ultime notizie

Nuovo album per Roberta Giallo, anticipato ...

Quante volte aprendo un giornale, che sia cartaceo oppure online, veniamo travolti da notizie di attualità, cronaca dai toni negativi che ci predispongono a un senso di smarrimento e depressione ...

Felicitazioni – CCCP Fedeli alla Linea 1984-2024

Una mostra per celebrare i quarant’anni dalla nascita dei CCCP -  “Felicitazioni – CCCP Fedeli alla Linea 1984-2024” - vuole rendere omaggio alla band emiliana, alla sua parabola artistica e alla sua influenza sulla scena musicale italiana, ma anche alla sua valenza di fenomeno mediatico, socio-politico e di costume.

L’esposizione, inaugurata il 12 ottobre 2023, resterà aperta fino all’11 febbraio 2024 presso i Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia, mentre un corposo catalogo dalla rossa copertina, edito da Interno4 Edizioni, condurrà il lettore in una visita virtuale attraverso le 25 sale espositive, illustrandone dettagliatamente il contenuto in oltre 400 pagine ricche di immagini e di testi.
A loro volta Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Danilo Fatur e Annarella Giudici sono già da tempo attivi, rilasciando dichiarazioni e interviste e prendendo parte ad eventi - come il “Gran Galà Punkettone” previsto per i prossimi 21 e 22 ottobre al Teatro Valli - collaterali a quella che si configura come una delle iniziative più significative di quest’ultima parte dell’anno.

L’idea di allestire un’esposizione che ripercorresse la carriera della formazione è nata nel 2022, quando Zamboni e Giudici ipotizzarono la costruzione di un percorso multimediale che ne raccontasse la genesi e la storia, chiedendo la collaborazione del Comune di Reggio Emilia e della Fondazione Magnani anche a nome degli altri due componenti. Ottenuta risposta affermativa, i materiali da esporre – fotografie, locandine, costumi e oggetti di scena, articoli di giornale, dischi e registrazioni audio-video, insieme ad innumerevoli altri reperti – sono stati radunati ed hanno trovato la loro collocazione presso uno spazio, quello dei Chiostri di San Pietro, sufficientemente ampio per contenere un vasto patrimonio, documentale e simbolico, che consentisse ai visitatori un’esperienza immersiva nell’universo punk filosovietico dei CCCP. Il progetto è stato curato dagli stessi membri del gruppo insieme a Stefania Vasques e si arricchisce dei contributi artistici di Arthur Duff, Roberto Pugliese, Stefano Roveda e Luca Prandini, mentre il light design è stato firmato da Pasquale Mari.

Realizzare un itinerario espositivo sulla produzione musicale di Ferretti, Zamboni & soci non significa soltanto rivivere le emozioni del periodo in cui essa si colloca, ma anche condurre una riflessione più ampia sul panorama culturale degli anni Ottanta e sui fermenti politici e sociali che caratterizzarono quel decennio, fino al crollo del muro di Berlino – quella stessa Berlino dove Giovanni e Massimo si erano incontrati non molti anni prima – e agli sconvolgimenti che cambiarono l’assetto mondiale, portando i fondatori a sciogliere i CCCP e a far rinascere, dalle loro ceneri, i CSI: ma questa è un’altra storia.

Coinvolgente è, tanto per il visitatore quanto per i lettori che consulteranno il catalogo, la commistione delle suggestioni e delle fonti di ispirazione che vanno a costituire il complesso immaginario visivo e concettuale della formazione reggiana. Elementi rappresentativi della Russia sovietica, dell’Emilia rossa e popolare e poi la Cina, la Turchia, la DDR, la Resistenza, il comunismo, il cattolicesimo, l’Islam, ma anche il “no future” del punk, la psichiatria illuminata di Benedetto Valdesalici e innumerevoli altri spunti, presenti nelle canzoni e ben noti ai seguaci della prima ora, prendono forma in foto, testi, oggetti e simboli che circondano il visitatore. Quest’ultimo può aver vissuto in prima persona l’epoca rievocata nel percorso o può accostarsi ad essa da neofita, ma in un caso o nell’altro non potrà fare a meno di subire il fascino, a volte palese e nostalgico, a volte provocatorio e sottilmente disturbante, emanato dall’allestimento. L’intrecciarsi dei linguaggi espressivi – verbale, iconografico, materiale – corrisponde ovviamente alla cifra stilistica della band, le cui performances, tra liturgia e trasgressione, oltre ai musicisti vedevano sul palco, come è noto, la presenza della “benemerita soubrette” Annarella e le spiazzanti esibizioni dell’”artista del popolo” Fatur, che con la sua prorompente fisicità introduceva elementi di straniamento al punto da essere incriminato, a Sanremo Rock 1988, per atti osceni in luogo pubblico.

Ognuno degli ambienti reca un nome emblematico: sette sono intitolati ai cinque album e al primo e all’ultimo singolo, mentre i restanti, al piano superiore, fanno riferimento alle tappe evolutive del gruppo e alla sua terra di origine, quella ”Emilia paranoica” che lo ha partorito e allevato in luoghi come Fellegara, Carpi e la stessa Reggio. Subito dopo l’entrata, i visitatori vengono accolti nel Chiostro piccolo da 24 bandiere di stati socialisti estinti e da due ritratti, quello dei CCCP di allora ed uno che li raffigura come sono oggi. Da qui si accede al maestoso Chiostro grande, dove sono esposti alcuni cimeli della DDR come una Trabant e una lastra del Muro di Berlino. Procedendo oltre, ecco sette sale di piccole dimensioni: “Ortodossia”, dal titolo del 45 giri d’esordio; “Affinità e divergenze”, nella quale campeggia un maestoso tavolo ottagonale proveniente da una locale sezione del PCI; “Socialismo e barbarie”, che prende il nome dal secondo full-length; a seguire, “Compagni cittadini fratelli partigiani”, “Canzoni preghiere e danze” e, dedicata all’ultimo album, “Epica Etica Etnica Pathos”, con gli inediti scatti di Luigi Ghirri realizzati a Villa Pirondini, dove il disco venne registrato, accompagnati da alcuni abiti di scena e da un video. L’ultima delle sale di questa sezione, “Tomorrow,” allude al brano interpretato da Ferretti & compagni insieme ad Amanda Lear, che è qui protagonista con la sua iconica presenza, ma anche alla necessità per l’ensemble emiliano di proiettarsi nel futuro e di fare i conti con la dissoluzione dei propri punti di riferimento e con l’avanzare del nuovo decennio.

Particolarmente interessante è lo spazio dedicato, in diverse stanze, alla “rassegna stampa”, con la presenza di articoli pubblicati sui quotidiani e periodici più disparati, che spesso mettono in evidenza le qualità dissacranti e dirompenti degli spettacoli dei CCCP e la sostanziale incomprensione, da più parti, del fenomeno da essi rappresentato. Si accede quindi al primo piano per visitare le sale dalla n. 9 alla n. 25. Tra di esse spiccano “Allerghia”, in omaggio all’omonimo spettacolo teatrale, “atto unico di confusione umana”; “Tienanmen”, che ricorda il massacro compiutosi nell’omonima piazza di Pechino il 4 giugno 1989; “Lombroso”, che cita il manicomio di San Lazzaro a Reggio, l’esperienza di Ferretti come operatore psichiatrico e i numerosi riferimenti alle terapie (Curami, Valiumtavorserenase…) presenti nelle canzoni e l’ultima, “Fedeli alla lira”, che ospita, come recita il catalogo stesso, “una ricca collezione di insulti e perplessità, dai volantini neri degli skinhead agli anatemi clericali, alle indecisioni comuniste, al conformismo degli alternativi allo scoppio dei coatti”, a testimonianza delle controverse reazioni suscitate dalla band e del composito scenario socio-culturale nel quale essa si collocava da protagonista e, talvolta, da antagonista.

La mostra è rappresentativa dell’epopea di una formazione dall’aura quasi mitologica, ma anche di un decennio – gli anni Ottanta – complesso e contraddittorio, compresso tra una stagione di rivoluzione e di lotta e l’avvento della globalizzazione. Nel catalogo si legge infatti: “CCCP è una condizione dell’anima… ultima avanguardia di d’Arti e costumanze d’un secolo breve già archiviato”. La consultazione del volume, con il suo generoso apporto di immagini, copertine di dischi, manifesti, articoli di giornale e testi autografi non sostituisce certamente, l’esperienza che una visita “in presenza” può fornire, ma offre senz’altro un gustoso assaggio di tutto ciò che sarà possibile ammirare presso i chiostri reggiani.

I CCCP sono crollati insieme al Muro e all’impero sovietico, ma anche se, ora come allora, “grande è la confusione sopra e sotto il cielo”, il loro contributo al panorama artistico e musicale italiano è figlio degli "stati di agitazione" di un’epoca e a distanza di quarant’anni dimostra ancora la propria straordinaria originalità ed attualità. 

 

Share |

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Editore: Interno 4 edizioni
  • Pagine: 456
  • Anno: 2023
  • Prezzo: 39.00 €