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Stefano Vergani

Applausi a prescindere

Intanto applausi a prescindere. Perché Stefano Vergani riesce a reinventarsi rimanendo sempre se stesso, perché non smania per restare sulla cresta dell’onda del mercato discografico producendo ogni anno un disco, perché ogni suo spettacolo diventa una festa. Leggerezza. Questa la cifra stilistica del cantautore brianzolo. Leggerezza del suono e dello scrivere. La sua musica crea atmosfere fuori dal tempo, non riconducibili a un genere specifico (se non chiaramente al mare sconfinato della canzone d’autore); atmosfere che la voce profonda di questo cantautore accarezza morbidamente. E leggera è l’ironia dolce amara che da sempre accompagna i suoi testi e che si ritrova, con una più profonda maturità e una maggiore consapevolezza, nel suo ultimo disco Applausi a prescindere.

Il primo da solista, dopo l’esordio nel 2005 con un’opera dal titolo curioso La musica è un pretesto, la sirena una metafora, cui sono seguiti Chagrin d’amour nel 2007 e E allora pensai che mai nel 2011. I precedenti album sono stati incisi con una band inizialmente chiamata Orchestrina Pontiroli poi diventata Orchestrina Acapulco e il cui sound permane anche in questo nuovo progetto solista, nel quale Vergani è accompagnato da un paio di suoi musicisti storici, che del disco sono coproduttori e arrangiatori, e da nuovi artisti che si inseriscono alla perfezione nelle sonorità del cantautore.
Atmosfere fuori dal tempo, dicevamo, per un artista che pubblica a fine settembre un disco in cui si parla anche di primavera ed estate. Intempestivo, direte. Forse. Oppure no. Perché i temi affrontati da Vergani in questo suo lavoro sono quelli eterni dell’amore, dell’arte e dell’individuo. Concetti universali che lui affronta attraverso storie che hanno moltissimo di semplice, di quotidiano, di assolutamente ironico.

Così possiamo osservare il protagonista di Guardare le stelle non è come leggere il giornale nella sua ricerca disperata di una poesia che si è persa e che viene inseguita tra i bar e le piazze in un’atmosfera di gioco e danza: “cerco il Poeta che un tempo mi portava a spasso e giocava con me / dentro una città che ha dimenticato che non sa come si dice grazie fredda di Settembre gelida in Aprile chiusa nelle sue stanze / Ma come era bello vederti danzare di prima mattina sotto il temporale”.  Allo stesso modo, con la stessa poetica levità, incontreremo un uomo reso incapace d’amare proprio dalla ricerca troppo ostinata dell’Amore, o un altro dedito da tutta la vita a un amore appena sfiorato sotto un albero di nocciolo.

E l’amore è il protagonista anche di storie di disperata gelosia, come quella di Regina, o di sordide congetture matrimoniali come nel caso di Piccola storia volgare, o ancora di un Incubo erotico che non cessa di spaventare una volta destati. In queste storie d’amore, sottili e divertenti, la musica si fa allegra, talvolta una marcetta, talvolta riporta echi messicani, come accade nel brano L’immacolato, storia di alcool, baldoria e personaggi poco raccomandabili.
Un ritmo incalzante si ritrova anche in Un’estate all’ombra, primo singolo tratto dall’album, un pezzo che decisamente strizza l’occhio alle radio e che con divertentissima ironia ci rimanda alla nostra inadeguatezza :“conto amaro e contro digestivo in vista di un eventuale aperitivo / no non gioco a racchettoni non sono il tipo d’uomo / in cerca di emozioni e simpatizzo per il bocciodromo.”

Ma non manca il romanticismo della splendida ballata Primavera in Brianza. Nella canzone più poetica del disco, Vergani racconta la sua Brianza con immagini vivide e perfettamente calzanti, ma che hanno anche la capacità di disegnare una geografia dell’anima che ogni ascoltatore saprà riconoscere ed abitare, “perché a Merate l’inverno o l’estate puoi anche morire / di freddo o di caldo baluardo di certi deserti lontani / Ma se lo vuoi per due mesi scarsi anche da noi puoi venire a trovarci / La Primavera per chi resiste è corta e non ne ha mai abbastanza / Se hai la forza di passare primavera anche qui in Brianza”.

Applausi a prescindere
è un disco da ascoltare, come una storia. E poi da godere in uno dei numerosi live di Stefano, attualmente impegnato in un tour che lo porta in diverse regioni d’Italia, dove certamente le vostre mani non faranno alcuna fatica ad applaudire, a prescindere e non.  

(foto scattate da Luca Carcano martedì 30 settembre presso La Salumeria della Musica in occasione della presentazione ufficiale dell’album)

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Stefano Vergani
  • Anno: 2014
  • Durata: 37:35
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Guardare le stelle non è come leggere il giornale
02. Regina
03. Incubo erotico
04. Primavera in Brianza
05. Su tutto quello che non sei
06. Piccola storia volgare
07. La bacerò sul viso
08. Dove sei finito
09. Un’estate all’ombra
10. L’immacolato

Brani migliori

  1. Primavera in Brianza
  2. Incubo erotico
  3. Dove sei finito

Musicisti

Stefano Vergani: voce, chitarra, pianoforte – Luca Butturini: chitarre – Felice Cosmo: melodica e pianoforte – Mariella Sanvito: violino – Stefano Fascioli: contrabbasso – Cristiano Novello: batteria – Alberto Pirovano: chitarra classica