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Massimo Zamboni - Angela Baraldi

Solo una terapia: dai CCCP all’Estinzione

I reduci di progetti musicali penetrati nel sangue e nei geni della storia musicale seguente sono come quelli di guerra: si portano dentro i lasciti di qualcosa con cui è ineludibile un confronto, a distanza quando vi si allontana tra ripudi e tentate discontinuità personali, ravvicinato allorché si ascolta la fame di memorie che tengano in vita in vividi corpi attuali quell’eredità magistralmente ingombrante.

Ecco allora che Massimo Zamboni ha partorito un’altra creatura, derivata ed insieme giovane, dall’esperienza seminale di CCCP e CSI, un tour con quella menade enigmatica e nervosa, quella sacerdotessa ctonia che è Angela Baraldi.

E il chitarrista inocula anche i corpuscoli della sua più recente storia solista nel nuovo pupillo, che è diventato un disco prima solo in edizione limitata e autografata e poi in regolare vendita.

Esso possiede nelle vene chitarre naturalmente e filologicamente identiche ai rispettivi album, che, nel caso delle canzoni del gruppo, potrebbero giocare sull’effetto nostalgia, ma per fortuna sanno anche scorrere con il calore di una qualità e talora di un’asciuttezza minimale ed elegante di suoni che evita il ristagno e la mummificazione.

E una fiamma sottile, che sale dal camino di malinconie scure ed intime, percorre le membra della creatura live, soprattutto nell’inquietudine quasi ossimoricamente placida dei brani dello Zamboni solista, tra le note di piano distillate come rade, calme lacrime e gli arpeggi struggenti di A ritroso, con l’interpretazione fragile e tremula del suo stesso autore, poi affiancato dalla Baraldi, oppure nei suoni di cristallo e psichedelia di Quando se non ora, di cui Angela ben accentua il respiro dolente.

Infatti, dato che comunque il revival delle rivoluzioni finisce sempre per risultare conservatore, quello che ora appare più prezioso in questo disco live è il chiarore malinconico dei cieli notturni trapuntati dalle chitarre lisergiche, più che la carica iconoclasta delle accensioni e accelerazioni punk.

Il confronto con il magnetismo schizofrenico di Giovanni Lindo Ferretti, ad un tempo contro-eroe amaramente e ironicamente disincantato e cantore tetro, allucinato e visionario, non è facile, soprattutto nella sardonica cronaca erotica di Mi ami?, ma la Baraldi entra con onore nel parterre delle donne della storia CCCP/CSI (Silvia Bonvicini, la “benemerita soubrette” Annarella Giudici e Ginevra Di Marco): sfodera uno stile impetuoso e la sua voce dai colori mascolini à la Patti Smith sa farsi rasoio secco e asciutto, così come frenetica mitragliatrice di parole, ansiogena e/o eccitata, nei cinque classici esaltanti e pogabili dello storico LP dei CCCP, 1964-1985 Affinità-divergenze tra il compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggiore età.

Comunque è appunto l’intensità della risonanza interiore, quasi sacrale, dei brani che fluiscono più lenti e profondi a dare un’anima al golem impastato di canzoni dai CCCP a L’estinzione di un colloquio amoroso: è il caso della cadenzata, estatica Annarella (che tanto avrà influenzato anche quei Marlene Kuntz che di lì a poco sarebbero entrati nell’alveo CPI), mentre il linguaggio sessualizzato della provocatoria, mirabolante M’importa ‘na sega appare sconfitto dalle metafore sensuali dal sapore cosmogonico e dalla resistente, viva densità lirica di Del mondo (CSI, 1994), intessuta anche di sussurri nel silenzio.

Cupe vampe (interpretata da Zamboni in uno stile discreto che amplifica le sue sfumature “abbattiate”) rinnova l’incanto triste del suo inesorabile incedere di morte, mentre Nove ore, inedita su cd, scritta dal chitarrista ed interpretata dalla Baraldi per il documentario + o – Il sesso Confuso; racconti di mondi nell’era AIDS, è una buona ballad che pulsa lenta e buia di impotenza, rabbia e poca speranza.

Insomma per il reduce il consiglio sarebbe quello di cercare di ascoltare meno chi vuole insufflare  roboanti fantasmi del passato in nuova carne o nuovi zombie punkettari e alimentare echi e soprattutto nuovi respiri dei demoni più congeniali, forse più pacati e meno profetici, ma più personali e autentici.

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 60:35
  • Etichetta: UPR/Edel

Elenco delle tracce

01.Emilia Paranoica

02.Da solo

03.Quando se non ora

04.Allarme

05.Del mondo

06.Nove ore

07.Ritroso

08.Mi ami?

09.Io sto bene

10.Cupe vampe

11.Annarella

12.Curami

13.M’importa ‘na sega

Brani migliori

  1. Del mondo
  2. A ritroso
  3. Annarella

Musicisti

Angela Baraldi: voce Massimo Zamboni: voce, chitarre Cristiano Roversi: stick, basso Erik Montanari: chitarre Gigi Cavalli Cocchi: batteria