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Menzione speciale come miglior testo a Michele Scerra

La decima edizione del Premio Bindi a Cristina Nico

Una tre giorni a Santa Margherita di musica e incontri sulla canzone d'autore

È la genovese Cristina Nico la vincitrice della decima edizione del Premio Bindi.
Una vittoria importante che suggella un periodo particolarmente intenso per la giovane cantautrice, reduce, infatti, dall’organizzazione della rassegna Lilith Festival – si è svolta a giugno a Genova – e dalla registrazione del suo primo cd dal titolo
 Mandibole.
E proprio
Mandibole è stato uno dei due brani che ha presentato in concorso (insieme a Le creature degli abissi). Dotata di una grande grinta sul palco, Cristina è capace di unire atmosfere prettamente rock a inserti più intimisti e autorali, così come affrontare, in modo assolutamente poco didascalico grandi temi sociali (“I vip miracolati/ devoti a Padre Pio/ la fine nei pronostici dei Maya e di mio zio:/ è tutto un esercizio di mandibole” in Mandibole che parla proprio dell’oralità dell’attuale società, quell’autofagia che di fatto ha distrutto quanto costruito dai nostri padri) e piccole storie personali.

Menzione speciale al calabrese Michele Scerra che ha proposto una bellissima Il circo Gelsomino (brano che appare nell’ultimo lavoro dell’Orchestra del rumore ordinato). Un tentativo di ridare vita (e nuovo destino) alla figura di Gelsomina de La strada di Federico Fellini. Una canzone deliziosa che è scritta bene, una bella presenza scenica che ha ricordato – sarà la barba rossiccia di Michele o il suo cappello in testa – il De Gregori degli anni Ottanta.

Ma oltre a quella dei vincitori, ricordiamo anche gli altri finalisti che hanno portato a questa decima edizione davvero degli ottimi brani. I sardi Nasodoble predilogono storie al limite del surreale, ottimi musicisti hanno in uscita l’album Semicerchi in cui si gioca sull’ambiguità semantica (Semicerchi/se mi cerchi); il Mappamondo di Matteo Passante è un altro pezzo molto poetico (l’idea della presunta fragilità femminile come potenzialità non come impedimento) con un potente ritornello che entra immediatamente nelle orecchie; Marrone quando fugge che nel prologo pomeridiano (in cui ogni artista presenta meglio alla giuria il suo progetto) rispolvera un brano anarchico di inizio Novecento e sul palco serale si presenta con il coautore AbbaZabba per una rapsodica e intensa Piogge torrenziali; impostazione più teatrale, infine, per Il Vocifero con la sua Blue e amo.

Tra gli ospiti della serata troviamo Ernesto Bassignano, che ha proposto alcuni brani dal suo ultimo importante disco Vita che torni tra cui il brano La strada (proposta sabato) e un brano scritto a quattro mani con Umberto Bindi… grandi emozioni. Nel bel mezzo della serata di domenica, invece, sul palco arrivano i Quintorigo che hanno ammaliato il pubblico con il loro sincretismo musicale (tra il jazz e la canzone d’autore) omaggiando proprio Bindi con una loro rilettura di Arrivederci. Ad aprire lo spettacolo della serata finale, è stato però Mirco Menna - che nel pomeriggio aveva presentato il suo nuovo libro 118 frammenti apocrifi (EditriceZona) – con una splendida versione di Lu pisci spada, annunciando così l'uscita di un suo nuovo disco live dedicato a Domenico Modugno, nel ventennale della sua scomparsa. A presentare la finale per la prima volta – quasi a suggellare una sorta di gemellaggio tra il Bindi e il Tenco – Antonio Silva, storico presentatore della Rassegna Tenco (qui nella foto con Mirco Menna).

