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Là Nua

Just for taste

Praticamente una sorta di giro turistico musicale attraverso le tradizioni popolari di mezza Europa, dalle quali vengono colte suggestioni ed una serie di stimoli che si tramutano in canzoni. Questa potrebbe essere una sintesi, per quanto sommaria, attraverso la quale inquadrare il secondo lavoro dei Là Nua, trio folk campano che, pur appartenendo ad un’area, l’Irpinia, certamente assai ricca di influenze musicali e di tradizione popolare, ha deciso di avventurarsi ben oltre i propri confini onde assimilare frammenti di folklore nati e sviluppatisi al di fuori dell’Italia.

Just for taste è il titolo, quanto mai azzeccato, di questo album, le cui quattordici tracce vagabondano fra Irlanda, aree Balcaniche, zone mediorientali, influenze nomadi e mediterranee e rappresentano davvero una ininterrotta sequenza di “assaggi” musicali distillati con gusto e con una certa sobrietà, soprattutto negli arrangiamenti. La tradizione, quindi, anzi “le” tradizioni, declinate con un approccio acustico che se, da un certo punto di vista, è estremamente fedele agli stimoli ricevuti, non disdegna però di spingersi oltre. Si tratta di una sorta di fuga in avanti che potrebbe essere anche precursore di un modo diverso di recepire, elaborare e proporre la musica folk; un modo che, se ci viene passato il termine, si potrebbe definire quasi “da pub”, ovvero meno costruito, meno elaborato, meno ricco strumentalmente, ma più essenziale, diretto ed asciutto.

Questo è quanto traspare sin dalle prime note del brano The gipsy reel che apre l’album: si viene immediatamente trasportati in una situazione davvero “viva”, in cui il pubblico sono gli avventori di una locanda, l’atmosfera è realmente popolare, vivace e, quasi automaticamente e per associazione di idee, la birra scorre a fiumi. Le caratteristiche “sensoriali” tipiche delle tradizioni popolari che vengono percorse dai brani proposti risultano sempre del tutto evidenti: l’accoglienza, la convivialità, il senso del tempo che passa, la percezione del viaggio che porta con sé, insieme, la malinconia dell’abbandono ma anche la curiosità nei confronti della novità e degli incontri. Ne viene fuori una musica che è, nel contempo, tanto intima quanto coinvolgente, e questo proprio perché stimola sia la percezione personale, sia la condivisione, una musica fortemente ispiratrice di immagini, paesaggi, unitamente alle sensazioni che questi trasmettono: viscerale, evocativa, vissuta, eppure nel contempo semplice ed immediata. E questa, forse, è davvero la magia più bella che sgorga da questo lavoro.

 Foto di Annibale Sepe

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Là Nua, Francesco Scanzullo
  • Anno: 2015
  • Durata: 47:39
  • Etichetta: Rox Records

Elenco delle tracce

01. The gipsy reel
02. Tuar mor
03. Orange & cinnamon
04. Horizonto
05. Planxty Irwin
06. Mominsko horo
07. Rue d’Anvers
08. Slidin’ al Mulberry Close
09. Barry’s hug
10. The hag at the churn
11. Zio Antonio is back home
12. Farewell to Erin
13. Twinkle of January
14. Superfly

Brani migliori

  1. Tuar mor
  2. Orange & cinnamon
  3. Horizonto

Musicisti

Gabriele Ivo Moscaritolo: fisarmonica, tin, low whistles  -  Francesco Brusco: chitarra acustica, bouzouki  -  Giuseppe De Gregorio: cajon, djembè, percussioni, chitarra acustica