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Emanuele Inserto

Sotto l’equatore

Emanuele Inserto è un cantautore, ricercatore e poeta romano con diversi album e collaborazioni all’attivo. Il suo ultimo full-length Sotto l’equatore è stato da lui interamente scritto, arrangiato e prodotto. In esso l’artista ha voluto coniugare la propria formazione di chitarrista latino-americano-iberico con suggestioni provenienti dal cantautorato classico italiano e nel contempo rendere omaggio a stilemi musicali degli scorsi decenni e a gruppi emblematici da lui amati, come i Litfiba, i Diaframma, i CSI.

Le otto tracce che compongono il disco hanno un sapore volutamente rétro e si appoggiano su sonorità prevalentemente acustiche: in esse Emanuele ha suonato anche altri strumenti diversi dalla chitarra, a differenza di quanto è avvenuto nei precedenti lavori. L’album è uscito lo scorso dicembre per l’etichetta La Stanza Nascosta Records.

L’opener Pace è un brano di stampo prettamente cantautorale in cui la quiete a cui si anela non è tanto la risoluzione dei conflitti nel mondo esterno, ma una ricomposizione del dissidio interiore e delle inquietudini esistenziali. Si coglie qualche eco ferrettiana nell’invocazione alla fusione con la natura (Voglio di nuovo sentirmi albero, pietra, animale), mentre l’arrangiamento incentrato su chitarra elettrica e bouzouki, a cui ha contribuito Francesco ‘Frencys’ Ferrarelli, caratterizza il pezzo come una sorta di ‘rumba rock’ dal sapore etnico. L’ascolto prosegue con Canto di Eco, che cita il mito di Narciso e della ninfa Eco; qui l’incedere e soprattutto la parte chitarristica rimandano ai primi Litfiba (quelli di “17 Re” e di brani come Ballata) e agli episodi più acustici dei CSI, mentre il cantato risente della lezione dello stesso Ferretti e di Franco Battiato, anche se Emanuele ha esplicitamente affermato che il suo punto di riferimento per questo brano è Miro Sassolini, il primo vocalist dei Diaframma. Ancora à la Lindo Ferretti è l’incedere quasi salmodiante della title track, mentre il dialogo della voce femminile (Katia Picciariello) con quella principale riporta alla mente la presenza di Ginevra di Marco nei CSI. Interessante è inoltre la genesi compositiva della canzone, dato che essa nasce, come ha spiegato lo stesso Inserto, da alcune ricerche condotte da lui sulla musica brasiliana ed in particolare sul “lundu”, un antico genere di musica e danza afro-brasiliana che ha elementi in comune con il fado; la melodia e il testo, inoltre, alludono ai riti di fertilità che si svolgono in terra carioca in onore della dea Yemanja.

Altro brano degno di nota è L’altra faccia dell’amore, che narra della dolorosa separazione di una coppia, la cui conseguenza è la presa di coscienza da parte del protagonista dell’impossibilità di un rapporto autentico all’interno delle convenzioni sociali, alle quali la partner, a differenza di lui, non riesce a rinunciare. Qui il dichiarato modello è De André e l’atmosfera evocata dal brano è malinconica e nostalgica, grazie alla presenza degli archi e dell’andamento di valzer. Molto bella e struggente la chiusura affidata ai soli strumenti (batteria, violino e chitarra). Altri riferimenti colti hanno poi dato vita alle liriche di Salomé, la fatale danzatrice uscita dalle pagine bibliche per ispirare innumerevoli artisti, tra i quali Oscar Wilde che le dedicò una tragedia. La canzone vede la presenza di Alex Araujo alla chitarra hawaiana, il cui timbro contribuisce a creare un clima di sensualità, ma vuole anche trasmettere, con un pizzico di ironia, comprensione e compassione per chi, a causa della propria debolezza, finisce con il ‘perdere la testa’ proprio come Giovanni Battista. Note di speranza, infine, si colgono nell’ultimo pezzo, il beneaugurante Buona fortuna, scritta durante il periodo pandemico; spicca la seconda voce, ancora una volta quella di Katia Picciariello (che ha anche suonato il violino e il violoncello) che qui si fa autentica coprotagonista. La presenza di intermezzi strumentali, nell’intento del compositore, vuole alludere all’incertezza del futuro che ci attende, ma nel contempo crea un clima di serenità, contribuendo ad una positiva chiusura dell’ascolto.

Sotto l’equatore è un disco che contiene delle idee musicali interessanti e denota da parte dell’autore un apprezzabile lavoro di ricerca artistica e di attenzione ai dettagli. La vocalità, però, risulta un po’ troppo monocorde, con una gamma espressiva che andrebbe ampliata, e le numerose citazioni, volute o inconsce, per quanto inserite coerentemente nel concept, dovrebbero forse lasciare maggiore spazio ad una cifra stilistica più autonoma. Un album gradevole, comunque, in cui si apprezzano soprattutto il talento degli strumentisti, la cura negli arrangiamenti e la vena poetica di alcuni testi.

Foto di Fabiana Calvo

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Emanuele Inserto
  • Anno: 2023
  • Durata: 28:00
  • Etichetta: La Stanza Nscosta Records

Elenco delle tracce

01. Pace
02. Canto di Eco
03. Sotto l’equatore
04. La testa tra le nuvole
05. Nel quadro astratto
06. L’altra faccia dell’amore
07. Salomé
08. Buona fortuna


Brani migliori

  1. Sotto l’equatore
  2. Canto di Eco

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