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Chelsea Hotel all’Auditorium di Radio Popolare Milano il 29

Massimo Cotto, M. E. Giovanardi e Matteo Curallo ricordano vite e canzoni nate nell'albergo di NY

Bob Dylan, Sid Vicious, Lou Reed, Patti Smith e il nostro Piero Ciampi sono solo alcuni dei nomi omaggiati nello spettacolo teatrale, ora anche libro-cd

Il leggendario Chelsea Hotel, luogo di incontro e di transito di storie torbide, di scrittori, artisti e musicisti (anche squattrinati e ospitati gratis), crogiuolo di vite e tragedie, fonte di ispirazione di canzoni storiche,sorgeva al numero 222 della West 23rd Street a New York, tra la Seven e l’Eight Avenue del quartiere bohemien di Manhattan. Ha chiuso i battenti il primo agosto 2011, quando è stato venduto ai giapponesi che lo trasformeranno in un residence di lusso. A raccontarne la storia, fino a tale epilogo che lo renderà un luogo in cui si respirerà “ricchezza, ma non leggenda”, resta però uno spettacolo teatrale originale e di successo, che coniuga musica e racconti di vita e arte: stiamo parlando ovviamente di Chelsea Hotel, che vede fianco a fianco Massimo Cotto, Mauro Ermanno Giovanardi e Matteo Curallo. Com’è noto, il primo, giornalista, scrittore, voce storica delle radio italiane, è autore di tanti importanti e gustosi studi sulla storia del rock (da Jimi Hendrix a Janis Joplin e Springsteen). Il secondo, dopo aver chiuso l’esperienza dei La Crus con la partecipazione al Festival di Sanremo 2011 e il brano Io confesso, ha ottenuto ottimi riscontri con i suoi ultimi album, Ho sognato troppo l’altra notte? (nomination alle Targhe Tenco 2011), e Maledetto colui che è solo con il progetto dei Sinfonico Honolulu (vincitore della Targa Tenco 2013 per gli interpreti). Il terzo, infine, chitarrista e pianista, ha composto le colonne sonore di spettacoli teatrali italiani e internazionali, nonché quella dello psicothriller Cose cattive, esordio cinematografico di Simone Gandolfo, regista di Chelsea Hotel, ed è stato produttore di nomi come Roberta Carrieri ed Elisa Casile, oltre che coautore di alcuni brani di Giovanardi come la stessa Io confesso.

Il sodalizio di questi tre professionisti del mondo della musica non poteva non colpire il pubblico dei teatri italiani, ma ora il loro progetto è anche un libro-cd, prodotto da Paola Farinetti – Produzioni Fuorivia e distribuito da EGEA Music: il cofanetto include così sia il testo di Massimo Cotto, da tenere sul comodino, per scoprire magari una stanza a sera del leggendario hotel, e un disco da gustare in diffusione a casa, davanti a un buon vino o in cuffie mentre si corre, dopo averlo passato sull’iPod.

Venerdì 29 novembre all’Auditorium di Radio Popolare Milano, in Via Ollearo 5 e coningresso gratuito su prenotazione fino ad esaurimento posti, ci sarà la possibilità di assistere ad un corposo dello spettacolo, per inoltrarsi, una per volta, nelle camere dell’albergo di Manhattan, dalla stanza n. 100, in cui il 12 ottobre 1978 fu trovato il corpo senza vita della fidanzata di Sid Vicious Nancy Spungen, alla n. 822 di Madonna, che una notte ospitò anche il writer e pittore Jean-Michel Basquiat. Tra le canzoni in scaletta, ci saranno Blowing in the Wind di Bob Dylan (che suonava al piano inferiore dell’hotel e prese il suo nome d’arte da un altro ospite storico dell’albergo, il poeta Dylan Thomas), Femme Fatale di Lou Reed (che come Nico e altri artisti frequentava il posto nell’entourage di Andy Warhol), I Wanna Be Your Boyfriend, dei Ramones, La vie en rose, Albergo a ore nella versione italiana di Herbert Pagani, My Way nell’interpretazione che ne fece Sid Vicious, Dancing Barefoot di Patti Smith, Cant Help Falling In Love With You  di Elvis Presley e, chicca selezionata per “affinità alcolica” e non per legame geografico-cultural-sociale con l’hotel, anche la splendida Il vino del nostro Piero Ciampi. Non potrà mancare inoltre ovviamente Chelsea Hotel #2 di Leonard Cohen.

Ci si potrà immergere nella vita di questi e altri artisti, come Edith Piaf, omaggiata con la sua classica La vie en rose, Janis Joplin, il drammaturgo Arthur Miller, il regista ceco Miloš Forman, nomi storici della beat generation come Jack Kerouac, che si recava nell’hotel per andare a trovare Herbert Hunke, il ladro tossicomane che ispirò l'Urlo di Allen Ginsberg e tanti, tanti altri.

Al racconto si alterna la musica, per raccontare una storia finita per sempre, eppure infinita per i profondi lasciti nell’arte novecentesca e contemporanea. 


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