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Il Vuoto Elettrico

Traum

Attraversare la vita esattamente come si attraversa una casa, in cui si entra e dalla quale si esce, sperimentando l’ansia della conoscenza, mescolata al timore della scoperta ed alla trepidazione per la verità: in pratica una moderna versione, messa in musica, del socratico γνῶθι σαυτόν, “conosci te stesso”, condensato in nove tracce, che includono un “ingresso” ed una “uscita” fra le quali si snoda, in senso figurato, ma soprattutto da un punto di vista umano e personale, il riconoscere, in primo luogo, quello che sei.

Il secondo album de Il Vuoto Elettrico, già a partire dal titolo, lascia intuire la direzione che la band desidera  intraprendere: Traum, che è il titolo di questo lavoro, in lingua tedesca ha il significato di sogno, desiderio, tant’è che, volendo azzardare un parallelo letterario, il suo sviluppo rimanda ad una sorta di viaggio liberatorio negli abissi della coscienza di schnitzleriana memoria.

Si contrappongono, almeno apparentemente, a questo percorso complesso e quindi tutt’altro che rapido ed immediato, l’immediatezza e la rapidità dei brani, che hanno una media di durata di poco più di tre minuti, si caricano ed esplodono in tempi brevissimi e generano un’ondata sonora post-punk che monta, raggiunge il culmine e si spegne in un improvviso bagliore.

I suoni sono acidi, le chitarre scaricano raffiche sonore che trasudano psichedelia fin quando non virano, rapidamente ed improvvisamente, verso una direzione hard, quasi noise. Altra caratteristica fondamentale dei brani è il cantato, che…non è affatto un cantato, ma una vera e propria narrazione con agganci al nu-metal ed all’industrial, feroce nei termini e nell’esposizione, agitata, terrorizzata, psicotica, con pochissime pause ed un continuo stato di inquietudine che scivola, il più delle volte, verso una vera e propria situazione di ansia. Quella che potrebbe apparire come una continua ed inevitabile fuga, attraverso il Corridoio­_41, in realtà si va a mescolare con una altrettanto inevitabile attrazione verso quelle “stanze”, verso il loro contenuto, quale esso sia, con cui sarà necessario confrontarsi, scontrarsi, forse scendere a patti, probabilmente soccombere. E’ la trasposizione in musica del senso di vertigine, o forse più propriamente della attrazione verso il vuoto, sensazioni che portano, entrambe, ad un esito comune, ovvero il timore di perdere il controllo.

Le nove tracce contenute in Traum esprimono la profonda consapevolezza di questo timore e, simultaneamente, il tentativo di superarlo, di averlo talmente ben presente e chiaro da poter tentare di tenerlo sotto controllo, di superarlo, di porvi un argine. Il tutto avviene in una dimensione onirica nella quale risulta davvero difficile stabilire se questo viaggio sia effettivamente un percorso reale e concreto oppure un sogno, un incubo dal quale svegliarsi sudati, turbati e profondamente agitati.

Con il dubbio, anch’esso angosciante, di cosa ci sia, davvero, dietro quella che si suppone essere la porta d’uscita…

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Xabier Iriondo, Mauro Mazzola, Il Vuoto Elettrico
  • Anno: 2017
  • Durata: 30:27
  • Etichetta: Dreamingorilla Records/I Dischi del Minollo/ La Stalla Domestica

Elenco delle tracce

01. In/door
02. Corridoio_41
03. Camera di specchi
04. Lame in soffitta
05. Un bagno di vita
06. Il giardino dei segreti
07. Sotto il tavolo in cucina                                                                                                     
08. Un pitone in sala d’aspetto
09. Out/door

Brani migliori

  1. Corridoio_41
  2. Il giardino dei segreti
  3. Un pitone in sala d’aspetto

Musicisti

Davide Armanini: chitarre elettriche  -  Mauro Mazzola: chitarre elettriche  -  Paolo Topa: theremin, trilobit, rumori vocali  -  Giuseppe Ventagliò: basso, synth, voci  -  Walter Viola: batteria  -  Xabier Iriondo: chitarra whammy