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Jocelyn Pulsar

Aiuole spartitraffico coltivate a grano

Le estati di Gabicce Mare a schiacciare le formiche, le partite di calcio degli anni Ottanta, Maurizio Seymandi e Superclassifica Show, Lupo Solitario, gli A-ha, le volte in cui si faceva sega a scuola e si dicevano cose come “amiche per sempre”. A due anni di distanza dal debutto con “Il gruppo spalla non fa il soundcheck”, torna Jocelyn Pulsar con un disco pieno di ricordi, cartoline di vita che accomunano ognuno di noi: “Aiuole spartitraffico coltivate a grano”.

Non ci vogliono grandi abilità vocali per essere un cantautore e raccontare la propria vita in cui si riflette inevitabilmente anche quella degli altri. Jocelyn Pulsar, nome d’arte di Francesco Pizzinelli, non è dotato di grandi abilità vocali, ma è dotato dell’arte del raccontare e del raccontarsi, con una voce gradevole e melodie molto vicine ai dischi che si facevano negli anni Novanta. Chi lo ascolta non può non pensare a Tricarico e a quel modo originale e diverso di raccontare storie.

Le dieci canzoni contenute in Aiuole spartitraffico coltivate a grano, più la traccia fantasma, sono come delle polaroid scattate al momento, una sorta di album di ricordi che fa sempre piacere rivedere e ripercorrerne le storie. Non ci sono canzoni da scartare, ma solo da ascoltare e da cantare inevitabilmente ad alta voce, a partire dal brano tormentone, in assoluto il più bello del disco: 25000 anni fa. La canzone racconta, in chiave ironica, la non evoluzione dell’uomo, in cui anche 25000 anni fa le dinamiche di coppia erano uguali a quelle odierne: l’uomo che racconta bugie poco credibili e la donna che non gli crede (“non ti arrabbiare, scusa se ho fatto tardi, ma ho faticato a guadare il fiume invaso dai coccodrilli e dalle bisce giganti, e poi mi ha attraversato una mandria di mille dinosauri mutanti, che cosa c’è? Perché mi stai guardando? Scusami amore, se non mi credi adesso, quando?”).

Aiuole spartitraffico coltivate a grano è un disco scritto da un sognatore nostalgico travestito da poeta che piacerà sicuramente a tutti i sognatori romantici che ci sono in giro, quelli per cui il racconto vale molto di più di una bella voce, quelli che amano i suoni semplici e le melodie che ti restano subito in testa, quelli che anche distesi su un’aiuola spartitraffico coltivata a grano riuscirebbero a scorgere la bellezza del mondo intorno.


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In dettaglio

  • Anno: 2012
  • Durata: 45:17
  • Etichetta: Garrincha Dischi

Elenco delle tracce

01. 25000 anni fa

02. Cartoline
03. La soggettiva del frigo
04. Vale, Stefy, Cri
05. Me lo ricordo
06. Lasciami con stile
07. Inevitabilmente, naturalmente il Cesena perde
08. Sono tre giorni che piove
09. Domani non vengo
10. Fagocitato


Brani migliori

  1. 25000 anni fa
  2. Me lo ricordo
  3. Cartoline

Musicisti

Francesco Pizzinelli (Jocelyn Pulsar): voce, testi, musiche  -  Francesco Brini: batteria - 
Matteo Romagnoli
: percussioni in #5, mani in #3, 6, 8, cori in # 1, 2, 6, 7, 8, 9  -  
Nicola Manzan
: violino in #1  -  
Elia Dalla Casa
: sax baritono in #3, 4, 5, 7, 10  -  
Luca De Marchi
: tromba in #7  -  
Renzo Picchi
: pianoforte in #4  -  
Mattia Barro
: cori in #2