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Pinguini Tattici Nucleari

Fake news

'Ma chi l’avrebbe mai detto?' era il titolo del tour 2020 dei Pinguini Tattici Nucleari, rimandato causa Covid e rinominato nel 2022 'Dove eravamo rimasti tour'. Ma è anche la domanda che in molti, a partire dagli stessi Pinguini, si sono fatti dopo l’escalation da loro avuta degli ultimi anni. Solo poche stagioni fa i Pinguini Tattici Nucleari erano uno dei tanti, certamente tra i migliori, gruppi indie che si sbattevano tra centri sociali, sala prove negli oratori, sagre di paese e concorsi musicali. Probabilmente colpiva il loro nome, anche se dava l’impressione di qualcosa di poco credibile. Erano schietti, immediati, indie, un po’ rock, un po’ reggae e un po’ suoni vari, testi ironici, provocatori quanto basta, sociali.

Davano l’idea di un gruppo di amici che faceva musica per puro divertimento, puntando sulla carica emotiva e sulla genuinità. Questi ragazzi di Bergamo, guidata dalla faccia pulita e dal sorriso intrigante di Riccardo Zanotti, carismatico leader e front man del gruppo, hanno poi gradualmente cominciato a conquistare consensi e stima e dopo il terzo album in studio, Gioventù brucata (2017), sospinto da una azzeccata campagna di crowfunding, la Sony si è accorta di loro, ha prodotto il quarto album, Fuori dall’Hype (2019), lanciandoli così nel panorama nazionale. I Pinguini hanno cominciato a conquistare i primi sold out nei palazzetti, ma è stato dopo la partecipazione e la buona posizione conquistata (terzo posto) al Festival di Sanremo del 2020, con il brano Ringo Starr, che sono letteralmente esplosi. "Fuori dall'Hype" è stato ristampato con l’aggiunta del brano sanremese e da quel momento il gruppo è decollato. Certo, i fan della prima ora e la solita critica snob li ha subito catalogati come venduti al mercato e alla superficialità, dei testi e della musica.


Sta di fatto che Fake news (titolo ispirato dal peso sempre più impattante che hanno le fake news oggi) contiene una raffica di canzoni tutte potenzialmente di successo. Potrebbe essere un album di singoli, che poi sappiamo che i singoli in Italia non sono (quasi) mai delle grandi canzoni. Ma funzionano. Ogni traccia del disco ha qualcosa che cattura, un suono, un passaggio, una melodia, un coro, un riff, una frase del testo. Non fa nulla se poi nel complesso nessuna canzone presenta quel qualcosa in più che solo le grandi canzoni che rimangono nel tempo possiedono. L’importante è che in questi pezzi ci sia anche solo un graffio che lasci il segno. Ora. È quello che chiedono i discografici ed è quello che i Pinguini riescono ad offrire, fin dai primi dischi più grezzi e genuini. "Fake news" è indubbiamente un disco costruito e studiato per cavalcare il successo di cui stanno godendo ma è anche innegabilmente il loro album più maturo e omogeneo.

Scorrendo le tracce, troviamo che Zen cattura subito con l’intrigante coretto iniziale, Melting pop è vagamente dance, Ricordi, il cui intro profuma di Smalltown boy dei Bronsky Beat di Jimi Somerville, mette in fila parole, sentimenti, emozioni, ricordi come piace tanto oggi, e presenta pure un cantato in alcuni passaggi velocizzato. Dentista Croazia è di nuovo un tuffo nei ricordi, per una storia veritiera che tocca i sentimenti, Hikikomori parte con un piano, potrebbe essere un lento di alcuni decenni fa, di quelli che ballavamo da adolescenti, con il cuore che palpitava forte. Troviamo poi Giovani Wannabe, brano che abbiamo ascoltato a loop questa estate, e di nuovo pesca nei sentimenti e nei ricordi, su un ritmo però vivace, anche se aleggia un po’ di 'già sentito'. “Dora dove vai, m’hanno detto che hanno chiuso il Barfly” è un’altra frase piacente, per una canzone – Barfly appunto - che ad un certo punto un poco si perde, mentre Non sono cool, titolo un po’ ambiguo, porta quel filo di rock che mancava, la chitarra acustica che apre la canzone diventa subito elettrica, anche se in definitiva il brano è piuttosto debole.

L’album si chiude con Cena di classe, ed è un altro pezzo con i brillantini, sembra di vederli lievitare verso il cielo, mentre di nuovo ritornano ricordi e nostalgie. È vero, alla fine si ha la sensazione di non trovarci di fronte a nulla di nuovo, i Pinguini Tattici Nucleari sono un po’gli 883, un po’ Cremonini e un po’ anche Jovanotti (non stiamo facendo paragoni strettamente musicali ma un parallelo di costume, di impatto mediatico). Però alcuni brandelli di canzoni ti rimangono addosso e ti convinci che i Pinguini Tattici Nucleari hanno i numeri, come dimostrano i sold out per le date negli stadi la prossima estate, a diventare the next big thing della canzone italiana.

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Enrico Brun, Marco Paganelli, okgiorgio, Riccardo Zanotti
  • Anno: 2022
  • Durata: 51:53
  • Etichetta: Sony Music

Elenco delle tracce

01. Zen
02. L’ultima volta
03. Hold on
04. Stage diving
05. Ricordi
06. Melting Pop
07. Forse (solo su edizione LP e Cd)
08. Fede
09. Dentista Croazia
10. Hikikomori
11. Giovani Wannabe
12. Barfly
13. Non sono cool
14. Cena di classe  

Brani migliori

  1. Dentista Croazia
  2. Ricordi
  3. Zen

Musicisti

Riccardo Zanotti: voce, chitarra - Nicola Buttafuoco: chitarra - Lorenzo Pasini: chitarra - Simone Pagani: basso, voce - Matteo Locati: batteria - Elio Biffi: tastiere, fisarmonica, voce