«Scrollarsi di dosso la pelle mangiando scatolette, gli appunti sul comodino, due bottiglie e un bicchiere». E ancora «Connie stringe i denti e chiude gli occhi: a rincorrere pianeti diventano rossi. Brucia di euforia, fuma, non ha voglia, balla con successo un vecchio brano dei Clash sola in una stanza».

Sembra la scena di un film ed invece è l’immaginario in cui ci si immerge in Loop Day, brano d’apertura di Viola, cd d’esordio degli abruzzesi Wolfgang Shock.

Undici brani che vanno in un’unica direzione: un rock dalle atmosfere il più delle volte cupe, spesso sussurrate, descritte con una scrittura cinematografica che trasporta l’ascoltatore all’interno del discorso narrativo musicale del gruppo.

Non ci si annoia, al massimo viene voglia di accendersi una sigaretta per godere appieno delle innumerevoli immagini ed immaginari che Giovanni Smarrelli, Domenico Guardiani, Adriano Di Gregorio e Gianluca Di Toro (i Wolfgang Shock appunto) hanno creato.

Al rock dalle atmosfere cupe i quattro ragazzi di Pescara hanno aggiunto dei richiami alla loro italianità, con citazioni di frasi urlate ed ironiche alla Rino Gaetano (Loop Day e Al lavoro).

Viola è un disco ben suonato, dove la musica non solo accompagna bene i testi, ma ne sottolinea ogni angolatura come succede ad esempio in Al lavoro, o nelle code di brani come Dove vivo e Anomalie monumentali. Da ascoltare per la semplicità della musica e per la bellezza del testo Il suonatore di ghironda, unico brano acustico del cd.

A metà tra ironia e atmosfere noir, Viola è un disco che funziona, in cui si sente tutta la passione per le letteratura e dove nulla viene lasciato al caso. Un sound ben preciso che va dal rock classico a quello un po’ più dark con un pizzico di italianità che non guasta e che rende immediatamente riconoscibile lo stile della band.

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