ultime notizie

Nuovo album per Roberta Giallo, anticipato ...

Quante volte aprendo un giornale, che sia cartaceo oppure online, veniamo travolti da notizie di attualità, cronaca dai toni negativi che ci predispongono a un senso di smarrimento e depressione ...

Luigi Campoccia

On the way to Damascus

“On the way to Damascus” è l’ultimo lavoro di Luigi Campoccia, figura significativa della musica italiana, sebbene forse non del tutto riconosciuta come meriterebbe.

Pianista jazz, compositore e arrangiatore che negli anni non ha avuto timore di “sporcarsi le mani” anche nell’area della canzone d’autore, oggi Campoccia si apre a suggestioni mediterranee.

L’inizio del primo brano, infatti, sembra preludere ad un lavoro dalla forte connotazione etno, per via delle atmosfere orientaleggianti introdotte dallo scambio tra ney, il tradizionale flauto a canna di origine persiana,  e sax soprano,  su cui si innestano batteria , un basso pulsante, quasi rock e vagamente Embryo, e le tastiere dello stesso Campoccia a mò di collante.

La successiva entrata in campo del piano sposta però con decisione la barra del timone verso l’orizzonte del jazz, dato che lo stile di Campoccia, ispirato da Chick Corea, concede poco a suggestioni folkloriche, lasciate alle melodie tracciate dai fiati.

Al di là di quanto si potrebbe ipotizzare prima dell’ascolto, osservando titolo e copertina, “On the way to Damascus” non insegue (fortunatamente) contaminazioni spicciole in salsa etno, ma è un ottimo disco, in cui, “sotto le stelle del jazz”, si realizza con perfetta sintonia lo scambio tra Campoccia, i suoi musicisti, ed i partner turchi coinvolti nel progetto.

Il primo, Önder Focan, suona la chitarra elettrica tra Joe Pass e Pat Metheny, mentre l’altro, Azil Senol Filiz , è un virtuoso del ney, solito muoversi in ambiti tradizionali.

Proprio al ney é demandata la dimensione più folklorica delle sonorità, che non viene accentuata però da Filiz, il quale, quando è in primo piano, appare più interessato a disegnare con intensità le melodie scritte da Campoccia che non a inseguire suggestioni gratuite, mentre, quando interagisce con il resto del gruppo, si sa inserire con equilibrio nel tessuto complessivo.

Equilibrio, quindi, sembra essere la parola chiave del progetto, un equilibrio sottile ricercato e mantenuto con perizia in ogni brano, nel valzer malinconico di “Breathing Shell”, in “Over the carpet”, tango rotolante al sapore di Paolo Conte, che ricorda la dimestichezza di Campoccia con la canzone d’autore italiana, come negli omaggi alla musica turca, il dolente traditional “Kacsam Birakip” e la morbida melodia guidata dal ney di “Cici kiz”.

Più tradizionali, ma non meno godibili, la ballad “Dawn”, trainata dal piano, una “Middle way” virata su ritmiche jazz rock anni ’70, ed “Oasis”, in cui merita una menzione speciale l’ottimo sax tenore di Daniele Malvisi.

Un bel disco, che fotografa un incontro riuscito, e che ha giustamente premiato il suo autore con l’invito, unico artista italiano, alla serata conclusiva del programma di eventi musicali nell’ambito di Istanbul Capitale Europea della Cultura 2010.

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Gabriele Rampino e Luigi Campoccia
  • Anno: 2010
  • Durata: 53:02
  • Etichetta: Dodicilune

Elenco delle tracce

01. On The Way To Damascus

02. Brething Shell

03. Oasis

04. Cici Kiz

05. Middle Way

06. Kacsam Birakip

07. Over The Carpet

08. Dawn

09. Belly Dance

Brani migliori

  1. On The Way To Damascus
  2. Brething Shell
  3. Cici Kiz

Musicisti

Luigi Campoccia: piano & keyboards Paolo Corsi: drum & percussion Rossano Gasperini: double bass Daniele Malvisi: tenor & soprano sax Aziz Senol Filiz: ney Önder Focan: guitar