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Dal 20 al 22 dicembre a Genova, al Teatro della Tosse, è partito un nuovo spettacolo dell'artista ligure

Il Vangelo secondo Alloisio: viaggio nell'uomo libero

Alloisio ci racconta il suo Gesù

Cosa può unire un profeta vissuto più di duemila anni fa ad un cantautore-teatrante contemporaneo? È quello a cui cerca di dare una risposta il nuovo lavoro di Gian Piero Alloisio, Vangelo secondo Gian Piero, andato in scena (in prima nazionale) a Genova tra il 20 e il 22 dicembre scorso. Uno spettacolo che riprende la forma del teatro-canzone come nella migliore tradizione di Giorgio Gaber, di cui lo stesso Alloisio è stato per anni collaboratore e coautore. Il trait d’union tra Cristo e Alloisio è dato dal concetto di sincronicità di Jung. L’idea, cioè, che nella nostra vita accadono avvenimenti tra di loro strettamente collegati che in qualche modo orientano le nostre scelte.

E così, Alloisio alterna racconti della vita di Gesù ad avvenimenti capitati a lui. A cominciare dalla davvero incredibile concatenazioni di circostanze che hanno portato alla realizzazione del brano Ogni vita è grande (title-track del suo splendido ultimo cd), che è stata interpretato davanti a Papa Benedetto XVI e recentemente ripreso da Gianni Morandi. Ovvio, a Gesù le sincronicità accadevano ogni giorno perché mica a tutti è dato essere figli di Dio! Ed è questo un altro aspetto che ha da sempre affascinato il cantautore di Ovada: “Esistono molte opere, anche musicali, dedicate alla figura di Cristo.
Tutte opere che avevano trattato la figura di Gesù, però, dall’esterno: erano gli altri che parlavano di lui. Mancava la soggettiva. Questo in qualche modo però perpetuava l’idea di Gesù come mito e quindi un po’ staccato da noi come uomini. Ognuno di noi ha dei percorsi evolutivi interiori legati ad alcuni fatti che ci capitano nella nostra vita di tutti i giorni. E allora ho pensato a un processo evolutivo anche di Gesù. E in questo penso anche al suo rapporto con il padre, Dio. A me interessava dare il punto di vista di Gesù, perché se ci fai caso il Vangelo racconta le vicende di Cristo – anch’esso – tutto dall’esterno. Manca il suo punto di vista soggettivo, manca il suo percorso evolutivo. Nel mio spettacolo, per esempio, Gesù si sbaglia anche, non è onnisciente. Non è vero che Gesù nasce imparato, altrimenti non è vera la frase secondo cui lui si è fatto uomo. Solo un robot nasce già belle e finito”.

Nello spettacolo si passa, così, da momenti di grande ironia, come quando Gesù – sempre per una concatenazioni di sincronicità - prima maledice il fico (reo di non dare frutti in inverno!) e poi scaccia i mercanti dal tempio; a momenti di grande commozione, come quando viene rievocata la figura di Chiara “Luce” Badano (nella foto a destra). “La sua è una storia davvero tanto tragica quanto straordinaria. È una ragazza che è morta per un tumore nel 1990 e verrà fatta Santa. A 18 anni quando le diagnosticano un tumore e scopre che è incurabile fa una cosa assolutamente insopportabile per chiunque: trasforma il giorno della morte in una festa in cui invita gente, fa la lista delle canzoni, scrive come pettinarsi… tiene questo gioco per ben sei mesi, coinvolgendo tutto il paese, si sparge la voce e viene gente da tutta Italia per salutarla. E lei li accoglie dicendo: “Siate felici come me che ora sono libera e vedo le cose come davvero sono”. A 18 anni, ti rendi conto? Ho conosciuto i suoi genitori a Bresso quando ho cantato per il Papa Ogni vita è grande. Ecco un’altra sincronia: prima di salire sul palco hanno trasmesso la testimonianza di diverse persone, tra cui loro; nel video c’era anche lei, magrissima con due occhi enormi, ma non immaginarti una “suorina”, lei era una “rock”, una davvero tosta”. E proprio il brano Chiara Luce – uno dei 7 inediti, appositamente scritti per lo spettacolo -  è uno dei punti più alti dell’intera rappresentazione. Così come era successo trent’anni fa con Venezia, Alloisio è bravissimo a non cadere mai nella retorica e nel facile patetismo, tenendo altissima la tensione emotiva ma rendendo alla perfezione la gioia di vivere di Chiara. Da brividi.

Non mancano, infine, momenti in cui addirittura si leggono sul palco brani del Vangelo che vengono commentati da Alloisio e dal fido Gianni Martini: “Martini ha un ruolo molto importante, perché sarà la voce della perplessità. Parte che gli viene benissimo d’altronde, essendo ateo e laico. Però, attenzione, nello spettacolo non c’è dicotomia, non è che Martini è la ragione e io sono il cuore. Non c’è ragione senza scoperta, e la scoperta è sempre “rivelazione”, cioè togliere un velo. È troppo grande il rapporto tra cuore e ragione per pensare che il processo scientifico o quello spirituale sia esente da uno dei due. La storia si muove verso l’unità della fede e ragione”.

Proprio a Martini spetta in qualche modo il compito di chiudere lo spettacolo. Alloisio “chiede” al Vangelo quando usciremo dall’attuale crisi economica; Martini dovrà aprire a caso una pagina del Vangelo e leggere un passaggio. Così lo spettacolo che si era aperto con il racconto di una sincroncità involontaria (la nascita di Ogni vita è grande), si chiude con una sincroncità “a richiesta”. Una pratica di fatto che riprende l’antica tradizione cinese de I Ching e che, ancora una volta, proprio Jung aveva studiato e fatto sua. 


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