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Emanuele Dabbono

Buona strada

Il  22 ottobre dello scorso anno è uscito Buona strada, il quarto album di Emanuele Dabbono, autore, cantautore e polistrumentista genovese, collaboratore da alcuni anni di Tiziano Ferro, che si è occupato della produzione. Buona strada segue dopo 4 anni Leonesse ed è il frutto di due anni di lavoro intenso, che ha portato in dote 16 brani, diversi dei quali inizialmente destinati ad altri artisti, ma poi rimasti “a casa” e interpretati da Emanuele con la sua band. Un album che si presenta quasi come un concept, un viaggio interiore che Dabbono ha fatto su sé stesso, per condividere una parte del cammino percorso.

Non a caso il disco inizia con Le chiavi di casa, dove Dabbono canta a cappella, sovrapponendosi su 8 linee vocali, con l'aiuto sul finale di sua figlia Anna e termina in Via della Pietà, come se la buona strada avesse un indirizzo preciso verso cui dirigersi. Il primo singolo è stato Cerezo, dedicato al padre e al celebre calciatore brasiliano, ex Roma e (soprattutto, visto l'origine del cantautore) Sampdoria. Cerezo parla di padri e figli, parla di difficoltà di comunicare, parla del calcio come (unico) linguaggio comune tra padri e figli. La canzone ti incalza, ti assale col suo ritmo, ti fa vedere le stanze dove padre e figlio sono divisi da qualcosa di più di un muro di mattoni; è un pezzo che, per restare nella metafora, ti pressa altissimo, non ti lascia il tempo di riflettere perché ti sbatte in faccia freddezza e rimpianti, silenzi ed abbracci desiderati ma mai chiesti e tu ne sei spettatore, ma anche protagonista, perché senti benissimo quello che sta provando lui ora che suo padre non c'è più, senti il vuoto, “l'assenza apparecchiata per cena” (per restare a Genova) e ti rendi conto di quanto "non detto" ci fosse in quei momenti che possono sembrare solo un gioco, una passionaccia che non ti fa guadagnare una lira, come dice la canzone stessa. E poi c'è il riconoscimento di un'appartenenza, che non è calcistica, è familiare, è sangue e carne, è vederlo nello specchio e rendersi conto di portare sempre qualcosa di lui in giro, riconoscere quanti calci "senza parastinchi" sono stati presi per difenderci e permetterci di sentirci "titolari", prima che anche noi ci rendessimo conto "che non siamo il Brasile".

Nel disco Dabbono non è sempre autobiografico, con il suo pop-rock orecchiabile dà sempre l'impressione di avere la capacità di toccare corde universali, senza cadere nel prevedibile, con dettagli piccoli che spesso sono preziosi e ricchi di significato, che si parli di una rapina andata a male o degli occhi di una figlia che ci aspetta a casa e rappresenta un rifugio sicuro. Da Varazze a New York, dall'Islanda a Portovenere, Dabbono ha chiaro chi vuole a fianco per sentirsi accolto e lo racconta senza pudori di sorta, con una scrittura gentile e “morbida”, nella quale non si fa fatica a ritrovarsi, come in Il rumore del tempo, dove sono protagonisti due anziani che cercano di fermare l'orologio e ci insegnano il valore dell'altrui nostalgia. Campo di battaglia, scritta prima della drammatica guerra in Ucraina, nel suo realismo racconta come possa cambiare il nostro punto di vista se diventiamo noi bersagli o dimenticati, mentre Per mano è l'occasione per mettersi a nudo e raccontarsi con estrema onestà.

Mentre scrivo, Emanuele sta preparandosi per una serie di concerti di presentazione, con una band di amici, che lo segue da sempre e che dimostra in maniera concreta la sua idea di musica, cultura e legami. Ad accompagnarlo saranno Giuseppe Galgani (chitarra), Fabio Biale (violino, mandolino e tastiere), Fabrizio Barale (lap steel), Marco Cravero (chitarra), Michele Aloisi (basso), Gianka Gilardi (batteria) e Matteo Garbarini (chitarra).

Un album lungo, specialmente di questi tempi dove tutto sembra andare alla massima velocità, ma che proprio in questo apparente contrasto dimostra la voglia (e il diritto) di essere ascoltato con la giusta attenzione, di essere vissuto e fatto nostro, perché ogni passo condiviso può aiutarci per rendere anche la nostra una buona strada.

 Foto di Luigi Cerati

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Tiziano Ferro
  • Anno: 2022
  • Durata: 56:15
  • Etichetta: TNZ – Universal Music

Elenco delle tracce

01. Intro - Le Chiavi All’Ingresso
02. Cerezo
03. Fame
04. Resta Forte
05. Il Mio Cuore Migliore
06. Nel Tuo Retrovisore
07. Buona Strada
08. Insegnami
09. Per Mano
10. Campo Di Battaglia
11. Il Rumore Del Tempo
12. Principessa Dei Fiammiferi
13. A Sangue Freddo
14. Rifugio
15. Cattedrali
16. Via della Pietà

Brani migliori

  1. Cerezo
  2. Campo di battaglia