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Umberto Maria Giardini

Ognuno di noi è un po' Anticristo

La scrittura di Umberto Maria Giardini è umorale: alterna passionalità decadente e amarezza, toni delicati e aspri, malinconie in lievi vesti poetiche e sprazzi inattesi di realismo, volutamente disadorni e sghembi, in bella mostra contro l’edificante retorica che si ammanta di sentimentalismo e pose finto-ribelli o finto-impegnate, entrambe a loro modo volte ad edulcorare il reale. Non a caso allora UMG, dopo aver archiviato ormai da tempo la sua carriera come Moltheni e aver affinato una volta in più (qualora ce ne fosse ancora bisogno) nel laboratorio del progetto strumentale dei Pineda la sua perizia e fantasia di sperimentatore di suoni eclettici, densi e visionari, è tornato con un EP dal titolo “scapigliato”, antidoto contro il pop rassicurante ed “ecumenico” di buoni sentimenti e contro la sciatteria della musica-prodotto, che sia quella che fabbrica tormentoni o il cantautorato indie giovanilistico e ammiccante.

Cesare Pavese nei Dialoghi con Leucò scriveva che «vien da pensare che sia tutto intriso di sperma e di lacrime»: come altri suoi brani del passato, queste cinque nuove tracce di Giardini sembrano rispecchiare la realtà per ciò che è, idillio e strappo, sublime e volgare o, meglio, semplicemente … umana.

In una trama musicale psichedelica, di piccole luci e ombre vischiose e malinconiche, si alternano o mescolano arpeggi e percussioni che cullano, brevi accelerazioni di batteria, bassi pensosi e vibranti, linee incalzanti di Rhodes molto ‘70s, quasi prog, irrequietudini nervose di organo, scintillii struggenti di piano, selve cangianti di chitarre dolenti e rabbiose, ritmiche tese, che si fanno febbrili tra gli spasimi di Omega, distorsioni allucinate e accensioni rock (v. Regina della notte, che sarebbe un singolo ideale);  in brani di intensità preziosa infatti gli strumenti ora si sommano, ora riecheggiano isolati nel loro potere evocativo.

In questi cinque pezzi, che seguono lo splendido La dieta dell’imperatrice, pubblicato un anno or sono, e precedono il nuovo album in uscita nel 2014, si canta l’immersione nell’amore che «gonfia le vene […], invade, toglie le pene e proietta un’immagine pigra, nuda» (Fortuna, ora), accoglie, brucia e nel tempo si consuma, perché «la carne mangia carne» (Omega): le tentazioni carnali eccitano, distraggono superficialmente e così si lascia andare via l’amata, senza pronunciare le parole che l’avrebbero fermata. Eppure l’EP si chiude con la speranza di un appuntamento in cui trovare il coraggio di ritrovarsi, con uno slancio volontaristico di rinnovare l’incanto di un amore-possessione onnipresente. O con il desiderio di porvi finalmente e per sempre il sigillo di fine.

UMG regala ancora una volta canzoni dalla bellezza atroce. Per chi non si accontenta dei cliché. 

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In dettaglio

  • Produzione artistica:  Umberto Maria Giardini
  • Anno: 2013
  • Durata: 26:43
  • Etichetta: Woodworm/Audioglobe

Elenco delle tracce

1.Fortuna, ora

2.Oh gioventù (strumentale)

3.Regina della notte

4.Omega

5.Tutto è Anticristo 

Brani migliori

  1. Fortuna, ora
  2. Tutto è Anticristo

Musicisti

Umberto M. Giardini: voce, chitarra elettrica
Marco Marzo Maracas: chitarra elettrica, pedali
prof. Giovanni Parmegiani: piano Rhodes, organo
Cristian Franchi: tamburi e piatti