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Remo Remotti

C’è poco da stare allegri

Remo Remotti – vestiario comodo e cappellino d’ordinanza in testa – mi accoglie puntuale sull’uscio della sua casa di Roma, dapprima deluso nel trovarsi di fronte un solo cronista anziché un’intera troupe televisiva, poi subito amichevole e amabilmente disponibile per l’intervista. Ci accomodiamo in una piccola cucina luminosa, dove sono in bella mostra stampe di Roy Lichtenstein, enciclopedie culinarie e tubicini di colore dimenticati. Mi farà vedere il resto dell’abitazione, magnificamente arredata con le sue opere (quadri e sculture, ma anche libri e cd), solo dopo una lunga chiacchierata, dove l’ultimo lavoro discografico Lo zodiaco di Remotti sarà solo il pretesto per una passeggiata attraverso una storia davvero particolare, la sua.


Perché hai fatto un disco sull’astrologia?

Perché credo assolutamente nell’astrologia. È una verità, una scienza perfetta, che chiaramente bisogna conoscere. Io la conosco molto superficialmente, però, dall’alto della mia esperienza, ho capito che l’astrologia è perfetta. Allora ho scritto, in un modo indubbiamente superficiale, delle considerazioni su ogni segno e ho fatto questo disco.

Dove ne hai un po’ per tutti, non risparmi neanche i tuoi scorpioni.
Gli scorpioni sono i grandi lottatori dello zodiaco. Dominati da Marte, il dio della guerra. L’ultima Guerra Mondiale è stata combattuta in modo particolare da quattro grandi scorpioni, non la faccio lunga sennò famo notte: il generale tedesco Rommel, nato il 15 novembre; il generale inglese Montgomery, nato il 17 novembre, che gli ha fatto un culo così; il generale Patton, americano, una belva; e il più grande di tutti: il maresciallo Zukov, russo, che da Stalingrado ha messo la bandiera rossa su Ramstein.

Da dove nasce questa indole critica, questa sottolineatura del comportamento sbagliato?
Gli scorpioni sono un po’ critici, un po’ aggressivi, oltre che gelosi e possessivi. Comunque io sono un umorista, una persona a cui piace far ridere, però facendo allo stesso tempo pensare, a differenza dei comici che fanno ridere e basta, nel migliore dei casi. È più facile far ridere il prossimo parlando male e mettendo in evidenza i lati negativi di una persona. Io voglio bene al prossimo e in particolare alle donne, però mi piace sfottere, prendere per il culo e sfrugugliare un po’ la gente.

Rispetto alle prove precedenti questa sembra più leggera, disimpegnata. È una precisa scelta di comunicazione?
Io, scherzando e ridendo, ho scritto molte cose, non tante quanto grandi autori che hanno scritto molto più di me, a cominciare da Gioacchino Belli e Charles Bukowski. Però nel mio piccolo ho pubblicato quattro libri, tre cd e ho scritto e portato sulle scene tre o quattro pezzi teatrali. Di che stavamo parlando?

Del tuo modo attuale di comunicare attraverso la musica.
A un certo punto – sono stato fortunato – ho incontrato un caro amico, il quale mi ha pubblicato, prodotto e stampato due cd, fatti con dei pezzi che io avevo scritto. Poi il più recente sui segni zodiacali, dei quali parlo spesso anche durante le mie serate, chiamiamole di cabaret.

Quindi la musica è entrata un po’ per caso della tua vita artistica.
È stata un’iniziativa di questo amico. Farmi recitare dei monologhi per poi musicarli. È stata una fortuna. Avrò venduto almeno duemila cd. Quando faccio le serate porto libri e cd e me li vendo.

Qual è il male che accomuna i dodici segni?
L’uomo ha davanti a sé delle grandi possibilità. Questi aspetti sono fondamentalmente due: l’aspetto positivo e quello negativo. Tutti i segni sono bellissimi. Ma esistono delle combinazioni astrologiche che possono essere nocive. Bisogna imparare a usare solo l’aspetto positivo per quanto ci riguarda. Però io per divertimento guardo l’aspetto negativo, sempre in un modo benevolo.

