ultime notizie

Nuovo album per Roberta Giallo, anticipato ...

Quante volte aprendo un giornale, che sia cartaceo oppure online, veniamo travolti da notizie di attualità, cronaca dai toni negativi che ci predispongono a un senso di smarrimento e depressione ...

Un’idea che diventa concerto, un concerto che diventa evento. Ogni sera, per 12 sere. ‘Capitani Coraggiosi’ è l’avventura musicale che Baglioni-Morandi hanno fortemente voluto e preparato con cura. E il risultato si vede…

Le ultime due date l'1 e il 2 ottobre, sempre a Roma

La Rai riprenderà le date del 01 e 02 ottobre per farne uno speciale TV

10. Questa storia comincia con una foto postata sul profilo facebook di Gianni Morandi in primavera: lui e Claudio Baglioni seduti in primo piano, un bicchiere tre le mani e poche parole a commento che accennavano a un progetto comune.  E che c’hanno in comune Morandi e Baglioni?, abbiamo pensato in tanti. Poco o nulla ci siamo risposti. Al di là di essere due grandi della nostra canzone (uno decisamente immerso nella musica popolare, l’altro molto più vicino alla canzone d’autore), diversi sono gli anni in cui nasce la storia musicale di ciascuno, molto distante l’approccio alla composizione, lontani i temi (seppur qualche vicinanza con la prima produzione di Baglioni c’è), la capacità di scrittura, il modo stesso di fare musica. Bollato quindi all’inizio da molti come puro e semplice, e per questo criticato, avvicinamento per farsi pubblicità (ne avevano davvero entrambi bisogno?), questo progetto ha cominciato a prendere forma e a camminare perciò un po’ zoppicante. Non ha aiutato l’uscita del brano omonimo, di qualità decisamente modesta se messo a confronto con la discografia di entrambi: lo scetticismo era palpabile, e le voci contrarie si facevano sentire. Questo Capitani coraggiosi faticava a farsi capire.

9.  Il titolo: Capitani coraggiosi. Quelli grazie ai quali il mondo ha fatto passi nuovi e tentato nuove strade, quelli che sanno ballare anche sotto la pioggia e tentano tutti i giorni di affrontare la tempesta, quelli che hanno spinto la creatività e il sapere del mondo un po’ più in là, quelli che non si sono accontentati e hanno lottato, quelli che hanno messo il loro talento e le loro intuizioni a disposizione degli altri, quelli che cadono e si rialzano, e se cadono ancora, si rialzano ancora. Claudio Baglioni e Gianni Morandi, nel loro piccolo, capitani coraggiosi lo sono stati.

8. Gianni Morandi, e la sua eterna giovinezza. Non è un mito il suo essere eterno ragazzo, è la realtà dei fatti. È che noi tutti Morandi ce lo vediamo negli occhi ancora con la divisa di militare addosso (“Morandi è l’unico in Italia ad aver fatto il militare per dieci anni, ce lo ricordiamo tutti sempre con quella divisa addosso”, C. Baglioni), la faccia pulita, la sua ‘camminata strana’, il grande sorriso. Nelle foto degli anni Sessanta, negli spezzoni televisivi dei Settanta, a Sanremo, sul suo seguitissimo profilo facebook. Ha attraversato cinquant’anni d’Italia, ne ha visto le gioie e gli sfaceli, e non si è perso. Nonostante il calo di popolarità degli anni Settanta ha saputo aspettare e aspettare ancora, un altro tempo, e ora ha milioni di persone che lo seguono, e che gli vogliono bene. Al di là forse del valore musicale, della sua discografia, dell’ultimo album, del tour, Gianni ha ora l’affetto della gente, e quello non te lo guadagni solo mettendo una in fila all’altra le canzoni belle che hai scritto/cantato, le tante cose che hai fatto e quelle che farai, te lo guadagni per come sei. E, tra le tante cose dei suoi settant’anni, un giorno (chissà per quale ragione)… alza il telefono e chiama Claudio Baglioni.

7. Claudio Baglioni, coraggioso lo è stato molte volte. Quando ha inciso come prima canzone un brano che parlava di un tradimento da parte di una donna sposata. E le donne sposate, all’epoca, non tradivano. Lo è stato quando ha pubblicato uno dei primi concept album della musica italiana (QPGA, 1972). Quando ha bruciato la sua Camilla, quando ha preso i migliori musicisti europei dell’epoca e ha pubblicato Strada facendo, quando ha aspettato anni e atteso di avere parole nuove prima di regalare al suo pubblico quel gioiello che è La vita è adesso. È stato coraggioso, e un capitano (che guida fuori dal porto sicuro la sua nave, anche senza una rotta tracciata) nel 1990 quando ha dato alla luce il doppio album Oltre. Quando ha fatto trascorrere cinque anni (che nel mondo discografico di oggi sembrano impensabili) prima di prendere un camion giallo e girare l’Italia per presentare Io sono qui. Da quel 1995 sono passati vent’anni, Baglioni musicalmente coraggioso lo è stato poche altre volte, meno di quanto chi lo ama avrebbe sperato. Ma c’è stato un ventennio in cui qualunque cosa facesse meravigliava, nel senso che donava meraviglia, aveva un senso profondo, significati importanti, e in cui la strada la decideva lui, ad ogni passo, le sue canzoni tracciavano il tempo, lo anticipavano a volte, e la meta spesso non era chiara fin dal principio, ma era bellissimo così.

6. Le canzoni, questo strano miscuglio di parole e musica, che quando si incastrano, si appoggiano l’una sull’altra in modo perfetto nascono Vita, Canzoni stonate, Con tutto l’amore che posso, I vecchi. Le canzoni di Capitani coraggiosi, tre ore e un quarto di live (al Centrale Live di Roma dal 10 settembre al 2 ottobre), sono le più conosciute della discografia dei due (non per questo, azzardiamo, le più belle). Diciamo che sono quelle che i fan dell’altro conoscono, ecco. Quelle da cantare in un lungo e grande karaoke. Quelle che si riconoscono nei primi due accordi. C’è tutto il Morandi che ci si aspetta, Scende la pioggia, Grazie perché (eseguita con Baglioni al pianoforte), Banane e lampone, Se non avessi più te, La fisarmonica, In ginocchio da te, C’era un ragazzo, In amore, e continuate pure voi l’elenco con i titoli più famosi del Gianni nazionale. Nulla di diverso per Baglioni, da Io sono qui a Dagli il via, da Sabato pomeriggio (cantata da Morandi), a Amore bello, Noi no, Strada facendo, Poster, Avrai, etc. Scaletta che vede quindi l’alternarsi dei due (degna di nota l’esecuzione e l’arrangiamento di Non son degno di te di Baglioni) tra momenti di scherzo e battute, una discesa tra il pubblico della platea per un medley molto divertente con i primi successi di entrambi. Gianni, che ha ammesso di aver trovato difficoltà a ricordarsi tutte le parole (e ce ne mette tante) delle canzoni di Claudio, scanzonato, dinoccolato, sul palco balla, sbaglia, si scusa, dimentica qualcosa, ma è sempre lui, l’eterno ragazzo a cui non si può non voler bene. Claudio, perfezionista fino al midollo, tiene note per minuti interi, suona, perfetto in ogni esecuzione, non si risparmia, suda, fatica, per onorare ogni sera quello strano essere a cui deve il successo, il palco.

5. Palco organizzato alla perfezione, in cui i musicisti e il coro sembrano essere parte integrante della scenografia, in palchetti costruiti sulla parete di fondo, centrali, presenti senza invadere la scena. Ottima la scelta di posizione sui due lati della struttura due spazi rialzati che accolgono da una parte il pianoforte al quale si siede spesso Baglioni, e dall’altra il contrabbasso di Morandi. Lo spettacolo è poi impreziosito e raccontato dal disegno delle luci che bene sa dar forza ai brani più ritmati e con delicatezza accogliere i momenti più intensi della scaletta, coinvolgente la scelta di tenere le luci accese sul pubblico in alcuni istanti.

4. Il pubblico di questi Capitani Coraggiosi chi è? Sono i fan di Morandi, quelli che sanno a memoria le sue canzoni. Seduti accanto ai fan di Baglioni, che conoscono anche i respiri che Claudio prende prima di una nota e il tono con cui pronuncia quella frase, che è quel tono e non un altro. Mischiati ci sono quelli che di Baglioni conoscono quelle cinque o sei canzoni famose (quelle che si conoscono per il solo fatto di essere al mondo) e quelli che hanno imparato a seguire Morandi in questo ultimo anno di esposizione social. Ci sono le famiglie, coppie di ragazzi, bambini, i coetanei dei due capitani, gruppetti di amici, i curiosi, e qualcuno (principalmente uomini) che si vede che è stato trascinato dalla moglie. Al di là di età anagrafiche e passioni musicali, il pubblico è tanto, caloroso, innamorato, fedele. Applaude, si diverte, si alza in piedi per mostrare l’affetto, balla, sorride, e sul finale salta, ringrazia e si commuove.

3. Forse non erano grandi amici Morandi e Baglioni prima di quest’avventura, forse non ne hanno avuto l’occasione, certamente lo saranno dopo. Su questo palco per dieci serate mischiano le canzoni, avvicinano mondi musicali per molte cose non affini, però si divertono, ridono, sbagliano, si mettono giacche paillettate, ballano come se avessero vent’anni, e fanno quello che meglio sanno fare: emozionare. Perché al di là di sporcature ed errori, o battute non sempre riuscite, o una scaletta che sarebbe potuta forse essere (anche lei) più coraggiosa, si esce dalle tre ore di concerto felici, stanchi, e si canticchia verso le macchine. Certo, i fan di Morandi fischiettano Uno su mille e quelli di Claudio La vita è adesso (gli ultimi due brani a chiudere lo spettacolo), perché va bene mischiarsi ma poi ognuna torna alla propria vita, e alla propria musica.

2. Chi perde e chi vince da questo incontro di musica? Gianni Morandi vince. Vince perché si avvicina ad un pubblico, i fan di Baglioni, che probabilmente mai sarebbe andato a sentirlo. Vince perché prosegue lungo la strada intrapresa negli ultimi tempi, questo calarsi tra la gente (le foto di vita quotidiana, i commenti, i post su facebook) ed essere (e mostrarsi) amico di tutti. Il pubblico vince. Si gode un bello spettacolo, ben costruito, con attenzione ai particolari e dell’ottima musica e ha modo di ringraziare e applaudire due grandi della nostra canzone. Claudio Baglioni crediamo pareggi. Non aggiunge molto alla sua strada musicale, chi lo amava prima lo amerà di più ora (l’amore si autoalimenta), chi lo criticava prima per alcune scelte del suo percorso, forse lo farà anche per questa. Forse mugugnerà, borbotterà qualcosa e poi però, come sempre, si sorprenderà a cantare («ma non sai il perchè»).

1. Se si parla di due grandi della musica che si mettono insieme su un palco per cantare la mente non può non andare a Banana Republic, il tour di De Gregori e Dalla del 1979. Tempi diversi, forme diverse, artisti profondamente differenti, epoca diversa, tutto non paragonabile. Però, Banana Republic ha segnato la storia della musica italiana, e il vinile di quel tour è uno di quei cimeli che tutti dovrebbero avere in casa. Azzardiamo, e solo il tempo ci dirà se avevamo torto o ragione, che anche questo Capitani coraggiosi… resterà nella storia.

------------------------------------------------------

Tutte le foto dell'articolo sono tratte dalle rispettive pagine ufficiali di facebook

https://www.facebook.com/CapitaniCoraggiosiOfficial-1648639535359392/timeline/

https://www.facebook.com/claudiobaglioniofficial

https://www.facebook.com/giannimorandiofficial?fref=ts

 


Share |

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento