ultime notizie

Nuovo album per Roberta Giallo, anticipato ...

Quante volte aprendo un giornale, che sia cartaceo oppure online, veniamo travolti da notizie di attualità, cronaca dai toni negativi che ci predispongono a un senso di smarrimento e depressione ...

Franco Mussida e il CPM: la voglia di rimettere al centro l'armonia. Nella musica come nella vita. Un viaggio in India per ritrovare l'istinto musicale

Sabato 27 ottobre open day per un Workshop molto speciale

Parte un workshop musicale di 10 giorni in India per tornare in armonia con se stessi

Incontrare Franco Mussida vuol dire parlare con un monumento della musica italiana, o meglio, della cultura musicale in Italia. Ma i monumenti sono spesso di marmo e rimango fissi, stabili nelle loro posizioni.

Mussida invece incarna esattamente il contrario di ciò che riconduce all’immobilità, alla staticità. I movimenti veloci dei suoi occhi in contrapposizione con la pacatezza e la lentezza con cui muove le sue (preziose) mani ti mettono a tuo agio.

E meno male, consci come siamo che l’argomento che andremo ad approfondire è di quelli che non richiedono le classiche “domande” e “risposte”, ma piuttosto un poter parlare a ruota libera come quando passeggi per strada o sei seduto in terrazzo con due calici di quello buono. Uno scambio di pensieri, di un sentire comune piuttosto che un’intervista incentrata su un nuovo lavoro discografico o la partenza di un tour.

L’occasione è data dalla presentazione che si terrà al CPM sabato 27 ottobre di “The RaagaTaalalab”, un workshop internazionale di Musica in India che prenderà vita nella prima parte di gennaio 2013.

Ed è da questo che partiamo, per addentrarci nella parte meno superficiale della musica, per (tentare di) capire insieme quali sono le dinamiche che muovono il pubblico verso i musicisti, i musicisti verso la musica e di come la musica ritorni al pubblico. Iniziamo quindi a conoscere un po’ meglio questo nuovo progetto e perché proprio l’India…

È l’India, ma poteva essere l’Irlanda, l’Africa, per certi versi anche il SudAmerica. La mia è una voglia di rimettere al centro l’istinto, la musica/cultura popolare. E per fare questo devi tornare dove questa emozione è più vera, meno contaminata”. In un’epoca come questa che massifica, omologa, dove quel che conta è spesso solo la tecnica, ma soprattutto l’immagine, riportare chi fa musica ad ascoltare il proprio megafono interno chiamato istinto è però una bella sfida …

Non c’è nulla di facile o di scontato, ma è l’unico modo – almeno credo – per crescere come persona prima, e come musicista poi. In fondo è quello che sto facendo su me stesso da almeno trent’anni e che ogni volta cerco di trasferire a chi mi sta vicino. È un modo di vita, è un voler andare alla radice delle cose, non rimanere in superficie; un’attitudine che ti porta poi ad ascoltare meglio quello che hai dentro e, se parliamo di musica, questo è avvicinarsi al proprio istinto musicale”. Quindi verrebbe da dire che per chi partecipa a questo viaggio-studio in India è un percorso a ritroso, dalle convulse logiche della cultura occidentale a qualcosa di più arcaico, più profondo.

Un po’ come hanno fatto i Beatles alla fine degli anni Sessanta, quando pur avendo tutto e il contrario di tutto (successo, soldi, ego smisurati, uso di sostanze allucinogene, tecnica musicale, eccetera), conoscono il Guru Maharishi Mahesh Yogi e nel febbraio del 1968 partono per l’India (qui a fianco una foto – presa dalla voce di Wikipedia – che ritrae i luoghi di meditazione), ripartendo poi da quelle terre più ricchi dentro, affascinati, influenzati, consapevoli della possibilità di vivere una nuova armonia con sé stessi e con il mondo, con il modo di vedere il mondo. E anche in ambito strettamente musicale è a quell’esperienza che dobbiamo un capolavoro come The Beatles, l’album doppio chiamato semplicemente ‘album bianco’.

Infatti, visto che oggi tutto spinge verso la ragione e la logica, tornare a lasciarsi guidare da un’emozione è un percorso compensativo. Oggi i ragazzi hanno una pressione fortissima sul fare, sul fare sempre meglio e di più, inseguono la tecnica, curano molto ogni singolo dettaglio che serve all’immagine, ma appunto non sono più abituati, spinti, indirizzati, ad ascoltare dentro sé stessi”.

