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Michele Lobaccaro

Navigazioni intorno al Monte Analogo

A distanza di quarantacinque anni dall’incredibile album Prati bagnati del monte Analogo, di Francesco Messina e Raul Lovisoni, ci raggiunge questo notevole lavoro di Michele Lobaccaro dal titolo Navigazioni intorno al monte Analogo, entrambi ispirati al libro di Renè Daumal, ‘Il monte Analogo’, edito da Adelphi. Un libro di sole 143 pagine, incompiuto a causa della prematura scomparsa del suo autore; uno di quei libri che, come ‘Il re del mondo’ di Renè Guenon, vivono in una sorta di inabissamento carsico e poi, all’improvviso, riemergono con tutta la loro diafana e, al contempo, dirompente estetica che lascia il lettore con il dubbio di non aver compreso il senso ultimo dello scritto e, per questo, è “costretto” a rileggerli.

Mentre il predecessore era un album che potremmo definire di musica sperimentale (prodotto nel 1979 da Franco Battiato e pubblicato da Cramps, giusto per capirci), “Navigazioni intorno al monte Analogo” è un lavoro delicato, pensato e realizzato con l’intenzione di condurre l’ascoltatore in un percorso interiore dove la musica e le liriche sono da considerarsi come un medium attraverso il quale scoprire dove davvero sia possibile incontrare ed osservare il monte Analogo che, ovviamente, è il profondo sé interiore del quale i musicisti coinvolti, oggi come ieri, sono alla ricerca ed in questo percorso vogliono essere accompagnati da viandanti che, come loro, sono in ricerca di sprazzi di infinito.

 

Michele Lobaccaro (protagonista dell’avventura artistica di Al Daravish e Radiodervish con l’amico Nabil Salameh) è il personaggio centrale dell’album e il suo imprinting “mistico” si evidenzia nell’atmosfera complessiva del lavoro. L’uso delicato del pianoforte, i suoni elettronici quasi impalpabili ma presenti in maniera importante a creare atmosfere sonore di grande bellezza sono i tratti più rappresentativi che ci portano ad una simbiosi perfetta tra l’artista e il mondo musicale che da sempre lo affascina. A questo si aggiungono anche gli archi (viola, violoncello, violino), che costruiscono un tappeto sonoro ricco di sfumature e denso di suggestioni. Si tratta di un lavoro maturo che si snoda in una maniera di imperturbabilità quasi che il suo autore, e i musicisti coinvolti, anziché trovarsi in uno studio di incisione, siano proprio alle pendici del monte Analogo, con lo sguardo rivolto verso la cima e l’impossibilità di guardarsi indietro perché la porta della conoscenza è ormai socchiusa e deve essere oltrepassata. Un consiglio: i nove i brani che compongono l’album (di cui uno, Nel porto delle scimmie, totalmente strumentale) vanno ascoltati staccando l’attenzione da altre distrazioni quotidiane - per quanto questo sia difficile, ma non impossibile - perché per comprenderlo è necessario immergersi pienamente nelle note, farsi trasportare dalla corrente delle liriche.

Chiudiamo il nostro racconto con qualche riga di commento ai brani, iniziando con  Succederà, che apre la porta del cuore con voce soffusa e pianoforte rarefatto, proponendo fin da subito all’ascoltatore un cammino alla ricerca del sé e della pace interiore. Le cose passate si affida al suono della chitarra e dalla voce, esprimendosi come canzone “immobile” accompagnata dalla dolcissima atmosfera creata dall’albisiphon (particolare flauto traverso) che immagina onde lente del mare portarsi verso il monte. La terza traccia è Sogol, che si avvale della voce/canto arabo di Nabil Salameh, amico e sodale di Lobaccaro in svariati episodi artistici. Il testo è una sorta di elenco di tecniche e scoperte che fanno parte della storia di quella cultura araba che si è persa nei secoli. Il Canto degli alpinisti sfortunati rappresenta invece una sfida ad elevarsi dalla condizione umana per raggiungere l’assoluto. L’andamento sonoro è quasi inaspettato è il messaggio che viene proposto è che il cammino di ricerca deve proseguire anche quando “non si vede mai la cima”.

A metà disco troviamo Le leggi del cuore, un mix di note che scaturiscono dall’amalgama di archi, chitarra, pianoforte e voce per un’ode, profondamente sentita, nei confronti dell’Assoluto. Segue poi Nel porto delle scimmie, che come dicevamo prima è un brano strumentale caratterizzato dal pianoforte e da raffinati suoni elettronici, costruito quasi ad evocare lo spirito di Battiato e così è inevitabile, per chi ascolta, alzare lo sguardo per osservare la cima del monte oltre le nuvole dell’esistenza. Delicata e soffusa è Sfera e tetraedro, una sorta di delizioso momento di attesa e passaggio verso la penultima traccia dell’album, Uomini cavi, dove il suono degli archi, gli stacchi di pianoforte e la voce di Laboccaro manifestano i passi di una sensibile processione interiore.

Arriviamo così all'ultimo brano, dove la voce ancestrale e ‘cosmica’ di Juri Camisasca abbraccia le liriche de I giorni che verranno, con le note del pianoforte che lo accompagnano nel maestoso viaggio su un mare che “non finisce” in luoghi che “solo il cuore conosce”. È davvero un colpo di classe lasciare che l’album termini con la voce di Camisasca che presenziò, anche allora con la sua meravigliosa vocalità, in quell’album citato all’inizio e ormai lontano nel tempo ma prossimo, per affinità, a coloro che ascolteranno “Navigazioni intorno a Monte Analogo”, un album intenso, coraggioso.
Antico (nella sua accezione più profonda e valoriale del termine).
E forse proprio per questo magistralmente attuale (nella sua accezione più ampia e necessaria del termine).

foto in alto: Dario Discanno
foto in basso: Ferdinando Bassi

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Michele Lobaccaro
  • Anno: 2024
  • Durata: 36:34
  • Etichetta: Cosmasola / Believe

Elenco delle tracce

01. Succederà

02. Le cose passate

03. Sogol

04. Canto degli alpinisti sfortunati

05. Le leggi del cuore

06. Nel porto delle scimmie

07. Sfera e tetraedro

08. Uomini cavi

09. I giorni che verranno

Brani migliori

Musicisti

Michele Lobaccaro:
voce, chitarra, basso, tastiere, pianoforte, elettronica;
Francesco Cielo:
pianoforte, elettronica;
Pippo ‘Ark’ D’Ambrosio:
batteria e percussioni;
Andrea Cielo: violoncello;
Elisa Locatelli: viola;
Oksana Ivasiyuk: violino;
Giancarlo Parisi:
albisiphon, chalumeau;
Maria Ruggieri: soprano;
Domenico Monaco: pianoforte;
Nabil Salameh: voce;
Juri Camisasca: voce