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Bruno Casini

Tondelli e la musica. Colonne sonore per gli anni Ottanta

Il 16 dicembre 1991 Pier Vittorio Tondelli ci lasciava a soli 36 anni. Due anni dopo, a seguito di un convegno a lui dedicato, nacque l’idea di raccogliere in un volume vari contributi di scrittori, giornalisti, musicisti e artisti incentrati sull'importanza della musica nella sua produzione letteraria. Tondelli e la musica, curato da Bruno Casini, è ora giunto alla terza edizione, pubblicata da Interno 4 edarricchita di testi inediti. Intento di tutti i partecipanti all’iniziativa editoriale è quello di rendere omaggio allo scrittore, ma soprattutto alla sua idea che ogni fase della vita di ciascuno, dei protagonisti dei suoi romanzi come di tutti noi, sia accompagnata da una colonna sonora, una personale compilation che scandisce i momenti più significativi dell’esistenza.

Tondelli, nel suo breve passaggio terreno, ci ha lasciato quattro romanzi (Altri libertini, 1980; Pao Pao, 1982; Rimini, 1985 e Camere separate, 1989) e il testo teatrale Dinner Party, più una grande quantità di racconti, saggi, articoli e rubriche pubblicati su diversi periodici. Ciò che accomuna la stragrande maggioranza dei suoi scritti è la presenza della musica come tangibile elemento di sottofondo o come vera e propria protagonista. La musica può infatti, nelle sue pagine, ispirare personaggi e vicende o essere essa stessa oggetto di indagine, come avviene ad esempio in Un weekend postmoderno, “piccola enciclopedia degli anni Ottanta” in cui sono raccolti articoli su vari argomenti: quelli a carattere musicale vertono sui locali notturni e radio libere dell’area emiliana, ma anche su musicisti come Lou Reed, Jim Morrison, Nick Cave, Pierangelo Bertoli, Lucio Dalla e molti altri.

Molta della musica che Pier Vittorio ascoltava e che viene menzionata nelle sue opere è quella a lui contemporanea, soprattutto anglofona come quella di Smiths, Frankie Goes To Hollywood, David Bowie, Diana Ross, Billy Joel, ZZTop, Elton John, Eurythmics, Prince, UB40. Ma anche quella italiana di band sperimentali e innovative come i Giovanotti Mondani Meccanici o di cantautori imprescindibili come Tenco, Guccini, De André, Lolli, Battisti, Fossati. Tondelli, inoltre, adorava i filmati che accompagnavano le canzoni, tanto che il suo televisore era perennemente sintonizzato su Videomusic e la sua stessa scrittura è stata paragonata a “videoclip veloci e supersonici, anticipatori e spettacolari”. E l’autore stesso avvertiva costantemente dentro di sé l’esigenza di esprimersi in forma “musicale”: così, infatti, dichiarò in un’intervista:
Il mio desiderio è quello di produrre un testo che abbia un andamento interno analogo a certi ritmi musicali. Rimini, nelle mie intenzioni, voleva essere un'orchestrazione sinfonica, in cui si trovano gli adagi, i lenti, i prestissimo e un gran finale. È tutto un po' variato sui tempi e sull'accelerazione improvvisa, come in una sinfonia, in cui c'è un tema che però viene di volta in volta giocato diversamente. Anche Pao Pao è molto musicale: l'ho pensato come una cantata di dodici mesi, una toccata e fuga. Del resto sento la musica molto vicina alla mia scrittura, come le arti visive”.

Le riflessioni sul legame tra musica e scrittura sono molto frequenti nelle opere dello scrittore di Correggio. In Dinner Party, ad esempio, il protagonista Didi, un romanziere, si lascia andare a queste considerazioni sul proprio lavoro: Sto per ore e giorni e notti a inseguire una parola, quella sola parola. Non mi interessano le trame, i plot, quelle stronzatine lì. Roba da televisione, io non perdo tempo dietro a delle sceneggiate da terzo mondo, che roba! Io vado con l'orecchio. Cerco semplicemente di far sì che le parole mute della pagina diffondano il loro suono, la loro voce. Così che si crei un ronzio cerebrale, che è la musica della pagina, il suo ritmo. Io cerco il ritmo, la musica dei miei anni, cerco di avere una frase che si possa cantare in testa, si cantare, la stessa identica cosa. Io faccio musica con le mie parole. Per questo le cerco, le cerco, ma chi ti ascolta per una parola? Chi è capace di vivere per il suono di una parola?”.

Altro aspetto che viene citato a più riprese è quello dell’attività di Tondelli come critico musicale sui generis – ricordiamo la sua rubrica “Culture Club” sul mensile “Rockstar” – capace di cogliere pienamente lo spirito del proprio tempo, individuando fenomeni musicali, culturali e artistici con grande finezza e valorizzando tanto i fermenti che animavano la sua terra, l’“Emilia paranoica” cantata in quegli anni dai CCCP, quanto ciò che accadeva all’estero. Del resto, a suo modo di vedere, l’autostrada Modena-Brennero, la stessa del memorabile racconto Autobahn, congiunge la Pianura Padana con Berlino ed Amsterdam, e quindi la provincia emiliana non è così distante dal cuore pulsante dell’Europa e dal Mare del Nord. Un’idea, quella di “Carpi come periferia di Berlino”, che anche Massimo Zamboni ha spesso espresso a sua volta, parlando della genesi dei CCCP. Non potevano mancare, quindi, nel libro i contributi di Giovanni Lindo Ferretti e dello stesso Zamboni in rappresentanza della band di punk filosovietico, la cui parabola artistica è coeva al periodo di attività letteraria di Tondelli, che fu uno dei primi ad intuirne la portata rivoluzionaria. Ma ci sono anche le voci di Luciano Ligabue, che ha abitato nello stesso condominio della famiglia dello scrittore, di Federico Fiumani, esponente con i suoi Diaframma di quella Firenze che Pier Vittorio definì “la capitale degli anni Ottanta”, ed anche di Freak Antoni, che chiese all’autore di cimentarsi con la scrittura di alcuni testi di canzoni, impossibili però da mettere in musica.

L’interesse di Tondelli per altri linguaggi espressivi, come il teatro, è testimoniato non solo dalle sue opere, ma anche dai legami che egli stabilì con diverse figure impegnate in attività di ricerca scenica in quegli anni: Giancarlo Cauteruccio, fondatore della compagnia Krypton di Firenze (la cui “Eneide” venne musicata dai Litfiba), l’attore Sandro Lombardi e Mario Martone, che oltre ad essere regista cinematografico è noto per aver fondato il gruppo Falso Movimento di Napoli. Ognuno di questi artisti ha voluto ricordare come Tondelli sia stato un acuto osservatore che riusciva a cogliere, in anticipo rispetto alla maggior parte dei critici, gli elementi di innovazione portati avanti dalle realtà teatrali sperimentali.

Tra coloro che hanno firmato i capitoli del libro citiamo anche il discografico Giancarlo Bigazzi, la voce storica dei Violet Eves Nicoletta Magalotti e il recentemente scomparso Fulvio Panzeri, curatore di numerose opere tondelliane. Una delle considerazioni più significative sul ruolo di Pier Vittorio Tondelli come autentico interprete della sensibilità di un decennio controverso come gli anni Ottanta viene però proprio da Massimo Zamboni, che ricorda ai lettori come lo scrittore sia scomparso dieci giorni prima che Boris Eltsin ammainasse la bandiera dell’Unione Sovietica dal Cremlino: nello stesso momento si scioglievano i CCCP, dalle cui ceneri nacque il Consorzio Suonatori Indipendenti. Il musicista conclude la sua riflessione con queste parole:

Il mondo come l’abbiamo conosciuto è arrivato al capolinea, l’impero è imploso, il socialismo deflagrato… Assieme a loro, voilà, si scioglie l’Emilia del ‘900, portando con sé, tra mille detriti, il mondo mai piccolo di Tondelli”. Un mondo che, ancor oggi, merita di essere riscoperto, poiché la capacità di questo autore di interpretare il disagio esistenziale e di descrivere vicende vissute a ritmo di musica, pur figlia del suo tempo, è ancora oggi di straordinaria attualità.

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In dettaglio

  • Artista: Bruno Casini
  • Editore: Interno 4 edizioni
  • Pagine: 144
  • Anno: 2022
  • Prezzo: 14.00 €