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Lorenzo “Lerry” Arabia-Gianluca Morozzi-Oderso Rubini

Alle barricate – Il Libretto rosso dei Gang

“C’è chi nella vita gli è toccato Elvis Presley e chi San Francesco, chi Gesù Cristo e chi Che Guevara, e chi, come noi, Joe Lo Strimpellatore”. Quante volte i fans dei Gang hanno sentito questa frase pronunciata dal frontman Marino Severini durante i concerti o l’hanno letta nelle sue interviste! Quando si parla della band di Filottrano è inevitabile ripartire sempre da qui, vale a dire dal concerto dei Clash che, il 1° giugno 1980, infiammò Piazza Maggiore a Bologna, nonché gli animi di un giovanissimo Marino e di suo fratello Sandro. Vedere Joe Strummer & soci in azione fu infatti per i due, quella sera, un’autentica folgorazione, una rivelazione improvvisa, un’epifania che improvvisamente diede senso a tutta la loro esistenza: dalla loro passione per la musica di cantautori come Woody Guthrie, nata per difendere i poveri e gli oppressi al suono della sua “chitarra ammazza-fascisti”, agli anni della militanza politica, e dalle loro performances sul palco fino ad arrivare alla rivoluzione culturale e stilistica del punk, di cui gli aspiranti rocker marchigiani avevano fatto esperienza durante un viaggio a Londra l’anno precedente.

Non inizia così, però, Alle barricate – Il Libretto rosso dei Gang, pubblicato recentemente da Goodfellas e curato da Lorenzo “Lerry” Arabia, Gianluca Morozzi e Oderso Rubini, bensì con… un sogno. In esso un angelo con le sembianze di Johnny Cash si materializza sul bancone del “Gallery 16”, locale gestito dallo stesso Arabia, e affida a lui e ai suoi increduli sodali una missione da compiere. L’impegnativo compito è quello di realizzare, a 15 anni da Le radici e le ali – La storia dei Gang, un nuovo, definitivo volume sui Severini, sul loro mondo e sul loro ruolo di portabandiera di un rock made in Italy che parte dalla memoria storica e dall’internazionalismo per andare verso l’Utopia dell’uguaglianza economica e sociale.

Un compito non semplice, ma che è stato portato a termine con passione e partecipazione: non si tratta, infatti, di una comune biografia, bensì di uno “zibaldone” che raccoglie testimonianze, dialoghi e riflessioni da parte dei protagonisti della storia della formazione, con Marino in qualità di narratore principale e il coinvolgimento di collaboratori, amici, critici musicali e ammiratori. E tra i più fedeli seguaci, non c’è dubbio, ci sono gli autori dell’opera, che spesso offrono il loro punto di vista sui quasi quarant’anni di carriera dei Gang, vissuti da loro intensamente disco dopo disco, concerto dopo concerto, come è naturale per gli aficionados di una rock band. Arabia e Morozzi, che avevano firmato il libro precedente, sono stati affiancati in questa nuova impresa dal produttore discografico Oderso Rubini, già curatore, sempre per Goodfellas, del saggio “Bologna 1980 – Il concerto dei Clash in Piazza Maggiore nell’anno che cambiò l’Italia” (e tutto torna, quindi).

Con l’omonima raccolta di aforismi di Mao Zedong il volume dalla rossa copertina ha in comune non le dimensioni, ben maggiori, bensì la pretesa di costituire una “summa” dell’universo “ideologico” (musicale, politico, personale e sociale) del gruppo. Le quasi 300 pagine del corposo lavoro - che, quindi, “libretto” non è - si snodano come una narrazione a più voci, fatta di ricordi, dialoghi, istantanee, ma anche di “cimeli” come foto inedite, locandine, copertine di riviste, riproduzioni di articoli d’annata e di fantasiosi “siparietti”, come gli spiritosi consigli su come conquistare le ragazze con una compilation “personalizzata” delle più belle canzoni della band.
In uno dei primi capitoli, che in realtà sono sequenze di quadri narrativi corredati da un vivace apparato iconografico, Marino racconta della sua famiglia, conosciuta come “Paparè” poiché tutti, all’Imbrecciata, il quartiere popolare in cui vivevano, avevano un soprannome: da questo appellativo nacque il moniker “Paper’s Gang”. Il libro segue un ordine cronologico, ma vede l’inserimento di alcune “libere associazioni”, ed ecco dunque, subito dopo il riferimento all’infanzia dei fratelli, un’analisi scritta a più mani de Le radici e le ali (1991), album che rappresentò un indubbio punto di svolta. Un intervento analogo, affidato a Stefano Senardi, compare una cinquantina di pagine più avanti e mette in evidenza la portata rivoluzionaria del disco, per i suoi contenuti ma anche per l’efficace copertina, contenente un riferimento alla strage di Ustica, concepita da Gianni Sassi e realizzata dal grafico Fabio Bortuzzo, anch’egli presente nel libro con un proprio contributo in merito. Il riferimento alle “radici” e alle “ali” è dunque il filo rosso che sottende tutto il testo, ma è anche un dittico di immagini che ben rappresenta la filosofia del gruppo, molto legato alla propria terra e alle proprie origini ma sempre proteso verso l’orizzonte dell’Utopia, vale a dire ciò che permette ad ogni essere umano di realizzarsi compiutamente per poter “spiccare il volo”.
Tornando alle reminiscenze di Marino, i suoi anni Sessanta sono legati alle memorie familiari e al fascino esercitato dai primi ascolti, dal cinema e dal circo, nonché ai primi “esperimenti” con una chitarra in mano. Gli anni Settanta sono invece caratterizzati dall’impegno politico nel “Movimento”, ma anche dalle esperienze sul palco come “Ranxerox”, dai festival musicali e dai viaggi. Dopo l’illuminazione ricevuta durante il concerto dei Clash, episodio al quale viene dato il giusto spazio, gli anni Ottanta si aprono per i Severini all’insegna della determinazione di trovare la propria dimensione nell’ambito di un panorama rock legato all’impegno civile e alla solidarietà con gli oppressi di tutto il pianeta. Ben presto la “Paper’s Gang” diventa “Gang” e realizza il primo EP Tribes’ Union. Il seguente LP Barricada Rumble Beat ottiene un successo inaspettato: diecimila copie vendute per un disco autoprodotto è, per i tempi, un risultato straordinario. È quindi la volta di Reds, l’ultimo album in inglese, seguito dalla leggendaria “trilogia” dei primi anni Novanta con la novità dei testi in italiano, finché nei lavori successivi i rapporti con l’etichetta major si incrinano. Per un fan di lungo corso tutti questi eventi sono noti, ma sicuramente inedito è il livello di approfondimento, così come importante è la presenza di altre voci a latere del racconto del musicista che rendono la narrazione sfaccettata e corale allo stesso tempo. Gli aneddoti riportati offrono infatti più punti di vista su di un album o su un medesimo momento della carriera del gruppo, come ad esempio quello, memorabile, del “Concertone” del 1° maggio 1991, in cui Marino, eludendo la censura, lesse un comunicato che inneggiava allo sciopero generale.

Fa da spartiacque tra la prima e la seconda parte un breve “trattato” di natura socio-politica, un autentico “manifesto” firmato dallo stesso Marino. In esso l’artista propone l’idea di un “nuovo umanesimo”, che unisce la tradizione cristiana, quella socialista e quella delle minoranze per costruire un futuro di uguaglianza per tutti. Perché “il futuro non è scritto”, per dirla con Joe Strummer, ed è necessario un cammino di emancipazione dei popoli, attraverso il lavoro, per giungere alla conquista della dignità.

