Davide Diva, in fondo c'è sempre la Luna

Dopo il fortunato avvio con Flash, Grigio pedonale e Einstein, è Luna a presentarci il nuovo Davide Diva

Nel giro di un anno scarso, Davide Diva ha già fatto parlare di sé per via di tre singoli usciti a distanza di due mesi uno dall’altro (il primo, Flash, è dell’ottobre 2020), tre brani che hanno avuto un’ottima presa sui social. Già, perché non è colpa di nessuno se stiamo vivendo un momento dannatamente sospeso, dove mancano le occasioni per avere feedback diretti presentando il proprio “prodotto” live, su di un palco, e così l’unico riscontro possibile diventa quello di entrare in condivisione diretta con il pubblico attraverso le piattaforme social. Discorso ampio e che ci porterebbe lontano, ma resta il fatto che Davide è un giovane artista inserito a piè pari nel presente e che di questo presente prende tutte le pesantezze ma sfrutta giustamente anche le potenzialità. E così ecco che oggi, 29 marzo 2021, esce (in anteprima per L’Isola che non c’era) un nuovo brano, Luna, quarto singolo che tratteggia ancora meglio le sue peculiarità, tra cui un’indubbia capacità di scrittura che ci sentiamo di evidenziare quale punto distintivo su cui costruire una propria strada.

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il brano

Se nei primi singoli troviamo una certa omogeneità di suoni e un approccio generale negli arrangiamenti che portano ad un indiepop, con Luna crediamo che Davide abbia fatto un passo ulteriore. Con questo non vogliamo dire che per forza di cose, essendo l’ultimo nato, il singolo Luna sia migliore dei precedenti Flash, Grigio pedonale ed Einstein, è però uno scarto di lato. Si sente la voglia di dare un’altra immagine di sé, creando un mood sonoro decisamente più raffinato, dove le parole s’intrecciano su un tappeto sonoro adeguato all’ambientazione che Daniele voleva raggiungere. Nessun eccesso negli arrangiamenti, minimali ma capaci di colorare dove serve e con un pianoforte a fare da guida nella melodia. Forse siamo controcorrente, ma ci piace sottolineare che dopo venti secondi non si viene avvolti dal solito ritornello che “apre” la canzone, anzi, quasi quasi nell’inciso qui il brano si ripiega, rendendo l’atmosfera eterea e capace di creare una condivisione intima con l’ascoltatore. Come dire, ci sono i fondamentali per vederlo crescere ulteriormente.

La produzione, di contro, non è per nulla minimale, grazie ad un lavoro mirato portato avanti dall’etichetta Costello’s di Simone Castello, la distribuzione seguita da The Orchard e l’Artwork complessivo affidato a Veronica Moglia, che per la parte “estetica” indovina un’immagine complessiva che riporta agli inizi degli anni Settanta, con le copertine dei quattro singoli che ritraggono Davide dentro una sorta di “cornice”, che molto ricorda la gloriosa collana della RCA chiamata Linea Tre. Le foto invece sono di Laura Bianchi.

Da un punto di vista strettamente musicale, se volessimo trovare una similitudine d’intenti – ovviamente tenendo conto che parliamo di artista giovane – quest’ultimo singolo porta alle atmosfere care a Pacifico, dove la parola viene usata come creta, modellata, mai sovrastata troppo dalla struttura musicale.

Ligure di levante, Davide nasce in una terra che nei secoli ti ha abituato a convivere con l’asprezza delle montagne e la bellezza del mare (anche se molto spesso s’invertono i ruoli in un batter d’occhio), dove la natura ha reso duro ogni possibile lavoro. Quando c’è. E’ forse per questo che dalla terra ligure sono spesso usciti artisti concreti, che sapevano leggere le contraddizioni del presente e usare le parole giuste per condividerle con chi entrava ed entra in sintonia con loro. Davide Di Vanna è uno così, e Luna è davvero un gran bel pezzo. Potrebbe essere questo il viatico migliore per conoscerlo.

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