi e Premio Tenco. Premio bissato nel 2009 col il disco Donna Ginevra, opera meritoria perché come era successo nel precedente Stazioni Lunari Prende terra a Puerto Libre compie un’opera di studio e di recupero di canzoni popolari di più diversa origine (Portogallo, Bretagna, Messico, Cile, dialetti italiani), Ginevra insomma dà davvero voce tutto il sud del mondo. Il suo set ammalia Piazza De Ferrari, ci si emoziona, si balla, ci si diverte. Sotto il palco c'è una sorta di melting pot etnico che si scatena sulle note di queste ballate popolari. E' davvero un qualcosa di archetipico, come se dentro di noi si fosse sedimentato un retaggio culturale che poi è stato seppellito da altre sovrastrutture. Appena alcune note risuonano nell'aria, quella sorta di substrato entra immediatamente in risonanza. Un'esperienza da vivere. Anche per questo dobbiamo ringraziare Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli.

Domenica 9 giugno.

È stata una sera, la terza e ultima del Lilith Festival di musica, passione e sudore (a mezzanotte c'erano ancora 26 gradi!). 
Apre la serata la giovanissima Miss Dodge e il Lilith si apre anche al rap: tre pezzi sparati a raffica dal suo primo cd Per quello che c'è. 
È quindi la volta della genovese Doremiflo, una vecchia (seppur giovanissima) conoscenza del Lilith festival. Accompagnata dagli Acusmatici presenta brani tratti dal suo primo cd Bene. Un album che ha visto la produzione di Ebe Rossi (anche sua bassista) e la direzione artistica di (nientemenoche) Andrea Maddalone. Un Pop fresco con spruzzi di blues, elettronica e funky.
Cambio di sonorità con la calabrese - ma dal respiro internazionale - Roberta Cartisano. Vi è in lei una forte curiosità che la spinge a "sporcare e a sporcarsi", molte le sue collaborazioni con artisti dell'area indipendente. Un set intensissimo e ammaliante in cui ha proposto alcuni brani del suo concept album L'ultimo cuore. Un album in cui si immagina la Terra nel 2333 semidistrutta, i figli hanno abbandonato le città per non imitare i padri; spetterà all'ultimo uomo dal cuore puro andare da loro nella foresta del sud e raccontare la storia dell'umanità. Nonostante la complessità dei temi e dei suoni, il pubblico resta rapito. 
Venature più rock, invece, con Monica P. Anche per lei molte le collaborazioni e le esperienze all'estero. Nel gennaio ha dato alle stampe il suo secondo cd Tutto brucia, dieci ballad rock sporche e in certi casi quasi goticheggianti. Monica P dimostra una grande capacità di scrittura anche nei testi con inserti fulminanti e incisivi ("Mi faccio la guerra mi faccio l'amore"). Avremmo voluta ascoltarla un poco di più, ma i tempi erano davvero serratissimi.
A chiudere la serata e questa quarta edizione del Lilith ecco Nada. Cercare di dare conto del suo repertorio è impresa disperata (come il suo amore?), come ho detto sul palco si rischia di fare come il cacciatore che non riesce mai a catturare la preda: sei convinto che sia in un posto mentre lei se n'è già andata altrove. In Piazza De Ferrari presenta il suo ultimo lavoro Occupo poco spazio. Un disco di rara bellezza, registrato alle Officine Meccaniche in presa diretta. 10 canzoni che sono 10 piccoli universi musicali. 10 storie di donne sospese tra l'immanenza della quotidianità e l'afflato spirituale. Grande applauso e momento molto bello quando Nada ricorda l'immenso Piero Ciampi (che aveva scritto per lei i testi dell'album Ho scoperto che esisto anch'io). Un vero boato - e tutti a ballare - accoglie poi le sempreverdi Ma che freddo fa e Amore disperato. La classe non è mai acqua... proprio vero!

Appuntamento – speriamo – al Lilith festival 2015.

Le foto sono Di Manuel Garibaldi

  


Share |

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento