A vedere il titolo potremmo pensare a una provocazione. Poi ad aprire la copertina e a mettere il cd sul lettore scopriamo che si tratta di un progetto comunque pensato a fondo, rivolto ad ascoltatori senza pregiudizi. La città di origine del gruppo, Carrara, svela poi il segreto: è un luogo dove l’anarchia non è solo un fatto politico ma anche uno stato mentale. Un pensare fuori dagli schemi che è il pregio (o il difetto) della città del marmo. Quindi, ecco che attorno al fisarmonicista Davide Giromini, che nel 2005 ha pubblicato un album dedicato al poeta Ceccardo Roccatagliata Ceccardi e alla sua raccolta “Apua Mater” (Sana/Audioglobe), si è formato un gruppo di musicisti che va alla ricerca di radici musicali nella propria terra. Il 2006 è nato “Delirio e Castigo” sotto il marchio Apuamater Indiesfolk, quindi ecco l’ambizioso 2076: il ritorno di Kristo con l’aggettivo cyberfolk  a caratterizzare il nuovo manifesto programmatico. Si tratta di un concept con protagonista un messia-musicista proiettato in un futuro non troppo distante, con i temi della libertà d’espressione politica e religiosa in primo piano. Musicalmente c’è qualche eco rock e momenti jazzati e di elettronica innestati comunque in un contesto folk dove il testo resta in primo piano. Giromini difficilmente si separa dalla fisarmonica, come ribadendo la sua vocazione a essere un cantastorie. E’ un disco che va sentito nella sua interezza con inevitabili alti e bassi (tra i brani migliori il Volo di Gabriel e Radiovaticanalibera). Non è un disco d’evasione, a meno che non vogliate letteralmente evadere dalla realtà per poco meno di un’ora. In tal caso farà al caso vostro.

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