Prima dicevi che questa ricerca interiore, che ti accompagna da molti anni (qui Mussida in una foto live in un concerto con gli amici di sempre, la PFM), l’hai saputa trasformare in stile di vita, o perlomeno questo è il tentativo. Fammi degli esempi extra-musicali….

Ti rispondo così: che differenza c’è tra un pezzo musicale fatto live da un musicista e un brano che esce da un computer? E tra un pane prodotto industrialmente con un grano coltivato con additivi chimici e un altro che nasce con farina proveniente da un campo di grano coltivato bio? Ognuno risponde come può e come crede. Poi ne tragga da solo le conclusioni”. Mi stai dicendo che devo fare un po’ come da Marzullo, farmi una domanda e darmi una risposta... Di conseguenza, se non so rispondere a questa domanda, cioè se non capisco la differenza tra qualcosa di naturale e qualcosa di artefatto allora è inutile ragionare su questi argomenti, giusto?

Non per essere tranchant, ma è così. Io credo, anzi spero, che queste domande ognuno se le faccia sinceramente  e che le “sue” risposte siano germogli che lo portino a cambiare modo di vivere. In questo caso mi sento uno stimolatore di domande, forse un eterno sognatore. Il mondo cambia ogni giorno, ogni secondo, ed in questo cambiamento io posso fare la mia parte. Tutti possiamo fare la nostra parte. Per mia forma mentis non aspetto che le cose cambino per natura divina, o per magia, cerco di cambiare per primo io. Nelle mie piccole abitudini quotidiane, fino alle scelte più importanti, mi sforzo di cercare la genuinità delle cose, nelle cose. Da quelle che mangio a quelle che faccio. Non è un discorso di vantaggi ma di condivisione”.

Lasciamo Franco Mussida ai suoi collaboratori (tra questi l’inseparabile compagna di vita e di lavoro Loredana, qui insieme nella foto e i due figli Sandro e Francesco) mentre tutto intorno a noi fervono i preparativi per la giornata di sabato, per accogliere al meglio musicisti e accompagnatori che verranno qui al CPM a capirci qualcosa di più su questa straordinaria avventura che gli si apre davanti. Una decina di giorni nel Rajasthan, la regione dell’India vero cuore e anima musicale di questa incredibile nazione, con molti momenti di studio (tabla, sitar e vocalità) e ampi spazi serali dedicati alla musica suonata e condivisa con i Guru (maestri d’armonia) che affiancheranno i gruppi di lavoro durante il giorno. Giornate che saranno capaci di dare spazio e tempo anche alla meditazione e allo yoga, tutto all’insegna della massima libertà individuale. Così come massima libertà potranno godere gli accompagnatori dei musicisti con itinerari creati ad hoc da un’agenzia di viaggi specializzata con cui il CPM ha stretto una partnership.

Ci piace chiudere questo incontro con un “maestro d’armonia” made in Italy, con il sottotitolo che abbiamo letto nella brochure di presentazione di “The RaagaTaalalab”, e che con poche parole racchiude l’essenza di questo progetto: “un viaggio studio di dieci giorni in India alle radici dell'armonia, del ritmo e della vocalità indiana”.

Per approfondire meglio tutte queste informazioni rimandiamo ovviamente al sito www.centroprofessionemusica.it, mentre qui di seguito ricapitoliamo i punti principali offerti dal Workshop (02 gennaio-11 gennaio 2013)

•  studio quotidiano di sei ore che comprende la pratica di tecniche strumentali legate alla voce, al sitar e alle tabla anche confrontandole con le tecniche occidentali;

•  momenti di meditazione trascendentale o yoga a scelta. Laboratori pomeridiani in cui sperimentare in piccoli gruppi;

•  spettacoli serali  nei locali di Jodhpur "La Città Blu" in cui i partecipanti potranno essere protagonisti insieme a musicisti provenienti da tutto il mondo;

•  al viaggio possono partecipare anche non musicisti. Per loro sono previste attività culturali o turistiche alternative

 

La presentazione del Workshop sarà Sabato 27 Ottobre

dalle ore 11.30 alle ore 13.00

Teatro del CPM, via E. Reguzzoni, 15   Milano

Telefono 02 - 6411461

 

Info, Contatti e Iscrizioni:  Valeria Formenti

vformenti@centroprofessionemusica.it

 

www.centroprofessionemusica.it

www.theraagataalalab.com

facebook.com/theraagataalalab

twitter.com/RaagaTaalaLab

youtube.com/user/theraagataalalab



Share |

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento