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Canzoni&Parole - Festival di musica italiana ...

  di Annalisa Belluco  ‘Canzoni & Parole’ il festival della canzone d’autore italiana organizzato dall’Associazione Musica Italiana Paris che ha esordito nel 2022 è pronto a riaccendere le luci della terza ...

Albanella (Sa)

Botteghe d'Autore

 

Lorenzo Lepore è il vincitore della XVII edizione di Botteghe d’Autore

Al prestigioso concorso musicale del Centro-Sud, Lepore si aggiudica anche il premio per la ‘Migliore Interpretazione’; Luk si guadagna il premio per il ‘Miglior Testo’, mentre a Miriam Ricordi va il riconoscimento per il ‘Miglior Arrangiamento’ e l’offerta di un anno di supporto manageriale dell’etichetta Isola Tobia Label

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Torniamo ad Albanella per la diciassettesima volta, ed è sempre un piacere, oltreché una tappa ormai imperdibile per chi, come noi, tende l’orecchio verso la migliore, nuova canzone d’autore italiana. Sì. Perché seppure questo non è un luogo blasonato né benedetto dal turismo di massa o da comode infrastrutture, sappiamo già che qui la nostra continua ricerca di nuovi interessanti cantautori si fermerà per un poco, e troverà pane buono per il suo palato esigente.

Del resto, abbiamo imparato fin dai nostri primi amori musicali che “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”: ad Albanella si arriva viaggiando su un asfalto ruvido fatto per le ruote giganti e impavide delle macchine agricole, che si inerpicano e ridiscendono le colline silenziose dell’entroterra cilentano, guardano dall’alto le distese di ulivi e i campi coltivati, giù in fondo fino alle montagne degli Alburni, cogliendo a tratti l’odore del mare, tanto vicino. C’è gente, qui, abituata al lavoro: artigiani della terra, artigiani del cibo, artigiani del fare, occhi e menti avvezze alla poesia della natura e ai suoi ritmi e suoni. Non per caso in questo luogo privilegiato per l’ascolto è germogliato quel fiore estivo, raro e prezioso, che è il Premio Botteghe d’Autore. Un fiore seminato dapprima dalla straordinaria famiglia RufoIvan, da sempre direttore artistico del concorso, suo padre Gino e suo fratello Diego – poi coltivato da una comunità che diciassette anni fa era composta da giovanissimi, poco più che adolescenti, ora uomini, donne e i loro figli, che vi si dedicano con una passione e una determinazione che davvero commuovono (qui sotto una foto di repertorio dello staff dell'associazione). Un fiore, però, che anno dopo anno resta ancora un vero miracolo, perché senza il sostegno solido delle istituzioni, senza finanziamenti, senza adeguata promozione, rischia costantemente di non tornare a sbocciare l’estate successiva.

 

Eccoci dunque qui, a dire la nostra da addetti ai lavori della musica, a raccontarvi cosa significhi questo evento non solo per la musica stessa, ma in generale per la cultura in Italia, e in particolare nel Centro-Sud in cui questo concorso dedicato alla canzone d’arte brilla in solitudine.

La piazza centrale del paese, raccolta e accogliente, sembra fatta apposta per lo spettacolo: come il fianco di una collina è la discesa che fa da anfiteatro, come un’ampia valle è il piano che ospita il grande palco, l’acustica è eccellente. I protagonisti della gara, arrivati da tante parti d’Italia – Roma, Napoli, Pescara, Milano, Salerno, Bologna, Viterbo… – hanno superato un’attenta selezione da parte del direttore artistico, del cui fiuto abbiamo ormai imparato a fidarci pienamente, giacché innumerevoli volte ha portato in finale cantautori sconosciuti che si sono in seguito affermati presso un pubblico assai più vasto. Presentati con garbo ed eleganza da Stefano Albanese, gli artisti si avvicendano sul palco presentando il loro brano in gara. Arrivano Candeo (Paola Candeo) con Il giornale strano, voce, piano e andatura malinconica di filastrocca; Carlomanzo, chitarra brillante e romantica di pene d’amore per due Occhi gelidi; Fra’ Sorrentino, rapper romano con vocazione di performer teatrale, che con Bon ton inveisce contro l’effimero e la falsità del mondo contemporaneo, che costringe a mostrarsi con la maschera ghignante del pagliaccio mentre si sprofonda nella solitudine più disperata; Francesco Lettieri con Il passeggero, canzone dolce e affollata di parole e di pensieri attenti al senso della vita e alle sue contraddizioni; Helle (Lisa Brunetti), sola con la chitarra a raccontare di Simone e della sua drammatica vicenda umana; Lorenzo Lepore, giovane romano che canta l’angoscia, ma pure la curiosità e la speranza, per il Futuro suo e della sua generazione; Luk (Enzo Colursi), che grida pieno di rabbia e di travolgente energia l’esigenza di distruggere le certezze degli Slogan e dei luoghi comuni imperanti, rimettere tutto in discussione per tornare alla verità del disagio profondo che provano dentro i ragazzi; Miriam Ricordi, vera rocker (qui sotto nella foto), che dialoga sicura con il pubblico e che con un brano cantabile e accattivante ci ricorda che Siamo sordi davvero, noi tutti, così immersi nell’ipocrisia di ogni giorno; Olivia XX (Arianna Silveri), che descrive se stessa come l’orologio sciolto di Dalì quando, sfinita dalle fatiche spesso inconcludenti della vita, sceglie il ritiro e il silenzio contro la frenesia del mondo; Vimini (Valerio Minniti), infine, si sofferma sulla ripetitività vuota del vivere quotidiano, ché poi La vita che resta non è un granché.

 

Intanto noi della giuria, che viviamo in città metropolitane come Roma, Milano, Napoli, ritroviamo la dimensione dell’ascolto. Un po’ come quando, arrivando qui, ci troviamo di fronte un trattore, che tanto non lo puoi superare e ti metti l’anima in pace, gli stai dietro, piano piano, e ti accorgi della bellezza attorno, di quel vecchio seduto su una panca intravisto un istante dietro una curva, sulla collina, lo sguardo verso l’infinito. Sì, sono proprio questi i luoghi da cui può rinascere il senso profondo della canzone d’arte.

E mentre si fa la conta dei voti, sfilano gli ospiti. Ogni anno – lo diciamo sempre, ma non possiamo che ribadirlo ancora – il livello degli artisti che fanno da “padrini” ai giovani concorrenti è eccelso. Quest’anno, “Botteghe” mette sul tavolo un poker d’assi della canzone d’autore partenopea: Giovanni Block (accompagnato da Roberto Trenca), Dario Sansone (Foja), Gnut e Francesco Di Bella (24 Grana), tutti chitarra e voce, vestiti solo delle loro parole, acclamatissimi da un pubblico che sembra non doversi stancare mai, che canta in coro le canzoni e applaude incessantemente. In fin dei conti essere qui è una scelta precisa, ché per arrivare non c’è la via diretta, devi sapere dove dirigerti, conoscere la svolta giusta, la strada da imboccare alla rotonda. Si deve proprio volerlo, di arrivare qui, nella notte delle stelle cadenti e della parola cantata. E la piazza è gremita.

 

Anche loro, i concorrenti di questa gioiosa gara, amano esserci; lo dichiarano tutti, e prova ne è che tra loro c’è chi non ha alcun bisogno di essere riconosciuto, ché lo è già stato, altrove, magari già da anni; eppure è qui che vuole rimettersi in gioco, porsi di fronte a questo pubblico che è ascolto, attenzione, sete di note e di poesia. Non per vincere, dunque, ma per l’esperienza in sé – “Per la sola ragione del viaggio, viaggiare” – per esserci.

I premi vengono consegnati uno dopo l’altro; sono quattro, ma dietro al palco sembra una festa cui tutti sono invitati a partecipare: Miglior Arrangiamento a Miriam Ricordi, Miglior Testo a Luk, Interpretazione e Premio Assoluto a Lorenzo Lepore, che regala il bis del suo brano vincitore.

Termina così anche quest’anno Botteghe d’Autore, ed è certo gioia ma anche tanta, troppa fatica, come la fatica dei campi, e diciassette anni sono davvero tanti. Ora, far diventare “maggiorenne” questo pregevole concorso deve essere un impegno di tutti. Riprendendo le parole pronunciate sul palco dal sindaco di Albanella Renato Iosca, che ha sottolineato che qui si parla non genericamente di musica, ma di canzone d’autore, dunque di valore artistico elevato, di rilevante spessore letterario e poetico, di opera che si rivolge a un pubblico scelto, ci uniamo al suo appello verso tutte le amministrazioni comunali della zona che abbiano a cuore l’arte e la cultura nel senso più ampio, affinché non lascino soli Ivan Rufo e tutta la comunità operosa di Albanella, raccolgano l’esperienza inestimabile di questo ormai storico concorso e lo portino al salto di qualità che si è ampiamente conquistato verso la meta del suo prossimo, importantissimo, diciottesimo compleanno.

foto di Davide Voza

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In dettaglio

  • Data: 2023-08-09
  • Luogo: Albanella (Sa)
  • Artista: Botteghe d'Autore

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