Il “secondo tempo” del libro, che comprende gli eventi dal 2008 - anno di pubblicazione del precedente libro di Arabia & Morozzi – ad oggi, si sofferma sulla consolidata autonomia artistica della band, realizzatasi compiutamente tramite lo strumento del crowdfunding con cui sono stati realizzati gli ultimi lavori discografici, tutti prodotti da Jono Manson: Sangue e cenere (2015), Calibro ’77 (2016), Ritorno al fuoco (2021) e l’ultimo, di prossima pubblicazione, Tra silenzi e spari. L’uscita di questi album ha ridato nuovo impulso alla dimensione live arricchendola di nuovi stimoli, con brani immediatamente diventati tra i preferiti dal pubblico come Marenostro e Alle barricate

Da segnalare che, per l’importante ricorrenza del ventennale (2011) dell’album Le radici e le ali, anche il filosofo Mario Tronti ha condiviso una sua riflessione in merito, ribadendo la centralità di questo disco nella produzione del gruppo. Altro aspetto fondamentale è quello del sodalizio con lo scrittore Daniele Biacchessi, con il quale i Severini hanno portato in scena diversi spettacoli di teatro-canzone dedicati alla memoria storica del nostro Paese, da Il Paese della vergogna a Storie dell’altra Italia, con Massimo Priviero, fino al più recente Il lavoro, la conquista della dignità. L’ultimo decennio della storia dei Gang li ha inoltre visti protagonisti di eventi dedicati alla Resistenza, come la celebrazione del 25 aprile a Casa Cervi, e di innumerevoli iniziative sparse per la penisola. L’ultima sezione del libro, intitolata “Gang Social Gallery”, è infine un vero e proprio “album dei ricordi” costituito da scatti che ritraggono Marino e gli altri musicisti in circostanze particolari o al fianco di personaggi significativi, insieme alle recensioni di dischi e concerti scritte dai fans e a molte altre “chicche” che lasciamo scoprire ai lettori. L’invito a chi legge questa parte è “follow the red line”: un filo rosso impresso sulla carta attraversa infatti tutte le pagine, a voler simboleggiare l’affetto che lega la band ai suoi fedelissimi seguaci. Perché quella tra “la” Gang e i suoi ammiratori è una lunga storia d’amore che si è consolidata negli anni e ha raggiunto il suo apice nell’ultimo decennio, dato che il coinvolgimento dei fans in qualità di coproduttori degli album ha reso ancora più forte il legame tra musicisti e followers. Non stupisce, quindi, che nel volume si sia voluto dare tanto spazio a questi ultimi, perché le canzoni dei Gang mettono davvero le ali a chi le ascolta, ora denunciando l’ingiustizia, ora rievocando figure che hanno lottato per l’uguaglianza sociale, ora inneggiando all’Utopia, pur invitando a tenere le proprie “radici” sempre ben salde nella memoria storica.

E anche chi scrive ha fornito (a propria insaputa!) un piccolo contributo: a conclusione di tutta la narrazione, a pag. 276, è infatti presente questa citazione, tratta dall’articolo “Le radici e le ali” pubblicato sul blog marynowhere.com il 28 febbraio 2022:
«Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere».
Questa affermazione, attribuita al Dalai Lama, accosta l’emblema delle radici come sinonimo di legame con le origini a quello delle ali, che evocano l’anelito verso l’altrove. Tale binomio ritorna poi in un proverbio, presumibilmente di origine araba, che recita: Ci sono due cose durature che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali».

Alle barricate non potrà, per le sue voluminose dimensioni, essere portato sempre nel taschino dagli estimatori dei Gang come si usava fare una volta con il libretto rosso di Mao, ma diverrà per molti fans un libro di consultazione quotidiana, come la Bibbia per i credenti, per la sua ricchezza di informazioni, di imperdibili aneddoti, di foto inedite e di originali contributi. 

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In dettaglio

  • Artista: Lorenzo “Lerry” Arabia-Gianluca Morozzi-Oderso Rubini
  • Editore: Goodfellas
  • Pagine: 288
  • Anno: 2023
  • Prezzo: 30.00 €