Lo zodiaco può essere rapportato alla società. Come siamo cambiati nel corso dei decenni?
Per principio devo e voglio essere un positivo e un ottimista, altrimenti a ottantaquattro anni non sarei qui a scherzare con te, probabilmente. Però indubbiamente è successo che siamo passati dalla padella alla brace. Quando avevo venti anni vivevo nel cuore della borghesia romana, nel fascismo e nella chiesa cattolica, e dico chiesa cattolica perché quando da bambini andavamo obbligatoriamente alle adunate fasciste c’erano sempre i preti. Quindi non posso dire che la mia infanzia sia stata in un periodo di rose e fiori. Durante la Guerra, sembra una barzelletta, non c’era una macchina, non c’era la televisione, c’erano pochi giornali, la gente si aiutava l’uno con l’altro in cento modi, c’era da una parte i buoni da una parte i cattivi, tedeschi e fascisti da una parte e dall’altra c’eravamo noi. E tutto questo poteva essere anche un paradiso confronto all’inferno di oggi. Finita la Guerra c’è stato un periodo senz’altro molto positivo, piacevole, nonostante i piccoli problemi quotidiani, che sono stati gli anni cinquanta e sessanta. Gli anni cinquanta sono stati gli anni della ricostruzione, del risveglio, delle speranze. Gli anni sessanta sono stati anni bellissimi che sono culminati nel famoso ’68, di cui io sono stato partecipe e di cui parlo benissimo, contrariamente a tanti che non l’hanno presa come me. Il ‘68 è stato come un’esplosione di vita. Siamo usciti praticamente dal medioevo fascista e cattolico; sì è cominciato a parlare di amore libero, di rivoluzione sessuale; sono usciti i Beatles, le pillole anticoncezionali. È stata un’esplosione di gioia anche politicamente parlando. Io l’ho vissuto a Berlino che è stata insieme a Parigi uno degli epicentri. Purtroppo dopo ci sono stati gli anni settanta. Sono stati anni insanguinati dalle bombe, segnati dalla droga, dalla violenza, dalle malattie. Piano piano la vita si è inquinata fino ad arrivare alla crisi dei giorni che viviamo. Oggi abbiamo delle possibilità in più di vita, dei viaggi che non costano molto, i telefonini che sono utili, internet, e facciamo l’amore con disinvoltura, tutte belle cose, ma nel complesso la vita è peggiorata. C’è poco da stare allegri.

Che idea hai dei giovani?
Io ho fiducia nei giovani, che se non altro sono belli. Pirandello diceva che i giovani hanno il dovere di invecchiare. I giovani sono entusiasti, sono bellissimi. Purtroppo la gioventù porta dolore, sofferenze e comportamenti che ti fanno star male, come gelosie, paure ecc… Però viva la faccia di avere un corpo che funziona come una macchina nuova. Io adesso c’ho ottantaquattro anni, non ho nostalgia del passato perché se penso a una qualsiasi età, credo di stare meglio adesso

Pensi molto al passato?
No, non ci penso per niente.

Sei religioso?
Sono un religioso non cattolico, nel senso che se dico religioso tutti pensano che io sia un democristiano. Io sono religioso perché sento questa necessità da sempre e ho studiato da trenta anni a questa parte. Sono stato a scuola di esoterismo, ho seguito vie alternative che sono i maestri spirituali, non importa di quale estrazione. Questo mondo alternativo, che non ha niente e a che fare con il cattolicesimo, ti indirizza alla vita, ti aiuta a vivere, a respirare e mangiare nel modo giusto, a comportarsi nel modo giusto. L’uomo ha bisogno di questo.

E al futuro?
In questo momento, dopo libri divertenti e su di me, sono alle prese con un lavoro che s’intitolerà “Con Remotti alla ricerca di Dio”. Sì, certo ci vorrà un po’ di tempo, ho fatto una prefazione con quello che ti ho detto, ho parlato di Cristo in tutto e per tutto, ho parlato di Buddha, e in questo momento sono alle prese con l’ebraismo, quindi ci vorranno un paio d’anni ancora. Io lavoro molto volentieri, per me la vita è soprattutto lavoro, poi ci sono tante belle cose tra cui l’amore con una donna.

Appunto le donne, è risaputo, sono una delle tue passioni. Come è oggi il tuo rapporto con il mondo femminile?
Una meraviglia. Perché è sperabile che in settanta-ottanta anni di vita tu sia stato capace di alimentare amore e rispetto dentro di te, per te stesso e per il prossimo, per cui, non solo le donne, ma anche con le amicizie maschili hai un rapporto migliore di quello che avevi in passato. Magari qualche volta ero un po’ razzista, geloso, intollerante, invece adesso capisco, tollero e le donne, che sono molto più intelligenti di noi, lo sentono, lo apprezzano e a questo punto l’età non esiste, né da una parte, né dall’altra. Non c’è da meravigliarsi nell’avere rapporti con una donna di trent’anni e viceversa. Queste cose ti riempiono la vita, ti danno gioia, ti danno ossigeno, per cui c’è solo da ringraziare la Madonna di Loreto. Riconosco che sono un po’ un’eccezione, perché non tutti riescono a fare quello che faccio io, ognuno ha le sue doti, caro amico, tu c’hai le tue e io c’ho le mie. Bisogna alimentarle, e alimentando, credendo, lavorando, gli sviluppi sono infiniti.

