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Nadiè

Questo giorno il prossimo anno

Nell’album che finalmente segna il debutto dei Nadiè, originari di Misterbianco (CT) e capitanati da Giovanni Scuderi, ci sono vari livelli in equilibrio, ad altezze diverse, come in un microcosmo marino; nel fondale penetrano distorsioni alt-rock e gli arrangiamenti dal sapore più internazionale, in odore di indie-rock e garage-rock.

In profondità nuotano poi linee di piano di malinconica magnificenza o da spoglia sad/merry-go-round un po’ à la Blur (Franti), chitarre acustiche folk-rock che profumano talora di U.S.A., tristi e raffinate (v. la title-track con titolo che traduce il nome di un brano dei Karate e un cuore nostalgico di mandolino), e sinfonie d’archi, ora poderosamente rock, ora e più di frequente delicatamente e poeticamente cantautorali. Queste ultime si riscontrano ad es. ne Il valzer del non amore, con atmosfere di tersa malinconia create nuovamente dal mandolino di Massimo Roccaforte (produttore artistico del lavoro, chitarrista e collaboratore già di Carmen Consoli, Mario Venuti e Max Gazzè) e soprattutto nella splendida Roman Polanski, cadenzata tempesta di suoni cinematici, che impregnano le pareti dell’anima di un pathos fumoso e suadente.

Poi, più in alto, fluttua fino a pelo d’acqua una sostanza melodica pop-rock, nutrita di arpeggi di chitarra liquidi e ritmiche ben costruite (ad es. Laurea in lettere e filosofia). Le melodie vocali rammentano vagamente un po’ la Consoli in Cara rivoluzione e specialmente in Glicine, già singolo nel 2006, ma soprattutto i Nadiè sembrano, generazionalmente e non solo, figli della cosiddetta scena alternativa italiana degli anni ’90, sicché andamenti ritmici e timbrica rimandano spesso agli Afterhours, di cui la band ha tra l’altro aperto la prima data estiva del 2011, a “Il rock è tratto”.

Non è facile scindere passato, presente e futuro in un album un po’ “postumo”, già uscito nel 2009 in forme discograficamente autoprodotte e comprensivo di canzoni probabilmente composte in periodi diversi nella storia della band, cominciata nel 2000. Però se i suoni che galleggiano a bassa profondità, ovvero le melodie più fruibili, ci sembrano curati, ma non molto innovativi (con l’eccezione però di Del vanto, ottimo esempio di pop cantautorale elettroacustico, melodicamente seducente, di grande classe e misura), possiamo affermare che ci sembra personale e interessante la via della band ad un cantautorato rock che dipinge affreschi affettivi e schizzi di ricordi di grande evidenza con i colori scuri di suoni umbratili, sempre pregnanti ed evocativi e mai superflui, chiusi spesso in una malinconia lacerante o carezzevole.

E in questa direzione, fascinosa ed ispirata, ci auguriamo che i Nadiè proseguano. 

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica:  Massimo Roccaforte
  • Anno: 2011
  • Durata: 41:07
  • Etichetta: Seahorse Recordings/Audioglobe

Elenco delle tracce

 1.Cara rivoluzione

2.Franti
3.Glicine 4.Praga
5.Viola
6.Roman Polanski
7.Del vanto
8.Il valzer del non amore
9.Laurea in lettere e filosofia
10.Questo giorno il prossimo anno 

Brani migliori

  1. Praga
  2. Roman Polanski
  3. Del vanto

Musicisti

Giovanni Scuderi:voce, chitarra elettrica e acustica, piano Totò Arnone: basso Giuseppe Ciotta: chitarre, e-bow, slide
Alfio Musumeci:
batteria

Massimo Roccaforte
: chitarra elettrica e acustica, basso, mandolino, clarinetto, produzione artistica
Salvo Farruggio
: percussioni
Tiziana Cavaleri
: violoncello
Adriano Murania
: violino e viola