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Samuela Schilirò

La vita che vuoi

Samuela Schilirò è una cantante, chitarrista, compositrice, autrice e produttrice. È nata a Gorizia, si è trasferita a Milano e successivamente si è stabilita a Catania. Dopo essere stata – nel 2010 – tra le quattro finaliste del Premio Janis Joplin, nel 2011 pubblica il brano dal titolo Reality, mentre il primo album Non sono esce nel 2012, seguito - 4 anni dopo - da C’è sempre un motivo. Nel corso della sua attività artistica ha portato la sua produzione musicale in tour, è stata ospite in programmi radio, festival ed eventi e ha diviso il palco con diversi e importanti artisti del panorama italiano.

La vita che vuoi, uscito nel maggio del 2022 sotto etichetta Azzurra Music/Cafè Concerto Italia è il suo terzo lavoro ed è composto di undici tracce inedite, in cui il sentire più profondo, le sensazioni più vere e spontanee sono frutto di un vissuto interiore, di una serie di riflessioni e domande scaturite nel periodo particolare che tutti abbiamo vissuto durante la pandemia. I testi dei suoi brani - di cui alcuni scritti a quattro mani con la collaborazione di Mariagiovanna Lauretta - raccontano storie, emozioni, contrasti e sensazioni tra ironia e leggerezza, introspezione e flusso di coscienza, seguendo quel bioritmo naturale che regola il vivere quotidiano quando si è costretti a fermarsi. Ciò che accadeva a livello mondiale in quel periodo al di fuori della sicurezza delle nostre case, è diventato un carburante utile per guardarsi dentro e dare vita a una sorta di “diario musicale”, che contiene brani dalle sonorità pop-rock che si alternano a ballate. Questo lavoro di ricerca, per Samuela Schilirò è stata anche l’occasione per abbracciare il cambiamento stilistico, in quanto le ha permesso di esplorare sonorità inedite riguardo ai lavori precedenti. Il carattere del suono originario ha infatti fatto spazio alla contaminazione elettronica anni’80, rivisitata ai tempi odierni, tra synth, tastiere, drum machine e programmazioni anche se comunque è rimasto affiancato – e affrancato - a quello di strumenti più classici come pianoforte, viola, violino e violoncello, tromba, basso e chitarre (elettrica e acustica). Il risultato è un ventaglio di 11 brani diversi tra loro e ben assortiti.

L’ascolto di La vita che vuoi inizia con una consapevole riflessione Semplice che è appunto il titolo della prima traccia di apertura. Una relazione può essere o diventare un punto di partenza o di rinascita, solo se si abbatte quel muro di protezione che viene eretto per difendersi (metaforicamente) da “un inverno” e dal suo freddo. Così come è semplice e immediato riuscire ad innamorarsi, ma occorre avere parecchio coraggio per spingersi oltre lo strato superficiale, liberando “le farfalle nello stomaco”, togliendo ogni filtro e maschera, affinché il sentimento possa trasformarsi , crescere e diventare adulto. Le parole, a un certo punto, non sono più sufficienti, nemmeno quelle più profonde e alla fine, si smette di credere. C’è un’unica grande e autentica forza che permette sempre di risollevare lo sguardo e di sanare ogni cosa, ed è quella che da sempre governa - o dovrebbe governare - la rotazione del mondo. Il vestito sonoro di questo album, cucito con musica e parole, sembra infatti rivelare una analisi di ciò che viene (a volte anche impropriamente) chiamato amore, con tutte le sue sfumature. Dalle trame più chiare e luminose a quelle più nascoste e in ombra. C’è il racconto dell’amore smisurato per se stessi nel brano Stai un po’ zitto, dell’amore malato in Un gioco fino ad arrivare a quello distruttivo de Il ducaconte che può portare a inevitabili e fatali conseguenze. Occorre anche ristabilire un confine importante che sta diventando sempre più insano nella società odierna: quello tra virtuale e reale dove, nel mezzo, alberga il caos esistenziale. Ecco che si fa urgente elevare una invocazione, una richiesta di aiuto alla Santa Madre dell’Umanità, attraverso un urlo, una preghiera - laica – potente che metta in evidenza la necessità di sfuggire dall’ ansia esistenziale. Serve empatia, ascolto, accoglienza, servono occhi che guardano e sanno vedere, serve l’ amore che “non si può mica estinguere” come racconta il brano Tutto quello che ho, che invita anche a lasciar andare i pesi, cercando di vivere con più leggerezza e spensieratezza, liberando anche quel briciolo di sana follia, che permette di attraversare una tempesta indenni, ballando sotto la pioggia o di vedere la vita “come fosse una giostra in mezzo a un funerale/qualcosa da ridere che qualche volta fa piangere”.

La vita che vuoi è un lavoro ben curato e dallo stile ricercato, sia a livello di editing e mastering, sia per ciò che concerne l’aspetto estetico del CD (le foto sono di Rori Palazzo, mentre il lavoro di artwork e grafica è stato curato da Damiano Friggi).  Già dalla foto presente sulla copertina si può intuire la particolare connotazione di questo album. Samuela Schilirò appare ritratta parzialmente “nuda” (ulteriore simbolismo di un valore intrinseco). Tra le mani tiene una porzione di specchio, un pezzo di vetro che può anche voler rappresentare la fragilità dell’essere umano e nel suo sguardo che appare riflesso, si intuisce quasi la presenza di un richiamo all’ attenzione nei confronti dell’ascoltatore che converge in una domanda essenziale, quella che titola e riassume l’essenza di questo lavoro: un invito a riflettersi in un ideale specchio attraverso un attento ascolto che possa condurre a domandarsi: “Qual è la vita che vuoi?”.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Samuela Schilirò
  • Anno: 2022
  • Durata: 36:39
  • Etichetta: Azzurra Music / Cafè Concerto Italia

Elenco delle tracce

01. Semplice

02. Stai un po’ zitto

03. Un gioco

04. Santa Madre dell’Umanità

05. Il ducaconte

06. Tutto quello che ho

07. Tu balla

08. Giurami che

09. Abbi cura di noi

10. Sono giorni

11. Va bene così

 

Brani migliori

  1. Santa Madre dell’Umanità
  2. Tutto quello che ho
  3. Tu balla