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11 maggio: TEHO TEARDO & BLIXA BARGELD - Still Smiling in concerto

Senza Filtro - Sorting for Different Arts Center, Bologna

Un italiano e un inglese per un spettacolo internazionale

Un incontro, una sinergia speciale, coltivata a lungo e sedimentata al punto giusto. Due artisti i cui nomi sono legati a diverse collaborazioni.

Il primo, Teho Teardo, italiano nonostante quella h, musicista a tempo indeterminato nonostante il suo nome forse ancora ai più noto non è. Il secondo, Blixa Bargeld, l’eterno alter ego europeo di Nick Cave, quel Bad Seed uscito dal progetto più celebre della sua carriera per tornare a Berlino e suonare con i compagni di sempre, gli Einstürzende Neubauten.

Teho e Blixa si ritrovano, sotto a due cappelli a punta che subito rimandano al regno dell’onirico, alle favole, racconti oscuri per sposarsi a suoni e melodie che ti si attaccano al cappotto. E quando il vento smette di soffiare, ecco spuntare un ghigno dal bavero di quel cappotto, perché non tutto va preso così sul serio. Perché con la lingua si può anche scherzare e il tedesco non è solo rigore e l’italiano non è solo poesia.

Ce lo confida Blixa, nella prima traccia che apre Still Smiling, la seconda in scaletta dal vivo. Un lavoro stratificato, traccia dopo traccia, sulla scia delle strade percorse, sulla distanza da coprire: Roma-Berlino-San Francisco. Mi scusi, chiede Blixa nel suo italiano imperfetto. E poi l’inglese e poi il tedesco, ma a scuola abbiamo studiato le lingue?

Forse no e allora sono cappelli da somaro quelli che il duo indossa nelle foto promozionali che accompagnano disco e tour, but still smiling. In fondo Teho e Blixa fanno sorridere fianco a fianco sullo stesso palco, due corporature diverse, sgraziate a confronto, che se la intendono eccome. Peccato non poter riprodurre ogni singolo suono dal vivo. Peccato poter godere di rhodes, percussioni, hammond e clavicordo solo su sequenze registrate. È l’unico limite del progetto che in scena non si priva però del violoncello di Martina Bertoni.

Non manca A Quiet Life, il brano che ha dato il la alla collaborazione, composto per la colonna sonora dell’omonimo film di Claudio Cupellini. Una coproduzione italo-franco-tedesca che con un Toni Servillo come protagonista ha pagato lo scotto di assomigliare troppo a quel Sorrentino i cui film già hanno goduto delle orchestrazioni di Teardo.

Altro momento di gaudio dal vivo la riproposizione di Crimson and Clover, hit di Tommy James and The Shondells del 1968 conosciuta ai tanti probabilmente nella versione di Joan Jett. O forse magari in casa Teardo alla fine degli anni Sessanta entrò il 45 giri di Patrick Samson?

Ci resterà il dubbio. E magari anche la voglia di scoprire di più della produzione di questi singolari musicisti. Liberi come pochi di muoversi in una personalissima geografia che abbatte i confini per radunare e coinvolgere archi ed elettronica e racconti immaginifici.

E i confini sfuggono di mano anche al luogo che a Bologna ha ospitato il trio, una struttura dismessa di 12mila mq che tanto ricorda i capannoni industriali occupati nell’ex Germania Est. And always still smiling.

(foto di Laura Gramuglia)


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