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Andrea Liberovici

veneziacustica

Venezia suona, o meglio, Venezia risuona.
Questo piccolo ma prezioso libro di Andrea Liberovici, Veneziacustica (Squilibri Editore), ci racconta di questa magica e meravigliosa città attraverso brevi poesie, appunti di vita, acquerelli (non a caso) e soprattutto voci. La voce di Venezia ha infinite sfaccettature timbriche e melodiche, che Liberovici ci riporta attraverso un moderno stratagemma: ad ogni poesia è abbinato a fondo pagina un QR-code che ci permette di ascoltare gli autentici suoni di Venezia.

Venezia suona e canta. Sono canto il rumore che fanno la risacca contro i moli di notte, le corde che si stringono attorno alle bricole, le campane la domenica mattina con in testa la Marangòna, l’unica sopravvissuta al crollo del campanile di San Marco nel 1902. Cantano le voci che parlano in dialetto di un cane che attende la padrona fuori dal bar mentre lei si ferma a salutare qualcuno. Cantano i passi lenti sui masegni, le corse dei bambini nei campielli, il gondoliere che intona O sole mio per i turisti giapponesi. Cantano e Venezia amplifica, fa da cassa armonica, restituisce suoni di un’intensità unica e alla frequenza che solo Venezia può registrare. Mentre le altre città brulicano di frastuono, di motori, di traffico, Venezia risuona di silenzi, di lentezza, di passi affaticati che attraversano ponti, di risa, e non soltanto di malinconia come vorrebbero certi stereotipi.

La Venezia ritratta da Liberovici è viva più che mai, e così ci appare ad ogni pagina. L’autore – compositore audiovisivo, regista e poeta, veneziano d’adozione - facendosi tramite tra la voce di Venezia e il lettore, che in questo caso diventa a sua volta ascoltatore, chiede e si chiede: “è questo che mi volevi dire?/ascoltando mi ascolto?” (Fog in San Marco, pag. 21).
Questo (non)libro e (non)disco ci restituiscono a tutto tondo una Venezia intima, quasi nascosta, sicuramente non quella (o non soltanto) che siamo abituati a pensare se non l’abbiamo vissuta come chi c’è stato da bambino e ha scelto di tornare ad abitarvi in età adulta, o magari l’ha frequentata da studente negli anni dell’Università, o ancora ci viene quotidianamente in treno da pendolare per lavoro. “il suono rende visibile il tempo/l’assenza di cronologia del tempo” (O sol(e) mio, pag.33), scrive ancora l’autore, e infatti Venezia è una città dal tempo indefinito, lenta e veloce insieme, allungata o a tratti più rapida e ripida, come i tempi di una sinfonia. Allegra, mossa. Lenta, andante, moderata. Venezia è tutto ciò, e lo è tutto insieme. Così, allo stesso modo, questo libro può essere divorato in fretta o decantato con immensa lentezza, o tutte due le cose assieme, a seconda dell’umore, del tempo e del bisogno.

Se Tiziano Scarpa scrive che Venezia è un pesce (e se si guarda la mappa la sua forma ci può apparire come tale), Andrea Liberovici la definisce invece un grande strumento musicale, “un violoncello astuto” per la precisione (Harmonics & gondola, pag. 65), una preziosa cassa di risonanza fatta dal legno delle sue palafitte, che sono uno sterminato bosco sott’acqua, proveniente dal Cansiglio. Lo stesso Renzo Piano, in un incontro con l’autore, trova questa teoria assolutamente plausibile. Solo Venezia infatti suona e canta così!

Venezia e i suoi suoni sono legati indissolubilmente, ma non aspettiamoci sinfonie complicate o arie classiche nei “ritratti sonori” raccolti in questo progetto. Si tratta infatti di 24 frammenti sonori “dal vivo” della durata di 58 secondi ciascuno, per un totale di 23 minuti, che come le tessere di un puzzle si incastrano perfettamente a formare un quadro complesso e affascinante ricco di sfumature e di chiaroscuri.

Le Acoustic Postcards Venice di Andrea Liberovici sono istantanee di scintillante bellezza, frammenti di specchio caduti a terra che riflettono la luce accecante di questa città nei giorni più limpidi, la gibigianna sulla cresta delle onde nel canale della Giudecca a mezzogiorno, o il grigio pallido delle giornate di nebbia in cui tutto è ovattato e anche i rumori nelle calli diventano una guida per non scivolare nel canale.
Sarebbe bello ma ovviamente rischioso, come ci suggerisce l’autore, una volta messo piede in città chiudere gli occhi e affidarsi ai suoni di Venezia, così spesso relegati in secondo piano rispetto al disarmante e ipnotico splendore della città stessa.

Sarà sicuramente molto bello, ogni volta che si proverà nostalgia per Venezia, aprire questo libro ed ascoltarne le pagine. È questa, infatti, una lettura che si fa con gli occhi ma anche con le orecchie; una intrigante lettura sonora a 360° consigliata a chi ama Venezia (e chi non l’ama?), a chi la frequenta ma anche a chi c’è stato e per mille motivi non ci può tornare, o a chi sogna di visitarla e non l’ha ancora fatto, e che grazie al mosaico scintillante di suoni, alle parole e agli acquerelli (inequivocabilmente legati allo spazialismo veneziano di Edmondo Bacci e Mario Deluigi) contenuti in questo libro potrà certamente assaporare Venezia un po’ più “da dentro”.

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In dettaglio

  • Artista: Andrea Liberovici
  • Editore: Squilibri Editore
  • Pagine: 80
  • Anno: 2022
  • Prezzo: 15.00 €

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