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Claudio Melchior

Io sono un gatto

Un vero inno alla libertà, inteso come irrinunciabile valore esistenziale, venato di quella sana spolverata di follia che fa osare sempre qualcosa d’inconsueto è il fulcro tematico del secondo album Io sono un gatto dell’eclettico Claudio Melchior: artista che, da sempre, ignora la parola “serietà”per (ri)progettare la sua attività in chiave ludico-ironica, senza rinunciare a sberleffi sarcastici, già tipici del suo passato radiofonico-teatrale. Nella musica ricerca l’angolo evasivo dalla sua attività di docente della comunicazione per rilasciare i suoi sfoghi sonori puntati verso il cielo, derivanti dal marasma sociale e psicologico che ci ha coinvolti in quest’ultimo triennio: tanto è passato dal precedente Ho molti follower.

Ebbene, il mudus-operandi  di Claudio conserva quello smalto creativo per riconfermarsi (alla grande!) con un disco caleidoscopico, contenente sette atti dai colori sgargianti, che salpano con la nave cantautorale di Fuga, cesellata con cornici di fiati e chitarra per nulla prevedibili. Poi, curiosamente, Melchior omette i risvolti ironici e poco ortodossi per proporre Schivare la pioggia in doppia versione: ruvida-sintetica in traccia 2 ed acustica in chiusura dell’opera, mentre la dilettevole Sciacquettati rilascia un denso senso di leggerezza che nasconde (però) un monito per non cadere nel facile idillio che esibisce l’amore al suo sbocciare. Ma Claudio sa variegar bene il menù anche con gli aspetti ponderativi di Ogni notte, che vagano in fantasie e declinazioni letterarie. Poi, s’ispira (bonariamente) a un Dante  pop per criticare le storture del mondo e per attribuire (in qualche modo) al sommo vate il brevetto di primo rapper della storia e lo fa  con un brano dall’elettronica easy e saltellante.

Ah, che potere ha la parola: non ha le ossa ma le spacca ed il Nostro non si fa di certo mancare le occasioni per urlarle alla luna senza pensarci due volte. E la titletrack? Approda in penultima base, con una canzone non-canzone narrata in libero arbitrio senza rispettare schemi e strutture classiche della scrittura, bensì con punteggiature spigolose di synth e drammatico ipnotismo. Come sensitivo della felicità, Claudio Melchior, con Io sono un gatto, fa riecheggiare il suo slancio creativo, in bilico tra irriverenza e divertissement senza sconti concedendo, peraltro, occasioni di fine riflessione. Approfittatene.    

 

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In dettaglio

  • Anno: 2022
  • Durata: 26:07
  • Etichetta: New Model Label

Elenco delle tracce

01.  Fuga
02.  Schivare la pioggia
03.  Sciacquettati
04.  Ogni notte
05.  Dante pop
06.  Io sono un gatto
07.  Schivare la pioggia (acoustic version)

Brani migliori

  1. Ogni notte
  2. Fuga
  3. Schivare la pioggia

Musicisti

Claudio Melchior: voce, programming - Matteo Dainese: batteria, percussioni - Mirko Cisilino: tromba, trombone - Luca Franzolini: chitarre - Lucia Violetta Gasti: violin - Michele Pirona: chitarra