Per te i soldi sono molto importanti, vero?
Hai capito proprio male, io i soldi non so neanche come sono fatti. Tanto è vero che oggi ti ho chiesto cinquanta euro e tu neanche quelli… (ridiamo, ndr). La vita è una lotta tra ricchi e poveri: nella società, nelle guerre, in tutto e per tutto. C’è chi sceglie la ricchezza e io ho scelto a mio modo, anche se non sembra, la povertà. Io ho scelto, dopo qualche anno di insicurezze e di dubbi, di fare l’artista, il pittore in un primo tempo. Poi l’attore, poi lo scrittore, poi il poeta. Quando fai queste scelte, scegli la miseria. Ci sono artisti ricchissimi, ma io non appartengo a quella categoria. L’artista che sceglie la miseria, sceglie anche la libertà, perché la libertà coincide con la mancanza di soldi, mentre i soldi ti chiudono, ti obbligano, ti condizionano. Io in vita mia ho frequentato solo dei poveracci.

Cos’è la felicità e cosa ti rende felice?
La felicità è data dal lavoro, dalla conoscenza e dall’amore. Quello che mi rende felice è l’equilibrio, l’armonia. Il lavoro è fondamentale, lo sport – che io faccio tutti i giorni in palestra – è fondamentale. È fondamentale il rapporto con la donna, che quando posso metto in atto. Il problema è l’equilibrio, non bisogna eccedere né da una parte né dall’altra. Poi la felicità per me, se permetti, è anche mia figlia di vent’anni, con la quale ho un rapporto meraviglioso, anche dal punto di vista zodiacale. Io scorpione e lei cancro. Nelle mie più recenti serate di cabaret, chiamiamolo così, lei è stata sempre presente e mi segue con affetto.

Ma è vero che t’hanno cacciato da una palestra?
Sì. Ma quando una palestra è fatta da ricchi, arroganti, potrei dire fascistoidi, dove io con la mia verve parlo di sesso, scherzo, rido, alzo la voce, parlo di fica, e magari qualche volta mi faccio una pisciatina dentro un cesto della carta straccia, questi ti cacciano via (ride, ndr). Mio padre mi ha portato sul Tevere a fare canottaggio con lui negli anni trenta. Dopo pochi anni ho fatto il canottaggio, ho fatto rugby e altri sport. Lo sport è fondamentale. Lo sportivo è allegro, ama il proprio fisico, magari è un po’ narcisista, meglio narcisista che ammazzarsi da solo, rifiuta gli eccessi, ama il corpo, ama stare al sole ad abbronzarsi. Non ho mai aspirato una sigaretta, non ho mai bevuto, l’unico eccesso, diciamo così, è l’idea della donna (ridiamo, ndr).

C’è un’età per fare le cose?
Beh, in effetti le cose che uno fa, il tempo giusto è quando le fa. È chiaro che non tutti fanno i figli a sessanta anni, però per me è stato il tempo giusto. La vita è imparare. Quando ero piccolo avevo un libro che si chiamava “Vivi, ama e impara” e dicevo: «che cazzo c’è da imparare?». E invece c’è tutto da imparare. Esistono anche i periodi, è chiaro che col tempo, se tutto va bene, va sempre meglio. Se tutto va male sei rovinato.

Esiste la vecchiaia?
La vecchiaia è il momento del raccolto, se hai seminato bene raccogli i frutti, se hai seminato male ce l’hai nel culo. Quindi è fondamentale seminare bene.

Hai paura di morire?
(ride nervosamente, ndr) Più che altro mi scoccia morire perché ci stavi così bene nella vita. Certo non è un’idea tanto piacevole da accettare, ma che bisogna invece accettare. Io credo nella reincarnazione. Uno dei nostri maestri spirituali più forti è stato l’indiano Osho. Lui sostiene che la morte non esiste e chi ha vissuto bene non ha paura di morire. In effetti non bisogna aver paura. “Diman morremo” come diceva Carducci. Ho visto scomparire decine di bellissime persone, fa parte della vita. La paura delle morte ti può condizionare e ti fotte.

Mi fai l’oroscopo?
Sei Sagittario?

No, vergine.
Stai peggio del cazzo fratello mio, ma i vergine fanno i soldi, e poi sei un ragazzo simpatico e il solo fatto che tu sia venuto qui mi ha riempito di gioia.

(12/05/2009)

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