Cristina Nico – che si è aggiudicata anche la Targa AFI - è stata premiata da Sandro Giacobbe e dal Sindaco Pier Paolo Donadoni. E a proposito di Targhe, quella dell’Artigianato della canzone è andato a Gennaro Gatto, straordinario e infaticabile artefice, insieme a Gaetano d'Aponte, del 'Premio Bianca d'Aponte', una delle manifestazioni più interessanti e prestigiose dedicate alla canzone d'autore (in questo caso tutta dedicata al mondo cantautorale al femminile) che popolano il nostro stivale e che si tiene ormai da dieci anni ad Aversa (CE).

Ma la finale di domenica è stata solo l’ultima di una tre giorni particolarmente intensa di musica, incontri e dibattiti. Venerdì sera apre le danze il pianista Alberto Luppi Mussi che ha presentato il suo Cd (prodotto e arrangiato da Stefano Cabrera) Ricordi Muti; quindi è stata la volta della presentazione del volume curato da Enrico de Angelis Leo ferré e gli altri (NdA Press) e dello strepitoso set dei Tetes de Bois (qui a sinistra nella foto) che hanno interpretato proprio le loro traduzioni di Leo Ferré (Ferré, l’amore e la rivolta era l’album del 2002 che li aveva portati alla vittoria della Targa Tenco come migliori interpreti.). Sabato invece alle 21 vi è stata la suggestiva esibizione di Luca Falomi, Paolo Agnello e Marcella Garuzzo presentati da Enrico Deregibus. Alle 22 invece è stata la volta del grande concerto dedicato alla canzone ligure, presentato da Roberta Balzotti. Ad aprire le danze, dopo l'esibizione del coro Lollipop di Antonella Serà (reduce dal successo del suo concorso 'La luna al guinzaglio'), però è stato il milanese Paolo Saporiti che ha proposto alcuni brani del suo album eponimo. Quindi spazio ad Antonio Lombardi (che ha omaggiato Franco Fanigliulo), Fabio Vernizzi, Edmondo Romano accompagnato sul palco da Alessandra Ravizza dei Rebis), Roberta Alloisio, Andrea Celeste, Vittorio De Scalzi, Federico Sirianni e Max Manfredi. Emozionante finale a sorpresa quando Vittorio De Scalzi - sul palco con Manfredi, Romano e il chitarrista Matteo Nahum - ha voluto ricordare Giorgio Faletti interpretando Signor tenente (qui sopra una foto che immortala quel momento). Una splendida canzone che nell'edizione di Sanremo '94 Faletti portò in gara, incollando al televisore milioni di persone per la forza del suo testo e per un'interpretazione che sancì, una volta per tutte, che Giorgio Faletti era molto di più di un "comico" (ruolo e mestiere peraltro complicatissimo...) e che aprì definitivamente la strada alla sua creatività, al suo voler essere scrittore, autore, attore. Una figura carismatica che ci ha lasciato davvero troppo in fretta,.

Chiudiamo ricordando che nei tre giorni della manifestazione, nei giardini centrali antistanti il mare, prende vita il Bindi Village, con stand gastronomici e non, tra cui quello di Editrice Zona e de L'Isola, rappresentata dal sottoscritto e dal direttore Francesco Paracchini, entrambi in giuria (insieme ad Enrico de Angelis, Lucia Marchiò, Lucia Carenini, Daniela Esposito, Gaetano d'Aponte, Roberta Balzotti, Giovanni Poggio e Max Manfredi)

Una decima edizione che chiude i battenti e che lascia dietro di se un ricordo e una senzazione precisa: il Premio Bindi ha confermato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la sua caratarura e la sua importanza a livello nazionale nel panorama dei concorsi, grazie alla qualità dei suoi finalisti e alla grande familiarità che si respira ogni anno di più tra musicisti, ospiti, giuria, artisti e lo staff dell'Ass. Le Muse Nove dedita all'organizzazione, capitanato da Enrica Corsi, coadiuvata da Francesca e Cristina Balassone nonchè da Stefano Dellepiane supervisore per la parte tecnica e a Raffaele Abbate, fonico di palco.

Appuntamento a Santa Margherita per l’undicesima edizione targata 2015.

(Foto Manuel Garibaldi)

 

 


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