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Vincenzo Greco

Battiato–Una ricostruzione sistematica–Percorsi di ascolto consapevole

Un doppio progetto, un viaggio nell’universo di Franco Battiato attraverso “percorsi di ascolto consapevole” e la rilettura di alcuni brani peculiari scelti tra le sue innumerevoli composizioni: Vincenzo Greco, in arte Evocante, musicista, scrittore e filosofo del diritto, è l’autore di un articolato lavoro in cui la componente sonora illustra ed esemplifica l’aspetto analitico. Il presupposto è che il corpus dell’artista siciliano, compresa la sua parte pittorica e cinematografica, si configura come un autentico “sistema” caratterizzato da coerenza e completezza. Ad esso, dunque, ci si deve accostare nella sua totalità per individuare le interrelazioni tra gli elementi che lo compongono: questa è l’ottica proposta da Greco, studioso specializzato in ermeneutica e pertanto dotato di una forma mentis con una spiccata attitudine a questo tipo di indagine.

Nel volume Battiato - Una ricostruzione sistematica (ed. Arcana) l’autore ha suddiviso l’immensa produzione del cantautore catanese a seconda delle tematiche presenti nelle sue canzoni. Questo gli ha permesso di cogliere come alcuni concetti, soprattutto quelli di carattere spirituale, siano stati affrontati con un diverso approccio attraverso i decenni. Alla fine di ciascun capitolo viene proposta una playlist che rimanda ai temi trattati, accessibile inquadrando l’immagine corrispondente con l’app di Spotify, che invita il lettore all’ascolto dei brani menzionati. Sempre utilizzando la medesima applicazione è possibile entrare nel profilo artista di Greco, “Evocante”, per ascoltare l’album Fino a tardi - Viaggi sonori con Battiato, che costituisce la seconda parte del progetto.

L’analisi parte dal 1972, anno della pubblicazione di Fetus, ma non procede in ordine cronologico, come avviene nella maggior parte dei saggi dedicati al musicista, bensì per “corsi e ricorsi”, per nuclei di forma e contenuto individuabili nell’arco di oltre quattro decenni di carriera (gli anni Sessanta, in cui il giovane Francesco si affacciò al panorama musicale incidendo alcuni 45 giri, non vengono presi in considerazione). Una delle particolarità di Battiato che viene per prima cosa messa in evidenza è la sua capacità di non ripetersi, riuscendo a volte a tornare sui propri “passi” artistici con consapevolezza e mezzi differenti e tendendo all’ascoltatore vere e proprie “imboscate”, cioè spiazzandolo con l’utilizzo di strumenti, linguaggi, tecniche inaspettati. Tra le varie modalità espressive c’è quella della cosiddetta “musica ferma” (detta anche “sospesa” o “orizzontale”), cioè quella che, per dirla con l’autore, “favorisce lo stato meditativo di una calma assoluta”: esempi significativi, in questo senso, sono il Kyrie della Messa arcaica, dalla durata di ben 14 minuti, ma anche La porta dello spavento supremo. Brani come questi hanno la capacità di abbassare i ritmi della respirazione, favorendo il vuoto mentale e stimolando un possibile approccio dell’ascoltatore alla pratica meditativa. Lo stesso avviene nelle opere liriche (Genesi, Gilgamesh, Telesio) e in L’Egitto prima delle sabbie.

Un’altra caratteristica ricorrente, secondo Greco, è poi l’utilizzo dei “frammenti”, vale a dire l’inserimento di citazioni, “ritagli sonori” e parlati: ciò ricorre nella fase sperimentale dei primi anni Settanta, ma anche nella stesura di testi fatti di quadri “accostati” tra loro e apparentemente slegati (L’era del cinghiale bianco, Centro di Gravità permanente, Cuccuruccuccù e molti altri). Tra gli altri temi, quello della lontananza, che può essere fisica, quando si rievocano luoghi distanti nel tempo e nello spazio (basti pensare a titoli di album quali Orizzonti perduti o Mondi lontanissimi) o spirituale, come tensione all’Assoluto a cui ci si vuole ricongiungere (E ti vengo a cercare, Le nostre anime). Questo filone confluisce naturalmente in quello dedicato alla spiritualità e nella sua apparente controparte, l’amore, che può essere umano/carnale oppure divino, e che è spesso connesso all’idea di solitudine. Un brano come La cura, comunemente inteso come una bellissima canzone d’amore e forse il più popolare tra quelli scritti dal cantautore, può avere per lo scrittore diversi livelli di lettura: è – ipotesi forse meno credibile - un elenco di promesse irrealizzabili che un innamorato fa al partner, qualificando, come avviene altrove, il rapporto a due come inaffidabile; può, più verosimilmente, affermare che nelle relazioni affettive è importante prendersi cura degli altri, o può essere vista come un dialogo tra Dio e l’essere umano. Ma c’è posto anche per la contemplazione della natura, autentico anello di congiunzione con l’Assoluto, con numerosi riferimenti ai concetti di infinito ed eternità, e per l’indignazione (basti pensare alle invettive, pur di diverso tenore, contenute in Up Patriots to Arms e Povera Patria).

Battiato era ovviamente consapevole del fatto che “tutto scorre”: ogni cosa è soggetta a mutamento ed evoluzione, in una continua dialettica tra finitezza umana ed infinità divina (Niente è come sembra, che è anche titolo di un suo film; Di passaggio, Io chi sono?) fino alla separazione dalle spoglie mortali (Testamento). Viene, infine, dichiarata l’importanza dei sodalizi artistici con Giusto Pio e Manlio Sgalambro, e proprio al figlio di Pio, Stefano, è affidata la prefazione del libro. In essa si rimarca come Franco abbia saputo indicare ai suoi ascoltatori “la direzione da prendere per acquisire una maggiore consapevolezza del proprio Sé”.

E proprio questo sembra essere l’orientamento della seconda parte del progetto di Vincenzo Greco, vale a dire l’album Fino a tardi – Viaggi sonori con Battiato. Riarrangiare alcuni brani del “Maestro” è servito all’autore, infatti, a verificare le ipotesi interpretative contenute nel libro, sottolineando con le scelte compiute la profonda spiritualità insita nell’opera battiatiana.

La realizzazione di queste cover ha avuto inizio come operazione “privata”, non destinata a un pubblico, ed è stata in seguito pubblicata a seguito del successo riscosso in alcuni concerti in cui Evocante ha proposto questi pezzi. L’intento del musicista, che ha utilizzato sonorità prevalentemente elettroniche, è stato quello di rispecchiare le varie “anime” di Battiato, da quella sperimentale (Aria di rivoluzione, Sequenze e frequenze, Da Oriente a Occidente) a quella più “pop” per arrivare a quella mistica, che costituisce, come si è visto in precedenza, la parte preponderante dell’analisi contenuta nel libro.

La rilettura dei brani risulta sia personale che fedele all’originale: l’abilità di Vincenzo sta nell’aver dato coerenza ad una sequenza di brani distanti nel tempo, ma affini per argomento, e nell’aver giocato con la “contaminazione”. Così dentro Passaggi a livello si ode un accenno di Stranizza d’amuri, Aria di rivoluzione si fonde con Proprietà proibita, ne Il re del mondo si cita Genesi. E ritroviamo sia il Battiato più ironico con Passaggi a livello che quello più ascetico, che prevale nella seconda parte dell’album. Lo “spartiacque” nell’ascolto è costituito dalla parte finale di Da Oriente a Occidente, in cui compare il recitativo iniziale di Shakleton: qui il ritmo pulsante della batteria si placa e le atmosfere divengono esemplificazioni degli studi sulla “musica ferma” a cui si accennava in precedenza. L’invito alla meditazione e alla riflessione suggerito da questa modalità espressiva giunge a compimento nei due brani finali, entrambi strumentali: Oceano di silenzio, in cui il testo è stato rimosso per fare sì che sia l’assenza della componente verbale a trasmettere emozioni, e l’inedito Viaggi sonori evocanti, firmato dallo stesso Evocante, un sincero omaggio al Battiato “sperimentale” e a quello “classico”. Ma la presenza dell’artista siciliano si fa tangibile anche nel disco, in quanto Sequenze e frequenze contiene la sua voce, in un lungo collage di interviste e dichiarazioni, quasi un tributo alla tecnica dei “frammenti” analizzata nel terzo capitolo del volume.


Il percorso di Vincenzo Greco attraverso la vastissima opera di Franco Battiato è animato da amore e rispetto filologico per il suo lavoro e per la sua figura: a questo proposito l’autore ha commentato di aver avuto la sensazione che il Maestro sia stato “accanto a me durante la scrittura del libro e la produzione del disco, per quanto forte ho sentito la sua presenza e per la particolarità, a volte impressionante, di certe coincidenze, che mi hanno incoraggiato, anziché farmi arretrare, davanti a un confronto con un gigante della musica e della cultura”. Si tratta, in conclusione, di un’ulteriore occasione per chi voglia approfondire la conoscenza dell’immenso corpus che il cantautore di Riposto ci ha donato: un mare magnum nel quale è dolce naufragare per poi, magari, ritrovarsi e ritrovare il contatto con l’Assoluto e con il nostro più profondo Sé.

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In dettaglio

  • Artista: Vincenzo Greco
  • Editore: Arcana
  • Pagine: 176
  • Anno: 2023
  • Prezzo: 15.00 €

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