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A Classic Education

Call It Blazing

Per chi sa ascoltarne e custodirne i tesori, il tempo non scorre in modo lineare, ma il suo fluire si fa ritorno circolare, che raccoglie splendore nelle tasche cave della memoria. E nelle loro canzoni gli A Classic Education, internazionali per vocazione e storia, hanno conservato la luminosità semplice e velata delle ombre malinconiche del garage, l’incanto onirico e senza peso della psichedelia, gli echoes diafani e stranianti in cui riecheggiava a perdersi e perderci il protopunk minimale made in USA, l’incisività carsica delle sue ritmiche e le tenui oscurità dei bassi post-punk.
Registrato su bobina analogica, l’atteso esordio su media lunghezza della formazione bolognese, capitanata dal canadese Jonathan Clancy (già nei Settlefish con gli stessi Oppi e Pieretto e nel frattempo solista con il moniker di His Clancyness) e già ammirata in Italia, States e Canada a seguito di 7’’, due ep e tantissimi live dal 2007 ad oggi, culla in ballate indie-rock dalla luce incerta e dal calore obliquo.
Queste vampe terse e sufficientemente distanti da suscitare tensioni struggenti sembrano infatti quelle di un sole pomeridiano invernale e conducono nell’alveo dolceamaro delle chitarre, dei loro arpeggi e dell’amalgama dei loro strati e sapori (che in Night Owl appaiono ora nostalgici e delicati, ora più decisi e aspri), nel suono ambiguo e quasi spettrale del theremin (l’ottima e sospesa Terrible Day) e nell’abbraccio sacrale e mesto dell’organo (vedi soprattutto Place a Bet on You). Archi e cori dal canto loro appaiono invece venti discreti e leggeri, che seminano spore di pensosità e diluita, vaga tristezza.
Lo stesso fascino della voce di Clancy d’altronde risiede in una lievità incerta che ha un’ “umbratilità” emozionale adolescenziale, tra introversione e spensieratezza, e un retrogusto diffuso di inquietudine sfumata: Jonathan mastica infatti un pathos sottile, eppure resistente, come un bruciore occulto.
Le tracce dell’album scorrono come brevi proiezioni di suoni cangianti e lisergici, come quelli di Grave Bird, e dalle sacche delle meraviglie del passato traggono vertigini di piogge e arcobaleni colorati, che ormai sfoderano però giochi cromatici e tavolozze emozionali con un preciso marchio di fabbrica. Già in grado di ripagare, se non tutti, già molti dei riconoscibili debiti con la storia della musica precedente.

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 35:27
  • Etichetta: Lefse Records / La Tempesta International

Elenco delle tracce

01. Work It Out
02. Baby, It’s Fine
03. Grave Bird
04. Gone To Sea
05. Place A Bet On You
06. Billy’s Gang Dream
07. Spin Me Around
08. Forever Boy
09. Can You Feel The Backwash
10. Terrible Day
11. I Lost Time
12. Night Owl

 

Brani migliori

  1. Place a Bet on You
  2. Terrible Day
  3. Night Owl

Musicisti

Jonathan Clancy: voce, chitarre
Paul Pieretto: basso
Luca Mazzieri: chitarre
Giulia Mazza: organo, tastiera
Federico Oppi: batteria
Stefano Roveda: archi, theremin