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Chuma Chums

Fest On

È tutta una questione di obiettivi. Se i veneti Chuma Chums volevano entrare nel Guinness dei Primati per il maggior numero di generi musicali stipati in un disco, possiamo dire che ce l’abbiano abbondantemente fatta. Ska, elettronica, drum and bass, hip hop, latin, swing, nu-metal, funk, reggae, musica indiana... insomma, facciamo prima a dire cosa non ci hanno messo, dentro questo Fest On. La maggior parte dei pezzi dell’album presenta almeno tre cambi di tempo, stop and go a profusione, variazioni totali dell’orizzonte di riferimento. Si puntava a quello? Bene. Perché se l’obiettivo (eh sì!) era fare un bel disco, spiacenti ma non ci siamo. Poche melodie che destino l’attenzione, pochi riff o giri di basso che valga più di tanto la pena di seguire. Una diffusa sensazione di tedio ci sorprende verso metà cd, all’ennesimo cambio di stile.

Ancora, è tutta una questione di obiettivi (se non si fosse capito): se si trattava di dimostrare la propria tecnica e la propria credibilità, anche qui raggiunto pienamente. I sette padovani sono tutti eccellenti musicisti (bassista, dj e percussionista in particolare) imperturbabili di fronte a quegli tsunami che sono le strutture dei loro pezzi.

Un altro obiettivo (presunto) di Fest On era risultare simpatici, far ridere o sorridere l’ascoltatore. Riuscito in parte, si può dire: alcuni loro pezzi (il bel rocksteady di Ciao Patente su tutti, ma anche Zona Nostrae Portame), cantati in veneto, sono spiritosi, carini. Non certo da Elio e le Storie Tese (ancora a proposito di obiettivi), ma magari da Pitura Freska... Perchè allora inserire pezzi seriosi come Pioggia Sul Tetto, o pseudo-terapeutici come la litania Hom Sa - Sa Hom?. Per non parlare di Deliriovacca, l’ultimo brano - sul quale stendiamo un velo pietoso, pietosissimo. E diciamo questo ben sapendo che i Chums, che alla fine sono dei simpatici cazzari (e per questo li apprezziamo), se la staranno ridendo di gusto leggendo queste parole. Il problema è che non tutti fanno parte del gruppo o del seguito regolare della band, e quindi difficilmente riusciamo ad aggregarci...

Così a occhio si potrebbe dire che i Chuma Chums abbiano come obiettivo (poi basta, promesso) il successo del Bepi, personaggio popolarissimo ma solo e unicamente nella provincia di Bergamo. Obiettivo (ah no, c’era ancora questo) che potrebbero benissimo aver già raggiunto, dalle parti di Padova, vista la loro nutrita fan base. Il Bepi è come i Pitura Freska: naif (ecco, diciamo così), ma con le idee chiare. I nostri Chums invece sembrano invece contagiati dalla malattia del voglio-metterci-dentro-tutto: una sindrome che ha afflitto per lungo tempo i Meganoidi, finché finalmente si sono autoimposti un po’ di linearità, forse fuori tempo massimo.

E quindi, tirando le conclusioni su questo Fest On, noi dell’Isola non possiamo fare a meno di chiedere ai Chuma Chums quale fosse, in fin dei conti, il loro... obiettivo (mai fidarsi delle promesse di chi porta un nome di battesimo come quello del recensore).

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 46:20
  • Etichetta: Boogie Records

Elenco delle tracce

01. 46

02. Zona Nostra

03. Ciao Patente

04. Feston

05. Fucking Party Band

06. Portame

07. Sottomarina

08. Drum’n’dije

09. Pioggia sul Tetto

10. Grassie

11. So Ham – Ham So

12. Elektrobura

13. Deliriovacca

Brani migliori

  1. Ciao patente
  2. Zona nostra
  3. Drum’n’dije